MARCIANISE. Dato che lavora con Arnone, ora Velardi “si spari con una gassosa”. Parla di noi, ma due giorni fa il PM ha chiesto un secondo processo per altri 21 casi di soldi rubati dalle tasche dei marcianisani

18 Novembre 2022 - 20:26

Manco a dirlo, a pochi giorni di distanza dal post in cui, come spesso gli capita, ci ha insultati, un Gip del tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha fissato il primo appuntamento per l’udienza preliminare per il prossimo 23 gennaio. Roma, Milano: stava dappertutto, eccetto che al comune, dove il suo amico e sodale Onofrio Tartaglione attestava che fosse

MARCIANISE (g.g.) – Ripetiamo in premessa, a costo di essere noiosi e ripetitivi: questo giornale, e anche io che lo dirigo, non siamo e non ci sentiamo assolutamente al di sopra delle critiche, delle confutazioni e, ancor di più, non siamo e non ci sentiamo al di sopra delle querele.

Per cui chiunque si senta, a suo modo, leso in quella che ritiene la propria onorabilità, non deve pensarci due volte, anche se, a pensarci bene, il signor Tizio, il signor Caio e il signor Sempronio, a due volte non ci arrivano, visto che come succede da alcuni anni a questa parte, ci pensa l’avvocato Genny Iannotti a verificare l’uscita dell’articolo, a valutare se esistano le condizioni affinché la persona o le persone oggetto dello stesso, possano ritenere plausibile e soprattutto possano ritenere gonfia di prospettive vittoriose la presentazione di una querela, in modo che questa possa essere considerata una sorta di passeggiata di piacere, attivando, in questo modo, un docile riscontro della legittima richiesta di un significativo onorario, che diventa una variabile indipendente da quello che poi sarà l’esito di quel procedimento.

Premessa forse ripetitiva, ma sicuramente d’obbligo, perché serve a stabilire un meccanismo di perequazione dei diritti. Dunque, l’ex sindaco di Marcianise, Antonello Velardi, può presentare tutte le querele del mondo; l’avvocato Iannotti può battere il record mondiale di patrocini contro il sottoscritto e questo giornale, ma noi di CasertaCE e chi lo dirige abbiamo pari diritto di esprimere il nostro pensiero in maniera forte e fermissima, in quanto questa forza è proporzionata alla determinazione con cui vengono mosse le accuse nei nostri confronti, quando queste vengono trasfuse in una querela e, dunque, diventano carne da fascicolo giudiziario.

Premessa terminata. Quindi, ritornando al discorso dell’altro giorno (CLIKKA E LEGGI) relativo alla nostra replica sul trionfale post con il quale il Velardi annunciava la mia citazione in giudizio, in riscontro ad una sua querela per diffamazione a mezzo stampa e in riscontro, aggiungiamo, alla nostra impossibilità di utilizzare i termini dei venti giorni previsti dall’articolo 415 bis del codice di procedura penale, in modo da difenderci già in sede di indagine con l’obiettivo di ottenere una richiesta di archiviazione, casca a fagiolo, come si suol dire, la seconda richiesta di rinvio a giudizio, formulata dal pubblico ministero della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, dottoressa Gerardina Cozzolino, a carico di Antonello Velardi e di colui che per qualche anno lo ha affiancato da segretario comunale, stiamo parlando naturalmente di Onofrio Tartaglione.

Mentre nel primo procedimento che di qui a poche settimane dovrebbe portare al rinvio a giudizio, con conseguente fissazione della data di inizio del processo in cui Velardi e Tartaglione dovranno rispondere dei reati di falso ideologico, commesso da pubblico ufficiale in atti pubblici, e di truffa, naturalmente entrambi contestati in concorso, ai sensi dell’articolo 110 del Codice penale, in questa seconda circostanza i casi sono ben ventuno e ammontano a 15 mila euro, precisamente 14.996,54 euro i quattrini truffati ai cittadini di Marcianise, grazie ad una emissione corposissima di carte false, secondo l’idea-guida maturata dal PM e fondamento costitutivo della richiesta di processo.

Se consideriamo anche le somme contestate nella prima indagine, scavalleremo di poco i venti mila euro. Dunque, circa un decimo dei soldi che dal Comune di Marcianise sono finiti nelle casse del quotidiano Il Mattino di cui Velardi al tempo era dipendente e che, naturalmente, dinanzi alle formali giustifiche delle proprie assenze, dovute alla necessità di assolvere alle proprie funzioni pubbliche, ogni due/tre mesi spediva una bella “bolletta” agli uffici di piazza Umberto, in modo che fossero questi a liquidare una quota di uno stipendio, complessivamente attestato sugli 8/9 mila euro mensili, che il datore di lavoro non aveva l’onere di dover pagare in quanto, sulla carta, in quei giorni, Velardi aveva lavorato per il popolo di Marcianise e non per Il Mattino.

