MARCIANISE. No Letizia, no trash, ma argomenti seri: cosa c’è dietro la “folle” firma del dirigente Fuschetti all’utilizzo (illegale) dell’avanzo di amministrazione?

21 Gennaio 2022 - 18:41

Preferiamo occuparci ancora di un argomento complesso, tecnicamente intricato, perché riteniamo che questa città abbia bisogno di atti di resistenza culturale di fronte al mix di ignoranza ed arroganza che ne ha assunto il controllo. L’articolo 187 del Tuel non lascia adito a dubbi. Non si tratta di qualificare la destinazione dell’avanzo di bilancio quale spesa corrente. C’è il macigno dei debiti fuori bilancio, che nel momento in cui si configurano come atti resi esecutivi dall’autorità giudiziaria, sono esistenti e dunque vanno fronteggiati subito con i soldi dell’avanzo

 

MARCIANISE – Ci costerebbe molta meno fatica e ci renderebbe sicuramente di più in termini di visite se accogliessimo l’invito, formulatoci da alcuni, di scrivere un articolo sul lungo post pubblicato da Angela Letizia, presidente del Consiglio Comunale di Marcianise, che ancora una volta legge e interpreta gli interventi che il consigliere di opposizione Dario Abbate ha sviluppato l’altra sera un attacco personale, una specie di sordido disegno di restaurazione rispetto a chi – a sarebbe lei – avrebbe spazzato via gli oscuri poteri del passato.

No, non produrremo nessuna analisi di quel testo, che pure abbiamo letto.

Marcianise è una città che merita altro, secondo noi. Mai come in questo momento occorre sforzarsi senza star lì a pensare e a preoccuparsi di girare a vuoto, di non cogliere obiettivi concreti in termini di consenso dei lettori, per testimoniare una visione diversa, una marcia anticiclica rispetto al primato della protervia, dell’ignoranza, e di un nonsense che sarebbe considerato tale dappertutto e che dappertutto sarebbe considerato una rappresentazione cinematografica nel filone delle pellicole del comical trash.

Marcianise ha bisogno, dunque, di una resistenza attiva di tipo culturale.

Figuriamoci se ci fossimo messi a sfottere la prosa della presidentessa del consiglio comunale quanti lettori avremmo “acchiappato”.

Al contrario, abbiamo deciso di tornare su un argomento che viene considerato noioso ma del quale, se si conoscesse bene il suo involucro di conseguenze in grado di trasformarsi in un vero e proprio vaso di Pandora, riscuoterebbe molta più attenzione, perché ancora una volta l’amministrazione comunale di Marcianise fa, come si suol dire  – e gentilmente non propinateci lezioni di politically correct – il “r…ne con il c…lo dei marcianisani”,

Diciamocela tutta: la determinazione temeraria con cui il sindaco Antonello Velardi ha perseguito l’obiettivo di utilizzare una porzione dell’avanzo di amministrazione, nella sua parte disponibile, per chiudere strumentalmente un buco con la Regione Campania, un debito pacificamente spalmato in 4 anni (2007-2011) e pagato invece in un solo colpo, la dice lunga sul grado di spregiudicatezza di un gruppo di soggetti, ci mettiamo anche il dirigente Anacleto Fuschetti, ii quali non hanno paura di rischiare di incrociare gli strali della Corte dei Conti.

Quante previsioni ha sbagliato Casertace nel preconizzare guai giudiziari per il Comune e per il sindaco Velardi nelle circostanze in cui molto prima che la magistratura se ne occupasse, ha denunciato certi fatti e fenomeni?

Onestamente dobbiamo capire perché  Anacleto Fuschetti, ingegnere civile, abbia avallato con la sua firma (perché alla fine l’ha fatto, diversamente da quanto avevamo pensato e sperato noi CLICCA E LEGGI) un parere che non ha neppure scritto lui, non essendo un esperto in materia contabile.

C’è qualcosa che ci sfugge e che dobbiamo capire. Magari lo troveremo in Umbria, dalle parti di Orvieto, questo qualcosa o questo qualcuno, ma alla fine ci arriveremo, perché è troppo strano che una persona da noi conosciuta come integro professionista, più volte utilizzato dalla Procura della Repubblica come Ctu nelle proprie indagini, si sia ridotto in questo modo.

