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MARCIANISE. Velardi & Co. si danno il cinque, ma la vicenda dei 5 milioni del Consorzio Idrico spariti con un silenzio assenso puzza dalla testa ai piedi

4 Giugno 2021 - 19:05

MARCIANISE – Non abbiamo la fortuna di conoscere, tra i tanti operatori di questo specifico settore, chi siano i tre attuali revisori dei conti del Consorzio Idrico di Terra di Lavoro.
Da qualche atto amministrativo leggiamo che uno di loro si chiama Carlo Benincasa.

Come sempre, dunque, nulla di personale.
L’ultimo presidente del collegio dei revisori lo abbiamo incrociato più di un anno fa, quando firmò una relazione, che pubblichiamo integralmente, contenente più notizie di reato di un convegno di reduci della P2.
Scriveva un professionista e lo faceva nella veste di presidente del Collegio di Controllo.
A fronte di ciò, questa persona non fu nemmeno convocata dai Carabinieri, dalla Polizia o dalla Gdf, manco si trattasse di un mentecatto insano di mente e narratore di frottole, al punto da meritare che fosse bypassata anche l’obbligatorietà dell’azione penale di fronte all’acquisita informazione, da parte dell’autorità giudiziaria, di una notitia criminis.
Zero.
Qualche giorno la ripubblichiamo perché riteniamo che sia una delle pagine più vergognose, e allo stesso tempo più emblematiche, dello stato di assoluta impunità di cui godono tutti quelli che gestiscono il pubblico danaro nei Comuni e nei cosiddetti enti strumentali che hanno ridotto al rango di salotto domiciliare e, in qualche caso, di garconniere

extra-domiciliare.
Diciamo che noi non abbiamo mai scritto mille articoli sulla materia della finanza locale e della contabilità degli enti locali, materia che si insegna nelle università.

Diciamo, dunque, che non siamo all’altezza di valutare l’operato dei revisori dei conti del Consorzio Idrico.
Però, una cosa la possiamo dire e fare: indossare la pettorina di un cittadino casertano sui generis, ma proprio molto, che chiede di sapere come vengano spesi i soldi che in quota parte lui versa a titolo di imposte e tributi, tra i quali ci sono anche i milioni e milioni che il Consorzio Idrico introita dai Comuni che lo costituiscono, i quali a loro volta li chiedono ai cittadini.
Siamo ignoranti e cretini, e per questo motivo al signor Benincasa chiediamo: ma noi, da cittadini ignoranti, come facciamo a sapere cosa significhi “debiti diversi” o crediti da incassare?
Occhio: se il Bilancio dell’associazione no profit delle giovani marmotte può consentirsi di non essere molto dettagliato e doviziosamente esplicativo; se un Consorzio pubblico scrive che deve incassare crediti per più di 100 milioni di euro, così come scrive l’Idrico sul suo Bilancio, eh beh, possiamo sapere questi 200 miliardi delle vecchie lire chi li deve tirar fuori?
E se un ente pubblico scrive, come fa il Consorzio, che ha 120 milioni di debiti non meglio identificati, l’assenza di ulteriori dettagli potrebbe andare bene, al limite, per il resoconto della festa patronale di San Michele Arcangelo, nel piccolo quanto idilliaco comune di Sant’Angelo d’Alife.

Nel momento in cui siamo chiamati a commentare questa storia dei 5milioni e 100mila euro che il Comune di Marcianise ha dovuto accantonare per anni in un fondo di riserva del suo Bilancio in attesa che si risolvesse la questione attivata dalla rivendicazione del Consorzio Idrico e dal disconoscimento della stessa da parte del Comune, come cavolo facciamo a capire dove stavano ficcati questi 5 milioni e 100mila euro nel Bilancio del Consorzio Idrico?
Perché da qualche parte devono stare, essendo questo un evidente caso di residuo attivo.
Pardon: ci è scappato, perché noi siamo ignoranti in materia.

La questione è intricata e si è conclusa con un gaio rito del gimme five, con il sindaco Velardi, gli assessori e i consiglieri di maggioranza a immortalare il tutto in una fotografia emblematico-espressionista, che li inquadrava tutti con le mani alzate.
Festeggiavano, come ormai noto, la cancellazione di quella posta di riserva di 5 milioni e 100mila euro.
Non più un passivo nel conto patrimoniale, pardon ci è scappato ancora una volta, bensì risorse smobilitate e rimesse in circolo in modo che il disavanzo di amministrazione fissato nel Conto Consuntivo a 1 milione e mezzo di euro si trasformasse in un avanzo di amministrazione di 3 milioni e mezzo, che saranno utilizzati, secondo quello che Velardi e i suoi hanno detto, per lavori di riassetto dei servizi materiali e immateriali, cioè per far crescere il livello di benessere dei cittadini di Marcianise.
Uno pensa di stare, non in Svizzera o in Svezia, per carità, ma nella Repubblica Ceca.
Per cui dice: mo’ vado a vedere, trattandosi di soldi pubblici e non di quelli del conto corrente privato del presidente del Consorzio Idrico Di Biasio, di G.B. Valentino e di Velardi, come è stata realizzata questa bella operazione ad epilogo della quale il Comune ha vinto la sua battaglia, visto e considerato che ha sempre contestato il titolo creditorio vantato dal Consorzio Idrico.
Giorno 21 maggio 2021.

