MADDALONI. 60enne costretta al carcere poi assolta da ogni accusa dopo 11 anni di odissea giudiziaria. Sarà risarcita per ingiusta detenzione

19 Ottobre 2025 - 19:30

Era stata accusata di estorsione, furto in abitazione, tentata estorsione e incendio doloso

MADDALONI – Una lunga e complessa vicenda giudiziaria, iniziata nel marzo del 2014, ha trovato il suo epilogo in questi giorni. Protagonista G.I., donna maddalonese oggi sessantenne, al centro di un processo che ha visto alternarsi gravi accuse, periodi di restrizione della libertà personale, e infine una piena assoluzione con riconoscimento della riparazione per ingiusta detenzione.

Tutto ebbe inizio il 7 marzo 2014, quando il GIP presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, su richiesta della Procura, dispose la custodia cautelare in carcere nei confronti della donna, che venne tradotta presso il carcere femminile di Pozzuoli. Le accuse mosse nei suoi confronti, sulla base della denuncia del sig. C.P., riguardavano gravi reati: estorsione (dicembre 2012), furto in abitazione (agosto 2012), tentata estorsione e incendio doloso (2 gennaio 2014).

Nel corso dell’interrogatorio di garanzia, G.I., assistita dall’avvocato Mario Corsiero, fornì ampie spiegazioni e produsse documentazione ritenuta rilevante, tanto che il 17 marzo 2014 fu disposta la sostituzione della misura carceraria con quella degli arresti domiciliari nella sua abitazione di Maddaloni.

Ma la situazione si complicò ulteriormente il 14 aprile 2014, quando la donna venne trovata nell’androne del suo stabile, e non all’interno della propria abitazione. L’episodio portò a una denuncia per evasione, con successiva condanna il 19 novembre 2018 a 1 anno e 4 mesi di reclusione. A causa della violazione della misura domiciliare, fu nuovamente disposta la custodia in carcere il 16 aprile 2014, dove rimase fino al 21 luglio, quando le fu concessa nuovamente la detenzione domiciliare.

Il processo principale fu lungo e segnato da ritardi, anche a causa delle difficoltà nell’audizione dei testimoni, alcuni dei quali si sottrassero per più udienze all’obbligo di testimoniare, tanto da rendere necessario il loro accompagnamento coattivo.

Solo il 25 marzo 2025, dopo undici anni, il Giudice Monocratico presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere emetteva la sentenza di assoluzione di G.I. per insussistenza del fatto, liberandola definitivamente da ogni accusa.

A seguito della sentenza passata in giudicato, nel febbraio 2016 fu presentata istanza di riparazione per ingiusta detenzione. Tuttavia, la Corte di Appello di Napoli, dopo anni di attesa, rigettò la richiesta il 3 febbraio 2022. L’avvocato Corsiero propose quindi ricorso in Cassazione, che fu accolto il 10 novembre 2022, con rinvio alla Corte d’Appello per un nuovo esame.

Nel frattempo, in sede d’appello fu anche annullata la condanna per evasione, con assoluzione piena perché il fatto non costituisce reato.

Infine, la Corte d’Appello di Napoli, facendo propri i principi espressi dalla Cassazione, il 13 ottobre 2025 ha accolto l’istanza risarcitoria avanzata dal legale della donna, riconoscendo a G.I. una cospicua somma a titolo di riparazione per l’ingiusta detenzione subita, tra carcere e arresti domiciliari.

Una storia iniziata nel lontano 2014 si chiude oggi, ottobre 2025, con il riconoscimento dei diritti della persona e la soddisfazione finale della giustizia. G.I., pur nella complessità e nella lunghezza del procedimento, non ha mai perso fiducia nella giustizia, come sottolineato dal suo difensore, avvocato. Corsiero: “Una vicenda che dimostra quanto sia importante non arrendersi mai e continuare a credere nella verità, anche quando il percorso è lungo e tortuoso.”