L’INCHIESTA. OSPEDALE DI CASERTA. PORCATE OSPEDALIERE. “Signor Mario, stai sereno. Dopo 38 anni non ti mettiamo alla porta”. Le ultime parole del dg Gubitosa e un paio di nostre richieste a Lorenzo Gentile, direttore del Centro per l’Impiego
10 Ottobre 2022 - 10:22
TERZA PUNTATA. A questo punto abbiamo bisogno anche di una QUARTA ED ULTIMA puntata che pubblicheremo lunedì. Si tratta di un uomo che sta combattendo contro tutti, anche alcuni ex colleghi di lavoro che lo contestano cinicamente, dopo la pubblicazione di questa inchiesta. La graduatoria che doveva rappresentare un fatto dirimente solo per l’individuazione dei sei concorrenti che si sarebbero poi giocate i tre post di magazziniere categoria B diventa, dopo la clamorosa fuga della commissione giudicatrice, il strumento per il quale il nostro signor Mario viene fatto fuori in contrasto con i requisiti richiesti e che almeno uno dei tre assunti (manco a dirlo, un altro necroforo) sicuramente possedeva
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CASERTA (gianluigi guarino) – Siamo arrivati alla terza puntata di una brutta storia, una storia di precariato e malvagità, figlia di un gestione patronale della sanità campana e casertana, capace di trasformare la vita di un uomo, di un lavoratore onesto, in una via crucis fatta di contratti a termine, cambi da un’azienda all’altra, senza mai sentirsi sicuro del proprio lavoro dopo quasi 40 anni di attività.
Piccolo riassunto delle puntate precedenti: il signor Mario (nome di fantasia) è stato per tre decenni un dipendente esterno dell’Ospedale di Caserta. Prima da addetto alle pulizie, poi coordinatore dello stesso settore e successivamente degli operatori socio sanitari esterni del Sant’Anna e San Sebastiano. Da qui un improvviso vortice di situazioni, che l’hanno portato prima a diventare magazziniere della farmacia, poi a perdere il suo lavoro, dopo 36 anni di precariato, per una decisione presa da Vincenzo De Luca relativa ai dipendenti esterni non sanitari e infine a dover attendere un salvifico concorso che, teoricamente, lo vede strafavorito per l’assunzione a tempo indeterminato all’ospedale del capoluogo (CLICCA QUI PER LEGGERE LA SECONDA PUNTATA).
LE ULTIME PAROLE FAMOSE, OVVERO L’ATTO DI SADISMO CONTRO IL SIGNOR MARIO
Il Centro per l’Impiego (che noi chiamiamo molto più efficientemente con il suo nome di una volta, ovvero Collocamento) di Caserta stila la sua graduatoria per il concorso da magazziniere categoria B, che vedrà partecipare anche il signor Mario. E il 7 gennaio 2021 l’ospedale convoca 6 persone.
I requisiti dei 6 partecipanti sono stati valutati dal Centro per l’Impiego. Una lista di cui fanno parte i tre non rinnovati che per noi sono tre licenziati di fatto e altre tre persone che, da parte loro, non avevano presentato lo specifico documento emesso da un qualsiasi struttura sanitaria che attestava il riconoscimento della propria opera in farmacie ospedaliere.
Senza questo documento, il bando prevedeva l’esclusione dalla procedura. E allora uno pensa che gli altri tre, selezionati da Lorenzo Gentile, il quale, finita la campagna elettorale delle Regionali del settembre 2020 indirettamente svolta, è già eccitatissimo per le Comunali di Caserta, in cui sarebbe poi stato candidato e in prospettiva delle quali già puntava diritto alla poltrona di presidente del consiglio comunale, che poi avrebbe ricoperto effettivamente, come dicevamo, uno pensa che gli altri tre possedessero la stessa certificazione.
E invece, come abbiamo già accennato, questo tris di aspiranti non era in condizione di presentare quello che, ripetiamo, veniva definito come requisito fondamentale.
Questo è vero, avendone anche la controprova, dato che, ad esempio, una signora di Salerno autocertificava di aver lavorato in una farmacia comunale nella sua città.
Attenzione, la signora in questione non presenta alcun documento al riguardo, ma si limita a dichiararlo assertivamente e solo oralmente al cospetto della commissione giudicatrice presieduta, manco a dirlo, dal primario del reparto di Farmacia, la dottoressa Anna Dello Stritto, proprio colei che aveva firmato l’attestato specifico al signor Mario e agli altri due licenziati.
Così, verbalmente, alla buona. A quel punto, appariva del tutto evidente che se persone, per effetto della graduatoria stilata dal Collocamento, presieduto da Gentile, erano arrivate davanti alla commissione per sostenere la prova orale e successivamente la cosiddetta prova pratica, significava che quel requisito, il requisito dell’attestazione di lavoro in farmacie ospedaliere, ritenuto fondamentale nel bando, fondamentale non era e spariva letteralmente dai radar della commissione che avrebbe dovuto poi tirar fuori la graduatoria finale, senza avere alcun obbligo di tener conto di quella uscita fuori dal cilindro di Lorenzo Gentile.
