L’ORDINANZA. Politica e MAZZETTE. La cricca dei sindaci. Anni fa dicevamo che alla Stazione Unica truccavano le gare e Vincenzo Sposito…

12 Dicembre 2019 - 13:35

LUSCIANO(g.g.) Ieri abbiamo cominciato a spiegare il nuovo enorme merdaio sviluppatosi nel comune di Lusciano, già rinomato dai tempi andati, quelli targati Emini, Cesaro e compagnia cantata. 13 milioni di euro circa di finanziamenti regionali per il rifacimento della rete fognaria, ottenuti con una mastodonica messa in scena, una trasposizione, naturalmente fraudolenta e criminale di carte progettuali che giacevano nei cassetti dall’anno 2001, con tutti gli importi indicati in lire e che, attraverso dei fotomontaggi e delle modifiche aritmetiche di mera equivalenza tra lira ed euro, sono diventati la documentazione con cui negli ultimi anni il comune, amministrato da Nicola Esposito, ha chiesto i finanziamenti regionali (CLICCA QUI PER LEGGERE).

Il secondo e il terzo capo di imputazione provvisori dell’ordinanza sulle mazzette e sugli imbrogli nel già citato comune di Lusciano, in quello di Villa Literno e come vedremo anche nell’ambito dell’Anas di Cagliari e dell’Area Metropolitana di Napoli, cioè la vecchia amministrazione provinciale, esaminano altri aspetti della medesima operazione della rete fognaria.

Intanto, in questa sorta di recupero archeologico, della serie non si butta via niente, in questa incredibile idea di riciclaggio spinto, non già di danaro sporco ma di documenti obsoleti e non più utilizzabili, non poteva mancare, pena il fallimento della idea criminale, il contributo, il timbro e la firma di chi, nel 2001 aveva redatto il progetto. E anche qui, via libera alla fiction targata Esposito, targata Grimaldi,

cioè l’assessore ai lavori pubblici, targata infine Anastasia Russo, dirigente dell’ufficio tecnico.

C’era una volta una Ati formata da G.O.P srl, EHS srl ingegneria idraulica e ambientale e geologo Pasquale Marenna. Aveva la sua dimensione costitutiva nell’area del Beneventano della Valle Telesina, ed era rappresentata da antonio Onofrio, un esperto ingegnere di Faicchio, residente nella contrada agricola, riccamente agricola dedita all’ortofrutta e al tabacco, di Cortesano, il quale interagiva con un altro professionista, anche lui di Faicchio, anche se trapiantato negli anni giovanili nella confinante San Lorenzello, cioè Pasquale Marenna.

Questa Ati non esiste più da anni e anni e tutto quello che è successo a Lusciano è stato fatto, secondo l’ipotesi accusatoria, grazie al concorso di Antonio Onofrio, il quale non a caso risulta indagato, all’insaputa dunque di Pasquale Marenna, assolutamente estraneo a questa vicenda. In poche parole, Antonio Onofrio ha attualizzato le carte di allora. Insomma, una fiction che può evocare in qualche modo il famoso film ritorno al futuro con uno spostamento di una intera struttura amministrativa dall’anno 2001, agli anni 2014 e 2015.

Il capo di imputazione numero 3 coinvolge una vecchia conoscenza di CasertaCe. Quando chi scrive già nel 2010 affermava che la Stazione unica appaltante di Caserta, così com’era stata depotenziata dopo che all’inizio si pensava di costituirla con il contributo e la partecipazione diretta dei comandanti provinciali dei carabinieri e della guardia di finanza, del questore e via discorrendo, non serviva a nulla, anzi avrebbe rappresentato uno strumento per rendere ancora più difficile la lotta alla corruzione, dato che quello schermo istituzionale avrebbe consentito impunemente di trasferire i reati di turbativa d’asta, gli appalti truccati dagli uffici dei singoli comuni a quello della stazione unica appaltante, ci veniva e mi veniva detto di ringraziare il cielo di essere un piccolo giornale altrimenti quelle gravissime affermazioni che coinvolgevano anche una pesante culpa in vigilando della prefettura, avrebbero scatenato l’inferno contro questo giornale e contro il sottoscritto come se CasertaCe e il sottoscritto non l’avessero attraversato il loro inferno prima di diventare credibili agli occhi delle istituzioni che lavorano sul territorio per reprimere questi fenomeni criminali.

Il tempo è galantuomo. quel dirigente della SUA, cioè il maddalonese Vincenzo Sposito, torna ad essere ancora una volta il protagonista di un’indagine per una gara truccata, l’ennesima gara truccata. Questo schifo messo in piedi dal comune di Lusciano, fu sofficemente associato alle procedure della stazione unica e di Sposito, e spostato sostanzialmente dal provveditorato Opere pubbliche Campania-Molise dove lavorava e riteniamo lavora ancora Nicola Grimaldi.

Sposito ancora una volta indagato com’è successo già in altri procedimenti, ma soprattutto ancora una volta additato come il protagonista di quella stazione unica appaltante di cui noi da soli denunciavamo le malefatte.

In poche parole, non solo quella di Lusciano è stata la più grande operazione farlocca, da vera e propria “banda dei disonesti”, ma ha sublimato se stessa nella gara d’appalto truccata svoltasi alla Stazione unica appaltante di Caserta.

Va bè, ci daranno una medaglietta di latta.

 

QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’ORDINANZA