LOCKDOWN, LE ULTIMISSIME. De Luca, come sempre, fa il furbo. Ipotesi di coprifuoco totale dalle 18 in poi. Ma i governatori virtuosi dicono…

1 Novembre 2020 - 18:05

Il presidente della Regione Campania teme delle misure variabili, territorio per territorio. Perchè a quel punto, a parità di contagiati quotidiani, finanche questi crummoloni dei campani dovrebbero chiedersi perchè noi chiudiamo tutto e il Veneto, che ha messo a posto la sua sanità, no. Il nodo centri commerciali

 

REGIONALE – (g.g.) La situazione delle province di Napoli e Caserta è stata precisamente monitorata nel corso dell’ennesima riunione tra governo e presidenti delle regioni, svoltasi oggi. E’ chiaro e comprensibile che ci siano i governatori più virtuosi, cioè quelli che hanno messo a posto la situazione dei propri posti letto, della terapia intensiva e degli ospedali che ora dicono chiaro e tondo al governo che considererebbero ingiusto, iniquo, mortificare la virtù a favore di chi virtuoso non è stato.

E il pensiero non può non andare al governatore della Campania Vincenzo De Luca, il quale morirebbe dalla voglia di chiudere almeno due province su 5, per l’appunto Napoli e Caserta, ma sa bene che se ciò avvenisse nell’ambito di una strutturazione selettiva e parziale del lockdown, finalizzata a premiare le regioni che hanno meno problemi con la sanità, ma solo perchè hanno dei presidenti seri che negli ultimi mesi sono stati sul pezzo e hanno attivato tutto ciò che serviva per fronteggiare la seconda ondata, lui rimarrebbe veramente a petto scoperto, perchè a quel punto, con volumi di contagio simili, mezza Campania chiuderebbe e ad esempio il Veneto no.

La differenza la farebbe la minima percentuale dei non asintomatici che il Veneto riesce a gestire nei suoi ospedali e la Campania, naturalmente, no, perchè il De Luca tra un’esibizione e l’altra in tv, avrebbe dovuto mettere in opera 499 nuovi posti di terapia intensiva e non è riuscito invece ad aprirne neanche 100. Ecco perchè oggi pomeriggio dice che i campani non capirebbero se le misure non fossero nazionali e non coinvolgessero tutti.

E invece no, caro De Luca. A quel punto, anche degli allocchi quali si sono dimostrati i campani da marzo fino a due o tre settimane fa, capirebbero definitivamente, dato che a quel punto non servirebbe un ragionamento complicato per darsi una risposta sul perchè, con gli stessi contagiati giornalieri, una regione continua a vivere, a sviluppare, seppur a scartamento ridotto le sue attività e un’altra regione, nello specifico due province che però ne rappresentano i due terzi, chiuderebbe i battenti.

Insomma, il solito furbone che però può continuare a galleggiare proprio grazie allo scarso spessore della riflessione di cittadinanza dei suoi corregionali.

Per il resto, com’era largamente prevedibile, si è formato di una sorta di fronte dei governatori di centrosinistra, i quali, attraverso Bonaccini, presidente della regione Emilia Romagna nonchè guida dell’associazione delle Regioni italiani, i suoi colleghi Michele Emiliano, per la Puglia, Giani per la Toscana e De Luca che si accoda, a proporre una sorta di mezzo lockdown che consisterebbe in un divieto di circolazione, ovviamente derogata attraverso le solite autocertificazioni che però a quel punto, per quanto riguarda gli impegni di lavoro sarebbero molte di meno, dalle 18 in poi. Insomma, un coprifuoco tout court.

In più, sarebbe decretata la chiusura dei centri commerciali durante i fine settimana. Emiliano ha propugnato la conferma della chiusura completa delle scuole per quanto riguarda le lezioni in presenza, appoggiato naturalmente da De Luca.

A questo punto non resta che attendere cosa farò il governo nelle prossime 18/24 ore, dato che il premier Conte ha annunciato che stavolta il Dpcm non sarà presentato di domenica bensì di lunedì.