Liti improbabili. Due come Colombiano e Marcello De Rosa non possono scornarsi. Le imprese trita-milioni “si mettono in mezzo” e tra i due è già pace necessaria

8 Agosto 2025 - 19:56

Si sono incontrati nei giorni scorsi per svelenire il clima creato dalle dichiarazioni dell’ex sindaco di Casapesenna. Non si tratta di politici che possono polemizzare in pubblico perché il meccanismo che gli ruota intorno non glielo permetterebbe mai

CASAPESENNA/SAN MARCELLINO – Marcello De Rosa e Anacleto Colombiano non sono politici come tutti gli altri. A voler essere generosi, diciamo che si tratta di due politici sui generis. Non appartiene al Dna di questo tipo di politico, quello nato nell’epicentro dell’agro aversano, la possibilità di litigare seriamente. Nel senso che sottobanco, al di fuori dei riflettori e dell’attenzione dei media, due come De Rosa e Colombiano possono anche litigare.

Semmai lo dovessero fare, il fatto che non si sia saputo in giro o che si sia saputo solo in cert giri, renderà agevole il ricorso ad un alfabeto ben conosciuto che declina la particolarissima tipologia di politica che si fa nell’agro aversano e nei luoghi in cui la politica, attraverso un utilizzo spesso discutibile del pubblico denaro per alimentare costantemente il fulcro di tutti i motori di quella economia e società: cemento, appalti, imprese e tanti quattrini che girano.

Se invece capita, com’è capitato in questi giorni, che uno di questi politici sui generis perda i freni inibitori e magari si scordi di essere stato il sindaco di Casapesenna, di essere ancora l’uomo di riferimento dell’economia assistita, degli appalti di questa cittadina che purtroppo non gode, non certo per colpa nostra, di una buonissima reputazione, allora il sistema viene sorpreso per qualche ora.

Ma è un sistema tanto forte, così permeato e consolidato dagli interessi economici, da possedere gli anticorpi affinché quel momento di ricreazione, del tutto anticiclico rispetto ai codici non scritti della politica così come si è fatta sempre e si fa ancora a Casapesenna, Casal di Principe, San Marcellino, eccetera, ritorni nei ranghi e si riadegui alla ritualità di un’amministrazione comunale dell’agro aversano. Stiamo parlando di De Rosa e Colombiano, uomini che oggi sono divenuti anche molto ricchi, al punto che da un lato De Rosa ritiene di poter affrontare una campagna elettorale insieme al suo nuovo amico del cuore Clemente Mastella, per diventare consigliere regionale, dall’altro lato Colombiano, grazie al patto di ferro politico e forse anche economico con Giovanni Zannini, si è aggiudicato in scioltezza le elezioni provinciali, proseguendo la sua irresistibile ascesa, che ha portato lui e la sua famiglia a diventare negli ultimi dieci anni tra le più facoltose dell’agro aversano e forse della provincia di Caserta, come dimostra il parco auto a disposizione dei figli del sindaco di San Marcellino.

I due, insomma, non possono litigare. De Rosa, che ha appoggiato Colombiano alle provinciali, deve sapere che il comandante è Giovanni Zannini e lui non può pensare di conservare gli effetti dei colpi gobbi realizzati dal vicepresidente reggente della Provincia last minute, con le nomine a Terra di Lavoro e col naso ficcato dentro alla Gisec.

Quelli sono feudi di Zannini. Da lì devono arrivare centinaia se non migliaia di voti per il mondragonese alle prossime regionali. De Rosa ha provato a forzare la mano ed è stato subito ridimensionato da Colombiano, che di Zannini è un vassallo ma comunque un vassallo di serie A, in grado in qualche circostanza finanche di parlare pari a pari col mondragonese.

Tutto il mondo delle imprese dell’agro aversano che da anni, a partire da Giorgio Magliocca, sta facendo “soldi con la pala” con gli appalti alla Provincia, non ha certo visto con favore la presa di posizione di Marcello De Rosa, che addirittura, violando un dogma dialettico tipico di quelle zone, ha minacciato di andare dalle guardie, cioè di rivolgersi alla Procura della Repubblica contro Colombiano. Tre o quattro di questi personaggi sono intervenuti in questi giorni e hanno propiziato un incontro tra De Rosa e Colombiano, ricordando ad entrambi di appartenere alla stessa fagia genetica. Occorre la pax perché solo dalla pace si possono muovere tranquillamente gli interessi milionari che da anni sono attivati nelle stanze dell’amministrazione provinciale e che hanno permesso alle ditte di Casapesenna, Casal di Principe, San Marcellino, Trentola, di Villa di Briano, di fare soldi a palate.

Mediatori di pace le imprese milionarie. Una iniziativa che, a quanto si sa, ha già prodotto un risultato, quello di distendere i nervi e ricreare un filo di relazioni migliorate tra Colombiano e De Rosa in nome della pax degli appalti.