L’interrogatorio di Pasquale Corvino: “Quei 3 mila euro li ho dati all’unica azienda che affiggeva i manifesti a CASERTA. Io sempre corretto e in buona fede”

8 Febbraio 2019 - 09:52

CASERTA – Si è svolto, ieri, al cospetto del giudice per le indagini preliminari, Paola Piccirillo, l’interrogatorio di garanzia di Pasquale Corvino, che si trova ai domiciliari dalla mattinata di martedì scorso, accusato di voto di scambio e di concorso esterno in associazione ai sensi dell’articolo 416 bis.

Presenti anche il pubblico ministero della dda, Luigi Landolfi, titolare dell’indagine, e Roberto Garofalo, avvocato difensore di Corvino.

L’indagato che avrebbe potuto anche avvalersi della facoltà di non rispondere, ha voluto, invece, rispondere a tutte le domande che gli sono state poste. Ha voluto premettere di aver militato in politica per 20 anni, ricoprendo cariche di ogni genere, con un consenso confermato per un lasso di tempo molto ampio.

Per quanto riguarda l’accusa sui tremila euro consegnati ad esponenti della criminalità casertana, Corvino ha dichiarato che quei soldi sono stati dati ad una societa’ che in quel momento era l’unica ad effettuare il servizio di affissione manifesti, sottolineando che la consegna del denaro avvenne durante la campagna elettorale del 2015, in cui non venne eletto.

In conclusione, l’indagato si è dichiarato estraneo ad ogni altra contestazione e di essersi sempre comportato con onestà e buona fede. La società di cui si parla è la Clean Service di Maria Grazia Semonella,

moglie di Capone, indagata insieme al marito. Società che si è mossa in regime di monopolio e alla quale ogni candidato che voleva affiggere dei manifesti, doveva rivolgersi perchè altre, sulla piazza, per motivi facilmente comprensibili, non ce n’erano.