MADDALONI. Eduardo Esposito picchiatore del clan, i Senneca schierati a far voti per Teresa e quell’assunzione nella DHI

19 Dicembre 2018 - 19:20

MADDALONI – C’è un tratto che mette insieme e riduce a ragion comune le dichiarazioni dei diversi collaboratori di giustizia, inserite nella recente ordinanza sul voto di scambio alle ultime elezioni comunali maddalonesi: Eduardo Esposito, l’uomo che insultò il Pm Luigi Landolfi immediatamente dopo la lettura della sentenza di condanna all’ergastolo di suo fratello Antonio, detto “o’ sapunaro”, non è un personaggio asceso al (dis)onore delle cronache per questo grave atto intimidatorio consumato in un’aula di tribunale.

Il suo nome è, infatti, noto ai magistrati della Dda di Napoli sin dal 2015, forse addirittura dall’anno prima.

E veniamo al minimo comunale denominatore: Antonio Farina “o’ russo”, Michele Lombardi “o’ cecato” e Juri La Manna (una sorta di Garibaldi al contrario, eroe “delle due camorre” essendo stato il solo, probabilmente, ad aver conquistato il tesserino sia del clan Belforte che del clan dei Casalesi) considerano Eduardo Esposito un uomo di riferimento del gruppo criminale; uno che si è mosso, nel campo del traffico degli stupefacenti e in quello delle estorsioni, in nome e per conto del fratello Antonio.

Farina dichiara addirittura che Eduardo Esposito è stato utilizzato anche come picchiatore della criminalità organizzata maddalonese.

Sicuramente è stato, come dichiara Lombardi, cinghia di trasmissione tra la famiglia Senneca e gli interessi del fratello Antonio.

Quando questi è stato in carcere, infatti, i Senneca, che lo stesso Lombardi definisce sempre molto impegnati per le campagne elettorali di Teresa Esposito, sorella di Antonio ed Eduardo.

Ultima notazione, il posto di lavoro. Sempre Lombardi afferma una cosa che ha trovato ampio riscontro nella realtà e anche all’interno dell’ordinanza che portò all’arresto dell’allora sindaca Rosa De Lucia.

Quest’ultima, per ricompensare la famiglia Esposito dell’appoggio fornito (Teresa candidata ed eletta nella lista civica Terra Mia, costruita dalla stessa De Lucia e dal suo protettore politico Carmine Esposito delle pezze americane) chiese e ottenne da Alberto Di Nardi proprio l’assunzione di Eduardo Esposito.

Di Nardi, per non dare nell’occhio, lo collocò nel cantiere di San Nicola la Strada, salvo poi lamentarsi, come emerge chiaramente dalle intercettazioni dell’ordinanza su Rosa De Lucia, del fatto che Eduardo il posto l’aveva avuto, lo stipendio a fine mese lo riceveva, ma a lavorare non ci andava praticamente mai.