MARCIANISE. Rifiuti illegali sotterrati alla Lea. Ecco perchè riteniamo che il teste chiave Gennaro Merolla abbia detto il vero e il sindaco Velardi abbia mentito

19 Settembre 2019 - 15:53

MARCIANISE(g.g.) Nelle ultime 24 ore, nei resoconti riguardanti l’ordinanza Lea è comparso il nome di Gennaro Merolla, già autista della stessa Lea e poi licenziato. Al di la delle importanti dichiarazioni che Merolla fa alla guardia di finanza nel novembre 2018, in cui spiega le modalità con cui la famosa buca di 90 metri di lunghezza ed 8 di profondità venne scavata per accogliere lo sversamento abusivo e illegale di rifiuti speciali, il Merolla afferma pure di aver parlato al sindaco Antonello Velardi di questa situazione.

Anzi, non dice di aver parlato, ma, precisamente dice “di aver riferito le stesse informazioni al sindaco senza aver alcun riscontro e senza essere ulteriormente convocato.

Quelle che Merolla definisce “le stesse informazioni” sono un racconto preciso, denso di particolari e addirittura corredato da 5 foto che dimostrano incontestabilmente l’esistenza di quello scavo, frutto del lavoro clandestino che veniva realizzato dopo le 17, cioè dopo la chiusura dell’impianto.

Dunque, se è vero quello che dice Merolla, e per la guardia di finanza e l’autorità giudiziaria è vero, altrimenti non avrebbero inserito il suo interrogatorio tra gli elementi su cui si fonda l’esistenza dei gravi indizi di colpevolezza nei confronti di Angelo Egisto, questo rappresenta, non su un terreno giudiziario, ma su un terreno di squallore politico, di sceneggiata, di presa in giro dei cittadini di Marcianise che il sindaco Antonello Velardi, come abbiamo sempre sostenuto mettendo in fila uno per uno gli atti formali e le relazioni recepite dall’ufficio tecnico, era totalmente al corrente di quello che succedeva all’interno della Lea.

Ora, mettiamo pure che Velardi abbia considerato questo Merolla un mitomane, uno che voleva consumare una vendetta personale nei confronti dell’imprenditore che l’aveva licenziato. Però, quando nel giugno 2018, questo qui ha piazzato un ombrellone e un presidio davanti alla Lea, pur avendo visto delle fotografie che potevano dimostrare l’esistenza di buche sospette, non ha mai detto una sola parola sulla possibile esistenza di attività illecite da parte della azienda che aveva preso il posto della Impresud di Iavazzi.

Questo qui è stato sotto un ombrellone, parlando in generale. Le uniche due cose serie che avrebbe potuto o dovuto fare, non le ha fatte. Non ha posto il problema di una verifica sull’esistenza di eventuali scavi sospetti e non ha firmato l’ordinanza di chiusura, che è arrivata, ripetiamo per la millesima volta, a chi capisce ma anche a chi non vuol capire, solo dopo la diffida formale a farlo, inviatagli dall’avvocato Luigi Adinolfi, in nome e per conto di Iavazzi che a quel punto era giustamente spaventato da quello che succedeva dentro ed attorno alla Lea.

Questo ragionamento, che è il nostro modo per essere garantisti nei confronti di Velardi, porta indiscutibilmente ad una conclusione: uno, tra Gennaro Merolla e Antonello Velardi ha mentito. Ora, siccome il Merolla portava con sè 5 fotografie che ha consegnato alla finanza, per quale motivo avrebbe dovuto mentire, asserendo di aver fatto il medesimo racconto evidentemente corredato dalle medesime foto, al sindaco Velardi?

Per cui, a nostro avviso, è molto più probabile che a mentire sia stato il primo cittadino e non l’ex autista Gennaro Merolla.

 

QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’ORDINANZA