Il Consorzio Idrico scrive al Comune di Marcianise una lettera che somiglia un po’ a quegli estratti conto che arrivano a casa dalla banca.
In molti non li aprono neppure perché non ci si capisce niente. Questa lettera meriterebbe uguale trattamento, se non peggiore.
Il Consorzio, manco si trattasse della ormai rinomata bottega di Zi’ Peppe, dice di essere debitore nei confronti del Comune di Marcianise delle seguenti somme:
– 110mila euro per accordo sottoscritto il 28 marzo 2018;
– 60mila euro come da note del Consorzio prot. il 3 marzo 2017;
– 368.487 euro per debiti diversi.

I crediti che il Consorzio vanta nei confronti del Comune di Marcianise, invece, ammontano a 506.216 euro.

Ottimo, il popolo applaude e plaude.
Ora, però, leggeremo sicuramente come è stata chiusa quella che i latini avrebbero definito la vexata, anzi vexatissima quaestio, dei 5 milioni e 100mila euro.
Zero, non c’è una parola. Non si capisce neppure, nello strano carteggio tra il Comune e il Consorzio se, nelle deleghe ambigue e mal scritte, perché Velardi si è superato in quanto a strafalcioni sintattico-linguistici, che lo stesso Comune ha dato a Valentino per orientare il comportamento in sede di voto in assemblea consortile sulla modifica dello statuto e sul Bilancio, sia venuto fuori un meccanismo di trattativa, di transazione, tra il socio di maggioranza relativa (Marcianise ha più del 21% delle quote) e l’organo amministrativo consortile.

Fatto sta che Valentino, con la lettera di Velardi in mano, che lo aveva delegato a votare no allo statuto, e sì al Bilancio, a condizione che il Consorzio deponesse le armi su una serie di crediti vantati, ha votato a favore sia delle modifiche statutarie che del Bilancio, senza che al protocollo del Comune comparisse un’altra lettera ufficiale che riarticolasse il mandato attribuito a Valentino.
Nè è servito a chiarire questa nebulosissima vicenda l’intervento di replica ad una interrogazione presentata dal consigliere d’opposizione Dario Abbate, dell’assessore al Bilancio Gabriele Amodio, il quale nella serata in cui poi è uscita fuori dall’uovo del sindaco la sorpresa magica dei 5 milioni non più rivendicati dal Consorzio, ha parlato genericamente di “condizioni mutate”.
Ma nel Bilancio votato da Valentino i 5 milioni e 100mila erano presenti tra i residui attivi? Non lo sapremo mai, perché questi signori che stanno nell’area ex Saint Gobain si permettono il lusso, grazie all’impunità di cui godono, di definire le obbligazioni attivare con i soci “debiti diversi”.
Roba che nemmeno in un mastrino di terza ragioneria, ai primi passi della partita doppia, sono utilizzati.
Altro che diversi, questi sono debiti perversi.

Fanno quello che gli pare e trattano il danaro pubblico come si faceva con i biglietti dell’antico Monopoli.
Ultima domanda: ma i 5 milioni e 100mila euro rivendicati per anni dal Consorzio Idrico al cospetto del Comune di Marcianise, rappresentavano un unicum o avevano una caratterizzazione speculare e sovrapponibile ad altri crediti che il Consorzio ha rivendicato e probabilmente ancora rivendica?
Perché se fosse così andrebbero cancellati allo stesso modo con cui è stato cancellato (forse) il debito di Marcianise.
È avvenuta una turpe trattativa sul voto di Giovan Battista Valentino, il quale si è trovato in difficoltà e avrà fatto carte false per trovare una toppa, visto che la sua missione nel Consorzio non è quella istituzionale di rappresentare il popolo di Marcianise, ma è quella di assistere gaio e felice alla tonnellata di incarichi legali attribuiti a sua moglie, l’avvocato Rachele Barbarano.
Per il momento ci fermiamo qui, dato che siamo di fronte all’ennesima storiaccia.