Perchè se la signora di Salerno è arrivata fin lì, questo non poteva accadere senza la sparizione, una vera e propria magia da prestigiatore e illusionista, del requisito fondamentale di cui sopra.
Infatti, la commissione non aveva nessun motivo di chiedere dove avesse operato la donna, dovendo sviluppare la propria analisi e la propria verifica di ogni requisito sugli atti documentali presentati dalla concorrente alla quale, invece, veniva chiesto di affermare, così, sulla parola, senza la necessità di alcun riscontro ufficiale che lo attestasse, se per caso lei avesse avuto qualche esperienza di lavoro in una farmacia.
Che poi, tra le altre cose, anche volendolo considerare come elementi costitutivo del punteggio della candidata salernitana, non avrebbe mai rappresentato un requisito come quello espressamente presto sull’opera prestata all’interno di una farmacia ospedaliera e per di più nella farmacia ospedaliera di Caserta, così come il signor Mario aveva regolarmente reso edotta la commissione, con un certificato ufficiale dell’azienda ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano, firmata dalla primaria Dello Stritto che, contemporaneamente, presiedeva anche la citata commissione
Ma chi erano gli altri due partecipanti nella lista dei selezionati da Lorenzo Gentile? Vi ricordate quando abbiamo scritto nella scorsa puntata di tenere a mente i due necrofori che non erano stati confermati nel recupero dei licenziati sempre per la questione Manpower?
Noi non sappiamo se dentro quella procedura i due avevano presentato domanda per riottenere il posto in sala mortuaria di Caserta, sappiamo, invece, che i due hanno presentato domanda per diventare magazzinieri, sia nel cluster della categoria A, sia in quello della B, per non sbagliarsi, come si suol dire.
Non scherziamo affatto, anzi siamo serissimi, quando diciamo che la professione del necroforo è importante, importantissima, perché delicata e richiede delle capacità anche psicologiche, nel rapporto con i parenti della persona defunta.
Ma se questo è vero (ed è vero) e anche vero – scusateci lo scioglilingua – che quella del necroforo e quella del magazziniere sono due mansioni diversissime, che non c’entrano nulla l’una con l’altra.
E allora, Gentile, nel momento in cui ha stilato la graduatoria, ha guardato il bando oppure no?
Oppure se n’è uscito con qualche sua pezza a colore, tipo dicendo che i due necrofori la funzione di magazzinieri lo facevano all’interno della sala mortuaria, assimilando quello che la coppia, facendo scena muta o quasi davanti alla commissione e dimostrando di non conoscere la materia, avevano dichiarato anche verbalmente, cioè di aver lavorato in sala mortuaria, ma facendo i magazzinieri?
O meglio, a dire il vero, lo dichiarò solo uno dei due. L’altro, invece, non si soffermò tanto su questo aspetto relativo all’asserita mansione, peraltro giuridicamente inesistente, svolta all’interno della sala mortuaria, che, però, seppur laconicamente, ugualmente confermò a sua volta.
Attenzione, noi stiamo parlando della procedura di concorso per l’assunzione di 6 magazzinieri (3+3) nel reparto di Farmacia e nel raccordo tra questo e gli altri reparti che si sviluppano in decine e decine di corsie ospedaliere. E mica del magazziniere della sala mortuaria, a meno che non si voglia assimilare l’opera di un magazziniere farmaceutico con la nobilissima mansione dell’immagazzinamento dei cadaveri nella cella.
Perchè se nell’obitorio c’è un magazzino, si tratta delle mansioni minute che dentro si sviluppano, mentre quello di Farmacia è un polmone operativo, un luogo sul quale si basano tantissime, quasi tutte le funzioni sanitarie erogate in ospedale.
LA COMMISSIONE-PONZIO PILATO
Il signor Mario era arrivato in quinta posizione nella graduatoria del collocamento, ma essendo buono e avendo fiducia nel genere umano, non dette molto peso a questa sua collocazione nel ranking di Gentile. Una circostanza che, se al tempo fosse stata conosciuta da noi, avremmo considerato a rischio pastetta.
Essere quinto per questa graduatoria del collocamento non significa, infatti, che l’azienda ospedaliera la debba assimilare e adottare. D’altronde se esiste una commissione specifica formata esperti, se esiste una prova orale, se esiste una prova pratica che la stessa commissione è chiamata a valutare, la lista del collocamento può non valere un tubo. E’ senz’altro il punto di partenza che in qualche modo seleziona i nomi di coloro che si andranno a giocare, teoricamente partendo da zero a zero, l’assunzione al cospetto della commissione.
