MAXIPROCESSO PER LE VIOLENZE NEL CARCERE. Il garante dei detenuti racconta le ore dopo le torture: “Il direttore del carcere mi disse che non era successo niente”

30 Marzo 2023 - 12:31

Ciambriello ha sottolineato l’importanza che nella rivolta e nella successiva reazione degli agenti ha avuto la condizione pessima vissuta dai detenuti nel periodo più duro della pandemia da coronavirus

SANTA MARIA CAPUA VETERE (l.v.r.) – Ha parlato nell’aula bunker del tribunale di Santa Maria Capua Vetere il garante dei detenuti, rispondendo alle domande del procuratore e delle parti civili, rappresentate de oltre 70 legali, tra cui gli avvocati casertani Mirella Baldascino e Alessandra Carofano, nel processo sulle violenze nel carcere di Santa Maria Capua Vetere del 6 aprile di 3 anni e in piena pandemia da coronavirus e a seguito delle proteste di detenuti.

Se abbiamo già descritto la situazione relativa alla sospensione della pubblicazione da parte di Radio Radicale delle udienze che si terranno nell’aula bunker in un articolo che potete leggere CLICCANDO QUI, ora proviamo ad analizzare le parole dette in aula dal garante regionale per i detenuti Samuele Ciambriello.

Il garante è salito sul banco degli imputati, raccontando tutto ciò che è avvenuto, sottolineando l’importanza che nella rivolta e nella successiva reazione degli agenti ha avuto la condizione pessima vissuta dai detenuti nel periodo più duro della pandemia da coronavirus.

Ciambriello ha dichiarato di aver denunciato in procura l’otto aprile, dopo aver saputo delle violenze subite dai detenuti 48 ore prima. Parlando con con l’allora direttore facente funzioni del carcere, Maria Parenti, con il capo degli agenti Gaetano Manganelli e con il provveditore campano alle carceri Antonio Fullone, il garante venne rassicurato che non c’erano state violenze, bensì solo una perquisizione.

Ciambriello però ha spiegato che lui era a conoscenza delle violenze, tramite testimonianze emerse sui social media.