MARCIANISE. Dipendesse solo da lui, Velardi farebbe fuori Pino Riccio già domani mattina. Intanto lo ha isolato soffiandogli Pratillo e Madonna

6 Settembre 2021 - 19:38

E’ già crisi tra il primo cittadino e l’assessore il quale ha visttuto una prima parte dell’estate molto positiva, tra riclassificaione dei suoi terreni nel Puc adottato e nomina del suo amico Anacleto Fuschetti alla carica di dirigente all’urbanistica. Poi i primi screzi, le accuse per la malagestione dei rifiuti in città. Tutto ciò mentre Riccio si è polemicamente sospeso dalla carica di coordinatore provinciale del Centro Democratico

 

MARCIANISE (g.g.) – Per il simpatico Pino Riccio – a me è sempre risultato tale dal punto di vista umano -, attuale assessore comunale di Marcianise, l’estate è iniziata molto bene, ma sta terminando molto male.

Con il vento in poppa, fino a qualche mese fa, Riccio si era potuto permettere il lusso di ottenere, nonostante la sua carica di assessore, una nuova classificazione dei terreni di sua proprietà in via De Sanctis così come abbiamo raccontato in due articoli distinti qualche tempo fa, rispondendo anche alle computazioni che lo stesso Riccio ci aveva fatto arrivare. Il secondo evento fausto era stato costituito dalla nomina di Anacleto Fuschetti a dirigente della ripartizione urbanistica ai sensi dell’articolo 110 del Tuel, dunque con un incarico che dovrebbe durare fino a quando Velardi rimarrà in carica, revoche permettendo.

Dev’essere una questione di temperatura. Nel senso che, Pino Riccio preferisce il caldo intenso a quello sopportabile. Perché tutti questi avvenimenti che gli hanno arriso e gli hanno sorriso, si sono verificati da quando il termometro ha valicato i 40°, restando su questa posizione nei due mesi sicuramente più caldi da quando l’uomo abita la Terra, almeno per quel che riguarda l’Italia Meridionale, la Campania e la provincia di Caserta.

Quando è arrivato il caldo sopportabile, la strada ha modificato il suo verso e dalla vertiginosa discesa  si è tramutata alla salita rischiosa e faticosa.

Sabato scorso in occasione della presentazione delle liste elettorali nella città di Caserta, Pino Riccio, come potrete leggere dal suo comunicato stampa che pubblichiamo in calce, si è sospeso dalla carica di segretario provinciale del Centro Democratico, portando con sè anche altri esponenti di questo partito che lui era riuscito a coinvolgere negli ultimi anni. Ciò perché il simbolo del centro democratico è finito in mano, nientepopodimenoche, a quel giovanotto sempre in forma e sempre in tiro che di nome fa Lello Menditto, uno che da tempo, ha già doppiato i 90 anni.

Ma questo non è nulla rispetto all’improvvisa difficoltà, sviluppatasi a Marcianise nel rapporto, ripetiamo, tra Ricco e il sindaco Antonello Velardi.

Ben inteso, non stiamo raccontando niente di eccezionale e di sorprendente. Velardi, in realtà, Pino Riccio lo ha sempre, come si suol dire, schifato. E i sentimenti che nutre nei suoi confronti, emersero chiaramente qualche anno fa, quando lui e suo figlio, pubblicarono dei post fiammeggianti e velenosissimi che accusavano l’ex assessore (quella volta ai lavori pubblici), in pratica, che al tempo aveva osato mettersi contro il primo cittadino, di essere, praticamente, un delinquente o pocomeno. Poi, per alcune ragioni di opportunismo (ribadiamo di opportunismo, non di opportunità), i due hanno fatto pace e si sono pure alleati, dato che Riccio ha ritenuto di essere in grado poi di ottenere tutto ciò che desiderava tenendo in mano la golden share, cioè l’azione d’oro, l’ago della bilancia… insomma ci siamo capiti. Una convinzione divenuta ancor più granitica da quando, in verità già dai primissimi mesi successivi alla vittoria elettorale, Velardi ha cominciato a perdere diversi pezzi della sua maggioranza. Pino Riccio aveva costruito alle elezioni di 12 mesi fa, una lista in cui erano stati eletti, in consiglio comunale Gaetano Madonna, e Giovanni Pratillo. Dunque, si è sentito al sicuro. Se Velardi avesse, eventualmente, creato problemi, lui avrebbe fatto valere (a maggior ragione dopo le prime due defezioni di Lina Tartaglione e di Delle Curti), la forza dei numeri, la sua utilità marginale, minacciando con argomenti fondati di mandarlo a casa.

Ma si sa come vanno certe cose: i consiglieri comunali, soprattutto quando sono insediati da meno di un anno, se non sono mossi dalla molla della dignità personale e politica, non considerano nemmeno lontanamente l’ipotesi di recarsi da un notaio per decretare la caduta di un sindaco ma anche quella di loro stessi. Per cui, Pratillo e Madonna, gradualmente, si sono spostati sulle posizioni di Velardi, allontanandosi da quelle di Pino Riccio. Anche perché il sindaco, in qualche occasione, avendo ben compreso la volontà dei due di rimanere in sella, ha minacciato a sua volta di mollare tutto, rassegnando le proprie dimissioni, come se su questo particolare tasto Velardi fosse credibile visto come sono andate a finire le dimissioni da lui rassegnate nella precedente consiliatura.