La parte orale fu portata avanti come raccontato, la prova pratica fu una vera barzelletta, una scenetta consumata all’interno dell’aula dove si sviluppava la prova orale e non nel luogo deputato ad accoglierla, ovvero il magazzino della Farmacia.
E così si crearono le condizioni per non decidere.
Tutti e sei dal direttore generale Gubitosa e tutti e certi sul fatto che questi avrebbe firmato la delibera di assunzione. Altra soluzione di equità non sarebbe potuta essere adottata visto e considerato che la commissione aveva neutralizzato il proprio giudizio, non facendo sì che nessuno dei 6 partisse da zero a zero alla graduatoria stilata dal Centro per l’Impiego di Caserta. Per cui, era chiaro che se la commissione si era ritirata per manifesta auto-considerazione di incapacità, non si poteva far decidere il collocamento, dunque Lorenzo Gentile che si era mosso in base a criteri non certi aderenti rispetto a quelli che avrebbero dovuto muovere le azioni, le analisi e la potestà di una commissione di esperti.
Ecco perché, a quel punto, era giusto assumere tutti e sei. Ed ecco perché si riteneva che la commissione non avesse completato il proprio lavoro in quanto i sei della graduatoria sarebbero stati assunti tutti immediatamente, aggiungendo ai tre da assumere gli altri tre partecipanti.
In caso contrario, sarebbe stato Gentile a decidere chi avrebbe fatto il magazziniere nel reparto di Farmacia dell’Ospedale di Caserta. Ed incredibilmente, inquietantemente, è quello che poi è successo.
Dunque, ricapitoliamo, la commissione non decide, ferma la procedura, perché ritiene che l’assunzione premierà tutti e sei i concorrenti.
Questa è la spiegazione logica del buonsenso, oseremo dire della legalità. Ma siccome le cose non sono andate poi così, è anche possibile che la commissione abbia fatto un passo indietro in quanto non si è voluta sporcare le mani, confermando con i suoi punteggi quello che il Collocamento di Caserta aveva costituito nella graduatoria.
Era, d’altronde, del tutto evidente che i titoli e i requisiti dei tre che avevano operato nei magazzini di Farmacia, tra cui il nostro signor Mario, fossero nettamente preponderanti rispetto a quelli evidenziati per lo più oralmente, in puro stile bancarella del torrone, dalla signora di Salerno e dai due necrofori con l’ambizione di cambiare funzione, anzi, tranquillamente potremmo dire con l’ambizione di cambiare lavoro.
si rende conto e dunque sa bene che quella graduatoria del collocamento avrebbe dovuto essere modificata, premiando i tre magazzinieri categoria B licenziati.
Dunque, i tre assunti diventano i tre messi nei primi tre posti da Lorenzo Gentile.
UN BREVE MESSAGGIO DI FRANCHEZZA A LORENZO GENTILE
Spesso e volentieri Gentile contatta qualche giornalista di CasertaCE, chiedendo un confronto con il sottoscritto e invitandomi a visitare i locali del Centro per l’Impiego, in modo da mostrarmi le qualità ma anche i problemi incontrati ogni giorno dal personale.
Questa visita, direttore Gentile, alla fine si potrà anche fare, ma prima di parlarne lei deve dimostrare disponibilità ed accorciando i tempi di quella che sarebbe una complicatissima procedura di accesso agli atti, lei deve fornire a CasertaCE la documentazione nella quale vengono esposte le motivazioni, che non possono essere legate al bando trasmesso al Collocamento dall’azienda ospedaliera, per cui lei e i suoi collaboratori avete posizionato il signor Mario, da 38 anni dipendente precario di tutte le imprese interinali che hanno erogato servizi all’ospedale di Caserta, in quinta posizione.
Lei, Lorenzo Gentile, ci deve mostrare i motivi per cui il quarto, il terzo, il secondo e il primo lo hanno preceduto. Nessuna spiegazione, vogliamo guardare i documenti, visto che noi siamo diventati proprio bravi a compiere questa analisi.
Glielo chiediamo perché tramite la sua graduatoria, a nostro avviso in maniera scandalosa, è diventato il motivo per cui tre persone, di cui una sicuramente non in possesso di titoli paragonabili neanche lontanamente a quelli vantati del signor Mario, e altre due, con un tempo di militanza in ospedale molto inferiore, sono state assunte e oggi sono dipendenti a tempo indeterminato dell’azienda ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta.
Glielo chiediamo perché è stata quella sua graduatoria a determinare una delle vicende più vergognose della storia pur non edificante del massimo nosocomio della provincia di Caserta. La vicenda del signor Mario che, dopo 38 anni di lavoro è stato messo di fatto alla porta senza remissione e con un cinismo che la dice lunga sulle qualità umane di chi ha retto e regge le sorti di questa azienda.
