MARCIANISE. Ci mancavano solo la birra, il chinotto e il “padrone e sotto”. Pino Riccio stravaccato su una poltrona dell’Ufficio Viabilità, Spasiano “gli salta al collo”
21 Giugno 2019 - 18:26
MARCIANISE – Si è capito da un pezzo che Pino Riccio si ritiene, non a torto, un anello fondamentale per la sopravvivenza, perseguita ad ogni costo e con ogni mezzo, della sindacatura di Antonello Velardi.
Ritiene, dunque, il Comune un luogo in cui vige un regime di cose inerente al funzionamento della macchina amministrativa molto affine al suo modo di essere e di pensare.
Da esperto politico e da ancora più esperto tecnico, che collega la sua professione alla politica, Pino Riccio sa che non esiste posto in cui meglio si esplicita il detto del ciuccio che va sempre attaccato dove vuole il padrone più evidente del Comune di Marcianise.
Essendo dunque lui una unità marginale, nel senso microeconomico dell’espressione, della maggioranza che tiene Velardi sulla poltrona, ritiene, e non sbaglia a pensarlo, che potrebbe camminare anche nudo o al limite in costume adamitico nei vari uffici senza che nessuno gli dica nulla, anzi, incassando applausi e complimenti.
Per cui non deve sorprendere se Riccio requisisce le stanze degli impiegati dell’Ufficio Tecnico e quello dell’Urbanistica, divenuti un suo feudo come ha ampiamente dimostrato la vicenda della concessione lampo ottenuta in nome e per conto della signora Antonietta Della Gatta per la ristrutturazione dei capannoni A-Z Surgelati, semidistrutti da un incendio e poi rilevati da questa famiglia di imprenditori di Capodrise.
Il problema di Riccio è che Velardi ha epurato i vari Spasiano e Fulvio Tartaglione, ma non li ha potuti cacciare dal Comune. E ora questi vagano nei corridoi e attorno alle stanze non vinti, non rassegnati.
Non sono dantesche anime in pena, ma “can che dormono” con un occhio solo, mentre l’altro è aperto e vigile.
E così, quando Pino Riccio con il suo proverbiale charme, con il suo aplomb da dandy anglosassone, si è letteralmente “sdraiato in modo così improprio che correttezza e senso civico impongono di non avere
nemmeno in casa propria” alla scrivania dell’Ufficio Viabilità, Gennaro Spasiano gli è saltato alla gola come lo stesso racconta in una lettera formale di protesta indirizzata al presidente del Consiglio, al sindaco, al vice sindaco, all’assessore alla Viabilità e al segretario generale.
Il testo integrale della missiva lo pubblichiamo in calce e vi esortiamo a leggerlo perché dentro c’è divertimento ma anche una denuncia di comportamenti molto gravi al di là delle posture e del bon ton violato: “(…) Riccio ritiene un diritto dovutogli –
in quanto Consigliere Comunale – che le pratiche presentate dallo stesso avessero una
strada privilegiata; diritto mai concesso dallo scrivente, come invece oggi gli viene
riconosciuto.
Solo per elencare un caso specifico: la pratica relativa al permesso di costruire in
sanatoria N. 41/2019 rilasciato dal dirigente del V Settore (di cui si allega il RENDE NOTO
datata 23.05.2019) in favore della sig.ra Della Gatta Antonietta, nata a Portico di Caserta
(CE) il 15.7.1969 ed ivi residente alla via Montello n. 30.
Per questa pratica in virtù del ritenuto acquisito diritto dovutogli perché Consigliere
Comunale il Consigliere Riccio ha scavalcato diverse pratiche presentate da cittadini e
ditte (…)”.
Hai capito niente? Pino Riccio è riuscito nell’impresa di rendere credibile la scena di un Gennaro Spasiano che si trasforma in una sorta di Monsignor Della Casa, impartendogli lezioni di galateo.
Figuriamoci a che livello siamo! Riccio avrebbe resistito, poi seppur in maniera molto spavalda e dopo diversi minuti si sarebbe alzato da quella poltrona e, attenzione, si sarebbe spostato da dietro la scrivania, ma si sarebbe anche portato con sé la poltrona sedendosi al lato della scrivania.
Perché la poltrona, come il babà, cantava una piuttosto eccentrica Marisa Laurito a Sanremo, è una cosa seria, posizionandosi al fianco di un altro consigliere comunale, cioè Luciano Buonanno, anche lui presente e, al pari di Riccio, persuaso del fatto che quella stanza istituzionale fosse diventato il tinello di casa loro.
Riccio avrebbe tentato di rivendicare il potere di un consigliere comunale di stare in una stanza dove ci sono, aggiungiamo noi, anche documenti delicati. Inutile dire che non è come dice Riccio.
Essere consigliere comunale, esprimere il proprio potere di controllo sulle attività amministrative, non significa entrare in un ufficio e appropriarsene trasformando la poltrona in branda.
Ma la parte più interessante della lettera di Spasiano è sicuramente l’ultima. Come leggerete, l’ex dirigente Suap mette nero su bianco il fatto che il permesso a costruire dato a Riccio in nome e per conto di Antonietta Della Gatta è frutto di un atto di illegalità o quantomeno di illegittimità.
Spasiano parla espressamente di “scavalcamento”, di discriminazione. E al riguardo cita una concessione in pratica bloccata, con richiesta di permesso a costruire presentata a ottobre e che solo a fine maggio è stata analizzata con conseguente richiesta di documentazione integrativa.
Insomma, un caso di doppiopesismo che rasenta, e questo lo diciamo noi, l’abuso di ufficio.
E siccome tutto ciò Spasiano lo ha formalizzato in una lettera ufficiale, siccome il “tutto ciò” è, a nostro avviso è una notitia crimis, Spasiano dovrà, riteniamo, essere convocato al più presto dall’autorità giudiziaria direttamente o dalla polizia giudiziaria delegata dalla Procura.
Il resto lo leggete nella lettera.