MADDALONI. De Filippo revoca (giustamente) l’ordinanza sul divieto di esporre rifiuti umidi. Ma è caos di atti e vi spieghiamo perché

12 Luglio 2019 - 18:39

MADDALONI (g.g.) – Il sindaco Andrea De Filippo, dopo la obbligata pausa legata ai noti problemi familiari attraversati nelle scorse settimane, ha ripreso il controllo della situazione. Ma non ce la farà, nonostante sia uno che, se si ferma a ragionare un attimo, ha intelligenza da vendere per trovare soluzioni logiche, a riparare tutti i disastri provocati dalle iniziative sconcertanti della coppia formata dall’assessore Salvatore Liccardo e dal responsabile dell’area Rifiuti del comune Arturo Cerreto.

Non ce la potrà fare perché la sovrapposizione di atti che smontavano quelli precedenti, in una sorta di giostra impazzita, provocata dalla scellerata idea di affidare la cura dello smaltimento della frazione umida dei rifiuti ad un’impresa di intermediazione, cioè la Fir Ecologia, non potrà ricostruire un quadro di legalità piena, collegando questa alla soluzione del problema gravissimo di raccogliere i rifiuti più delicati e pericolosi per la salute umana, che sono proprio quelli definiti umidi, peraltro nel pieno della stagione estiva.

L’ordinanza con cui Andrea De Filippo revoca l’altra ordinanza, che vietava ai maddalonesi di esporre i sacchetti contenenti l’umido, è un atto necessario. Il sindaco non poteva fare altrimenti, anche perché, continuando con quel divieto, il comune stava avallando, in pratica, l’azzeramento di ogni forma di sversamento dei rifiuti da parte dei cittadini attraverso sistemi collegati agli ultimi anni del XX° secolo e ai primi del XXI°.

Quell’ordinanza era ipocrita perché in pratica avallava una ristrutturazione del sistema antico del “talequale”, per capirci bene, facciamo un secchio grande dell’immondizia, dove mettiamo tutto, dalle “scorze” della frutta, al cartone, dalla carta umida a quella secca e buttiamo tutto in un sacchetto che andrà a finire in uno dei camion, chiamarli compattatori ormai diventa superfluo, della Buttol che trasporta il talequale  maddalonese allo Stir di Santa Maria Capua Vetere, il quale ha già i cazzi suoi da affrontare l’emergenza della sospensione del termo-valorizzatore di Acerra e che, di fronte a ciò, si vede arrivare una massa di monnezza non divisa, un “indifferenziatissimo”, peraltro pesante il doppio o il triplo, rispetto a quello arrivato da Maddaloni fino a tre settimane fa.

Inutile dire che la monnezza si paga a peso e quindi dalla Gisec che gestisce lo Stir dovrebbero arrivare, per queste due settimane, delle stangatine mica da ridere. Insomma, era strettamente necessario che De Filippo facesse quest’ordinanza, anche al costo di esporre se stesso al rischio di dover spiegare cosa diavolo ha combinato ancora Arturo Cerreto, nel momento in cui lui stesso ha scritto nella risposta ufficiale, spedita al consigliere comunale Edoardo Tontoli, ha revocato di fatto l’affidamento a 302 euro a tonnellata alla S&G Service di Acerra.

Quando scriviamo “ha revocato di fatto” cerchiamo di pesare le parole nel rispetto del diritto amministrativo. A Tontoli, infatti, il funzionario Cerreto: “[…]Dato che nella giornata dello 08/07/2019 la ditta incaricata “S & G Service s.r.l.” ancora non aveva indicato l’impianto ove conferire i rifiuti organici dell’Ente, questo Ufficio ha provveduto ad inviare nuovi inviti a piattaforme con la richiesta di disponibilità a recepire i rifiuti e il corrispettivo economico“.

Bene. Bravo. Bis. Ora, se nella revoca dell’ordinanza De Filippo ci dice che è operativa la S&G Service, ditta che non è stata neppur invitata l’8 luglio, essendosi dimostrata inadempiente, secondo Cerreto, al terzo giro di chiamate; ci fate capire se esiste un diritto maddalonese, una roba in stile pizza, giambotta e cardilli fuori dal tempo, in deroga al codice degli appalti e a una cifra minima di rispetto dei procedimenti amministrativi? La S&G? Toglie gli sfalci e le potature da via Viviani, e questo lo stava già facendo prima dell’intervento tranciante di Cerreto, mette a disposizione degli scarrabili noleggiati e il trasporto della monnezza umida non si sa dove, alla “rispettabile” cifra 302 euro a tonnellata. Tutto ciò in applicazione degli esiti dell’affidamento frutto della gara definita il 4 luglio, rispetto alla quale, tra quasi 20 ditte invitate all’ora, aveva risposto solo la S&G.

E la gara dell’otto luglio?

Vabbé, fermiamoci qui. Se per Prefettura, Carabinieri, Finanza e Procura è tutto okay, va bene anche per noi. Altrimenti rischiamo di diventare tossicodipendenti di analgesico.

P.S. Domani avremo il tempo di specificare la vita e le opere di S&G Service. Solita solfa.