FINE INTERMEZZO – TORNIAMO AL SIGNOR MARIO
Come capita a certi film impostati sul flashback e dunque su un epilogo che viene cronologicamente rovesciato e che come prima scena fornisce al pubblico l’esito della vicenda, riavvolgiamo una porzione del nastro.
Ovviamente, dopo averlo allegramente preso lì dove il sole non batte mai, al buon signor Mario fu detto “Non ti preoccupare, c’è mancanza di personale con tutto questo casino del covid. Sono tutti idonei perché servono tutti e sei. Iniziano a lavorare i primi tre, noi abbiamo potuto fare la prova pratica vera per la pandemia, capirai, no? Insomma, signor Mario vattene a casa e stai sereno”.
Alla luce di quello che è successo dopo, possiamo dire oggi che queste rassicurazioni hanno rappresentato un’azione sadica, furba, amministrativamente immorale, discriminatoria. Queste rassicurazioni furono date nel gennaio 2021, a concorso chiuso.
Con i tre che lavorano al magazzino della Farmacia (due dei magazzinieri licenziati e uno dei due necrofori, la carenza che si sviluppo nel magazzino generale), quella “necessità di personale” di cui Gubitosa aveva parlato, per tenere buono il signor Mario, è stata, infatti, dopo qualche settimana totalmente tradita dall’ancora una volta inopinatissima decisione del direttore generale di far arrivare da Napoli due operatori socio sanitari provenienti dalle corsie ospedaliere di quella guerra mortale contro il covid, per cui morirono tanti operatori e tanti infermieri.
Insomma, dalla trincea a un comodo ufficio al magazzino generale, dove i due, non tanto per cattiva volontà, ma perché non conoscevano i contenuti di quel tipo di lavoro, si girano letteralmente i pollici per diversi mesi. Sono tanti in quel periodo a chiedersi se i santi in paradiso, coloro o colui che li avevano tolti dal rischio fatale delle corsie covid, riparandoli al caldo e al sicuro, abitassero o abitasse all’interno dell’ospedale civile di Caserta o se invece ci trattasse di persone o persona di influenza esterna all’Azienda casertana.
Fatto sta che questi due, operatori sanitari e non certo magazzinieri, usurpano il posto a cui che il signor Mario avrebbe avuto pieno diritto di ricoprire.
A questo punto, di fronte all’inazione dei due miracolati, il direttore generale Gubitosa, pressato dai primari, dai capisala, dagli stessi sindacati, che gli chiedevano di utilizzare veri magazzinieri, personale esperto e specializzato nei magazzini ospedalieri, unico polmone di rifornimento dei reparti sanitari, garantiva che di lì a poco avrebbe contattato il Centro dell’Impiego (aridalle!) affinché venissero si procedesse all’assunzione di magazzinieri.
Di fronte a questo fermento, il signor Mario si rianima. Ovviamente, si reca in ospedale per avere qualche notizie e viene accolto da un Gubitosa come sempre disponibilissimo: “Manca poco signor Mario, ho fatto la richiesta. Poco tempo e sarai in magazzino”. Si rianima e stavolta è convinto che toccherà di nuovo a lui. D’altronde Gubitosa lo accoglie come sempre a bracce aperte, con lo sguardo contrito di chi non è riuscito a risolvere il suo problema finora.
Un brivido freddo però percorre la schiena del povero signor Mario quando, dopo aver ricevuto un po’ di pacche sulle spalle, Gubitosa dinanzi alla domanda che il signor Mario crede di avere risposta scontata sul certo utilizzo della graduatoria ancora vigente e che lo posiziona al quinto posto, dunque al secondo, visto che i primi tre sono già entrati, viene letteralmente fulminato.
“Mannaggia – gli dice riallargando ancora una volta le braccia un contrito Gubitosa – quella graduatoria non è più buona. Ha una durata di 8 mesi e da poco è stato superato il limite”.
Davanti ad un’affermazione simile, si sarebbe potuto rispondere: “Ma la graduatoria era lì da mesi. Perché hai chiamato due Oss da Napoli e li hai messi nel magazzino se serviva personale specifico? Con la conseguenza che si sono incavolati in tanti, perché ‘sti due nei reparti non si sono visti neanche di striscio”.
“Signor Mario – così immaginiamo possa aver risposto Gubitosa – ma mo’ stai a spacca’ il capello. Quel che fatto è fatto, ma qui la cosa è rapida. Tu devi star sereno, devi dormire sonni tranquilli. Che ci mettiamo? Qualche giorno. Siamo ad aprile 2022, per l’estate sei a lavoro”.
Trascorre un mese, poi il secondo, poi inizia quella che è diventata quasi l’estata più calda di sempre. Arriva ferragosto e non si vede lo straccio di un bando. In poche parole, non viene attivata alcuna procedura con il collocamento.