Comunque, al momento, Pino Riccio è rimasto, stostanzialemnte, senza copertura politica. Non a caso Velardi ha cominciato a contestargli anche il modo in cui sta svolgendo la funzione di assessore all’ambiente e ai rifiuti, con una città sempre più sporca e prigioniera delle solite inadempienze di Ecocar non biasimate e non affrontate seriamente da Pino Riccio. Ma anche queste cose, conoscendo bene i personaggi, sembrano piuttosto strumentali. Tutto sommato, a modo suo, Pino Riccio, da antico mestierante della politica, ha costituito un centro di potere autonomo rispetto a quello di Velardi, ritagliandosi uno spazio che ha coperto con una sorta di compartimento stagno dentro al quale il primo cittadino non può interferire. E si sa che Velardi preferisce le Giunte invisibili, formate da assessori senza alcun spessore politico e senza alcuna capacità di incidere realmente sul tessuto connettivo di una città che giorno dopo giorno arretra sempre di più. Preferisce queste Giunte e detesta quelle in cui c’è qualcuno che gli toglie una fetta, pur minima, della potestà sulla gestione del potere degli affari.

Qualcuno, a Marcianise, parla di rimpasto. In effetti, al netto degli strafedelissimi Tommaso Rossano e Gabriele Amodio, tutti gli altri posti sono potenzialmente a rischio. Il problema è che Velardi, con tutti questi comodi yes-men e yes-women che ha in Giunta,  il rimpasto lo farebbe solo se questo gli permettesse di recuperare qualcuno dei consiglieri comunali che hanno deciso di mollarlo e che oggi mettono seriamente a repentaglio la sua poltrona di sindaco. Che poi sono realmente tre: i già citati Lina Tartaglione, Raffaele Delle Curti, e da poco Giuseppe Golino. Ma difficilmente il sindaco riuscirà a fare breccia offrendo poltrone utili ad entrare in una Giunta, in cui, si sa bene, comanda solo lui e tutti gli altri si limitano al ruolo di comparse,  né potrà attingere Velardi dai consiglieri eletti in minoranza. Si parla molto, ultimamente, di un rapporto creato tra lui e il candidato sindaco di Caserta, con origini marcianisane, Gianpiero Zinzi. Questi, però, tutto potrà permettersi di fare, qualora vincesse le elezioni a Caserta, eccetto che appoggiare o creare una filiera politica (istituzionale è una parola troppo grossa) con Velardi, allo scopo di tenerlo in vita, perché questo determinerebbe immediatamente seri problemi con la maggioranza, con alcuni partiti e alcune liste che contribuirebbero a farlo eleggere.

Per cui, se Pino Riccio si preoccupa (e sul fatto che sia preoccupato non c’è nessun dubbio), significa che la sua posizione in Giunta, non è messa in pericolo dall’esigenza immediata di ampio rimpasto, ma da un problema singolo, venutosi a creare, anzi, noi che il passato lo conosciamo bene, a ricreare con il sindaco Antonello Velardi.

QUI SOTTO IL TESTO INTEGRALE DEL COMUNICATO STAMPA DI PINO RICCIO

Alla cortese attenzione di
Margherita Rebuffoni segretaria nazionale di Centro Democratico
Raimondo Pasquino segretario regionale della Campania e commissario provinciale Centro Democratico di Caserta
p.c. On. Bruno Tabacci

Ho preso atto della presenza del simbolo del Centro Democratico in una lista denominata “ORIGINI” presentata per le amministrative della città di Caserta. Non avendo partecipato né alla scelta dei candidati né del candidato Sindaco , con sommo rammarico, mi vedo costretto per chiarezza e coerenza nei confronti degli elettori, ad autosospendermi dalla carica di vice segretario regionale del partito, fino all’espletamento delle elezioni amministrative del 3/4 ottobre.
Per le stesse motivazioni, si autosospendono dal Centro Democratico,
i consiglieri comunali di Marcianise Avv. Gaetano Madonna e Giovanni Pratillo, l’avv. Drusilla De Nicola, gia’ segretaria cittadina CD di Caserta, l’avv. Maria Rosaria Lembo di Caserta, Avv. Biagio Sagliocco di Trentola Ducenta, dr. Rosa Razzino di S. Maria CV, candidati alle ultime elezioni regionali, l’avv. Emilio Lanfranco di Casal di Principe, gia vice segretario provinciale, l’avv. Mimmo Rienzo gia’ segretario cittadino di Maddaloni, Mimmo Martellone, gia segretario cittadino di Recale, l’avv. Vincenzo Pastena, candidato Sindaco di Succivo.
Con cordialità
Ing. Giuseppe Riccio