Il parere di Fuschetti, che pubblichiamo in calce, in effetti non dice nulla o quasi.

Si limita ad asserire che la rideterminazione del debito di 2 milioni e passa di euro nei confronti della Sma, leggi Regione Campania, prima spalmato in 4 rate da 500mila euro, oggi pagato in un sol colpo ai sensi della delibera n.87 del Consiglio Comunale di Marcianise – che la minoranza ha invano cercato di revocare – non è una spesa corrente.

Embè?

Ammesso che non lo sia, Fuschetti avrebbe dovuto declinare la sua qualificazione. Esercizio, questo, tutt’altro che accademico, visto e considerato che il bastione principale della legislazione in tema di enti locali, cioè il Tuel 267/2000 stabilisce con chiarezza, sia nella versione vecchia dell’articolo 187, sia in quella aggiornata dello stesso, una scala indiscutibile e inequivocabile di priorità:

se un Comune è diventato all’improvviso tanto virtuoso (in questo caso non è virtù quanto dabbenaggine) da aver lasciato sul tavolo un avanzo di amministrazione significativo anche nella sua parte libera o meglio sarebbe dire disponibile, dovrà utilizzare questi soldi rispettando senza se e senza ma una scaletta.

Prima di tutto, i debiti fuori bilancio, i quali non diventano tali solo quando il consiglio comunale li riconosce formalmente, ma lo sono già nel momento in cui un atto esecutivo, che è tale in quanto c’è la firma dell’autorità giudiziaria, è stato notificato.

Ciò al di là della legittima possibilità che un Comune impugni, si opponga, con gli strumenti che la legge gli offre, a questa esecuzione.

La quale, badate bene, non si fermerà solo perché il Comune che la subisce si oppone, ma potrà essere bloccata solamente da un giudice e cioè dalla stessa autorità che l’ha attivata.

Per cui, a proposito di Sma, non è minimamente in discussione che i 6 milioni di euro che l’ente della Regione Campania ha chiesto al Comune di Marcianise e per i quali ha attivato una procedura di recupero divenuta esecutiva, rappresentino un debito fuori bilancio riconosciuto, termine che in questo caso coincide con la parola “conosciuto”.

Le opposizioni che il Comune ha presentato, la sua tesi basata sull’idea che debba essere il Consorzio Idrico a pagare questi soldi alla Sma, rappresentano un percorso che nulla c’entra con l’identificazione del debito fuori bilancio, frutta di una cavolo di firma che un giudice ha apposto sotto un atto esecutivo qual è un’ingiunzione di pagamento o decreto ingiuntivo che dir si voglia.

Stesso discorso per l’altra barca di milioni di euro che il Comune di Marcianise deve dare all’imprenditore Novelli. E ne potremmo citare altri, andando solo a pescare nel nostro archivio.

Vogliamo parlare della procedura esecutiva, coperta, certificata e solennizzata dalla firma di un giudice, conosciuta come “sentenza Scognamiglio”?

Siccome ci divertiamo a trattare questi argomenti, vi garantiamo che ci ritorneremo ancora su, andando anche a discutere di tutto l’impianto della legge relativa all’utilizzo di destinazione dell’avanzo di amministrazione disponibile con conseguente esplorazione di ognuna delle altre tre possibilità previste nella scaletta cogente e vincolante delle priorità elencate nell’articolo 187 del Tuel.

Per stasera vi diciamo che, a nostro avviso e ad avviso della Corte dei Conti, che sicuramente qualcuno cercherà di coinvolgere in un’attività di focalizzazione su questa procedura finalizzata poi a gestire quei tre o quattro posti di lavori al Comune promessi in campagna elettorale, come potrete capire meglio leggendo l’articolo al link precedente, i soldi dell’avanzo di amministrazione disponibile – che sono circa 4 milioni e mezzo – dovevano essere utilizzati per fronteggiare i debiti fuori bilancio.

Non averlo fatto ha significato un grave errore rispetto al quale la Corte dei Conti potrebbe inviare il suo…conto ai consiglieri comunali che l’altra sera hanno confermato la delibera 87.