Ma perchè affermiamo che la cifra accertata fino ad ora dalle indagini della Procura costituisce un decimo di quella complessivamente introitata dal Velardi? Lo sosteniamo perché, determina per determina, CasertaCE è arrivata nei suoi articoli-inchiesta del 2018, del 2019 e del 2020 a segnare in oltre 200mila euro le somme bonificate dal comune al giornale napoletano, in conseguenza dei permessi garantiti a Velardi dalle attestazioni di Tartaglione.

In calce a questo articolo pubblichiamo l’atto giudiziario attraverso cui il Gip del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, con decreto firmato l’altro ieri, mercoledì 16 novembre, ha fissato per il prossimo 23 gennaio 2023 l’inizio dell’udienza preliminare durante la quale il giudice deciderà se accogliere o meno la richiesta di processo formulata dal pubblico ministero.

In allegato a questo atto, ci sono i motivi che hanno indotto la dottoressa Cozzolino a chiedere che Velardi e Tartaglione siano processati. E lo siano per la seconda volta, per gli stessi reati, ma per un numero di episodi molto più numerosi rispetto a quelli messo nero su bianco a conclusione della prima indagine.

Ne leggerete di tutti i colori: presenze del sindaco, attestate dal segretario, in sedute di consiglio comunale anche in orari in cui Velardi si trovava conclamatamente fuori Marcianise, a Napoli, ad esempio, come risulta dalle informative che la guardia di finanza ha depositato nei primi mesi del 2021.

E poi, una marea di false presenze nelle sedute di giunta comunale. Attestazioni di Tartaglione, mentre Velardi si trovava il più delle volte a Roma, un paio di volte a Milano, sempre per motivi estranei all’esercizio del suo mandato istituzionale.

Nel documento che vi proponiamo integralmente li potrete leggere tutti, noi ne segnaliamo soprattutto due. Per la serie: “Anche le formiche nel loro piccolo si incazzano”, oppure, “quando ci vuole, ci vuole”, anche il segretario Tartaglione ha voluto vivere l’ebrezza del falso permesso. In pratica, nei giorni 29 marzo e 3 aprile 2019, ha attestato sia la presenza in giunta del Velardi, il quale, invece, usualmente si trovava a Napoli a fare altro, ma anche, con un vero e proprio virtuosismo da illusionista della carta taroccata, la presenza di… se medesimo.

E allora, Onofrio Tartaglione avrà pensato: se ci dobbiamo ubriacare una volta, facciamolo con il vino buono. Tu, caro Antonello, sei a Napoli a fare i fatti tuoi. Io, sai cosa faccio? Me ne vado a Venezia.

Naturalmente, ciò succedeva mentre entrambi risultavano ufficialmente presenti al Comune di Marcianise. Un falso che apriva la strada all’obiettivo reale: quello di non andare a lavorare al giornale, di non andare neppure al Comune, ma di andare a fare altro, magari i fatti propri, senza perdere nemmeno un euro di stipendio. Visto che queste attestazioni false rappresentavano la pezza a colore appiccicata ad ogni giustificazione inviata a Il Mattino che da parte sua le riscontrava, chiedendo al comune di Marcianise il rimborso di quella parte dello stipendio che il quotidiano napoletano erogava a Velardi anche per i giorni in cui risultava impegnato in giunta, in consiglio comunale o, comunque, fisicamente in Comune.

Adesso, uno che il 24 gennaio 2019 risulta presente in una fantomatica giunta che non approva neppure una delibera, mentre in realtà, come attesta l’informativa della Finanza, si trova a Roma, dove, peraltro, si trattiene anche per tutto il giorno successivo, può mai concedersi il lusso di attaccare un giornale come CasertaCE? Di scrivere ciò che ha scritto ultimamente, ma anche nel corso degli anni precedenti contro questo giornale e contro me che lo dirigo?

Sicuramente io e CasertaCE siamo pieni di difetti e sbagliamo, come capita ad ogni essere umano e ad ogni entità vivente, ma una cosa nella vita mia e di questo giornale non succederà: noi non ruberemo mai un euro, ghermendolo dalle tasche dei cittadini e dei contribuenti.

Possiamo scrivere un articolo sopra le righe, eccessivo nei toni, non totalmente continente. Ma noi non rubiamo. Non l’abbiamo mai fatto nella nostra vita ed è per questo motivo che, vivendo nel contesto in cui viviamo, non tanto Velardi in se per sé, ma i Velardi, i tanti Velardi di questa Italia e di questo Sud, hanno ottenuto quello che hanno ottenuto nella propria vita, mentre noi, comunque orgogliosamente, abbiamo deciso di vivere in maniera sobria, frugale, di non scalare la carriera, come pure avremmo largamente avuto la possibilità di fare.

Perché ogni compromesso a cui quell’obiettivo sarebbe stato sotteso, avrebbe attivato in noi pensieri e umori che nessun agio materiale nella vita avrebbe neppure lontanamente potuto ripagare.

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