LO “STAFF” DI MICHELE ZAGARIA E I LAVORI ALL’OSPEDALE DI CASERTA. Confisca definitiva dei beni all’imprenditore Raffaele Donciglio. E per i buoni postali…
27 Maggio 2023 - 11:23
CASAPESENNA – Raffaele Donciglio appartiene alla prima fascia degli imprenditori che il boss Michele Zagaria portava in un palmo di mano.
La vicenda giudiziaria è arcinota. Nel 2016 Donciglio è stato condannato a 7 anni di reclusione, riuscendo ad ottenere la scarcerazione con la pena alternativa degli arresti domiciliari a partire dal 2019. L’imprenditore è stato individuato quale espressione imprenditoriale clan dei Casalesi, gruppo Zagaria a vantaggio del quale avrebbe gestito il controllo degli appalti con particolare riferimento a quelli relativi all’Azienda Ospedaliera “S. Anna e S. Sebastiano” di Caserta.
Parallelamente ai giudizi relativi alle pene detentive, hanno camminato anche quelli riguardanti le misure di prevenzione di tipo patrimoniale.
A suo tempo, Donciglio subì un sequestro di beni intestati a lui e ai suoi familiari per un importo complessivo di circa 6 milioni di euro.
Questo sequestro si tramutò in confisca non definitiva per effetto di una sentenza emessa dalla sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, confermato dalla corte di Appello di Napoli.
Nei giorni scorsi è arrivata anche la sentenza definitiva della corte di Cassazione a cui si era rivolta la difesa di Donciglio.
Sostanzialmente, i giudici della Suprema Corte hanno confermato ciò che era stato sentenziato prima a Santa Maria Capua Vetere e successivamente a Napoli.
A dire il vero, non abbiamo ancora avuto la possibilità di leggere il ricorso e le motivazioni della Corte non sono state ancora pubblicate. Quindi, non sappiamo se in primo o in secondo grado i tribunali avessero estrapolato dalla massa contestata i circa 200 mila euro in buoni postali di cui, sicuramente, la Cassazione ha disposto la restituzione a Donciglio.
Un atto eseguito dalla Direzione Investigativa Antimafia di Napoli che, contestualmente, ha, però, chiuso la partita con tutto il resto del patrimonio di Donciglio per il quale la stessa Cassazione ha sancito in pratica la confisca definitiva, restringendo, almeno nella maggior parte dei suoi contenuti, il ricorso dei difensori.