STELLETTE & MAZZETTE. Un colonnello, un altro tenente colonnello, un luogotenente. Nome per nome, tutti gli ufficiali dell’Aeronautica accusati di truccare le gare all’Aeroporto di Grazzanise

29 Aprile 2023 - 18:33

Ci occupiamo oggi degli ultimi due capi di imputazione provvisoria riguardanti Alfonso Iazzetta, l’ufficiale arrestato in carcere. Questo ci permette anche di svolgere una brevissima considerazione che serve per leggere e interpretare correttamente i contenuti di questa ordinanza relativamente all’asimmetria tra le contestazioni del reato di corruzione e quelle di turbativa d’asta

GRAZZANISE (G.G.) – E fu così che, alla fine, si riuscì a fare la conoscenza anche degli altri componenti di almeno una delle commissioni aggiudicatrici degli appalti banditi dal Ministero della Difesa e gestiti dall’Aeronautica militare.

Nei primi capi di imputazione provvisori, infatti, sia gli episodi di corruzione che quelli di turbativa d’asta avevano ruotato sempre e comunque attorno alla figura central del tenente colonnello Alfonso Iazzetta, l’unico, tra le altre cose, ad essere stato colpito da un provvedimento di custodia cautelare in carcere tra tutti i non certo pochi indagati di questa indagine, compiuta dalla Procura della Repubblica di Velletri.

In effetti, negli ultimi capi di imputazione che abbiamo esaminato, nel rapporto intimissimo tra Iazzetta e gli imprenditori a caccia di appalti, ultimo tra questi Giovanni Verazzo, finto del defunto Tommaso Verazzo – una famiglia che ha fatto fortuna acquartierandosi a Capua, dove qualche anno fa si è postata dalla natia Casal di Principe (CLICCA E LEGGI), si è inserito anche Alessandro Porcato, sottotenente dell’arma azzurra, a sua volta un ufficiale quand’anche del primissimo grado gerarchico, il quale ha partecipato, insieme a Iazzetta, anche ad incontri direttamente avuti con uno o più imprenditori allo scopo di fare tutti i conti per estrarre poi il numero giusto dell’offerta economica in grado di far aggiudicare la gara all’imprenditore scelto a monte e probabilmente vincolato da un rapporto corruttivo con Alfonso Iazzetta.

Prima di sgranare il rosario dei nomi di una commissione aggiudicatrice, va segnalato un ulteriore episodio che coinvolge in solitaria il tenente colonnello, gravemente indiziato per l’ulteriore quand’anche presunta commissione del reato di turbativa d’asta ai sensi dell’articolo 353 del C.P.

Una turbativa consumata, secondo il Pm di Velletri, in concorso (art.110) con Renzo Ardovini, imprenditore 61enne di Ceccano, legale rappresentante e presumibilmente titolare delle quote di controllo della Ardovini Renzo Srl.

Una gara truccata affinché questo imprenditore si aggiudicasse i lavori di resinatura, pavimentazione e controsoffittatura dell’aeroporto militare di Grazzanise. Secondo la prospettazione dell’ipotesi di reato, questa gara sarebbe stata costruita in modo tale che con un ribasso del 21% Ardovini l’avrebbe certamente aggiudicata, come poi effettivamente successe il 26/11/2020.

Questo ribasso portò la cifra complessiva a disposizione dell’impresa laziale a 92.939 euro, Iva e oneri esclusi.

Il capo 11, l’ultimo che trattiamo nell’articolo odierno e anche l’ultimo riguardante il tenente colonnello Alfonso Iazzetta, svela come scrivevamo all’inizio i nomi di un’intera commissione aggiudicatrice.

Per cui, non è solo lo Iazzetta ad essere indagato per il reato di turbativa d’asta, ma a lui si aggiungono il già conosciuto sottotenente

Ma anche il colonnello Aniello Corcione, addirittura superiore in grado rispetto a Iazzetta e comandante del 2° Reparto Genio A.M., il tenente colonnello Andrea Ciotoli, Comandante dell’8° Gruppo Genio Campale nell’aeroporto di Ciampino, e Salvatore Antonio Oronos, primo sottufficiale coinvolto in questa indagine, in quanto dagli atti giudiziari risulta essere primo luogotenente (è il grado più alto nella gerarchia dei sottufficiali), assistente di cantiere all’interno dell’aeroporto di Grazzanise.
L’imprenditore coinvolto in questa circostanza è, in realtà, un’imprenditrice: Susanna Buriani, residente in Romagna, a Ravenna, co-amministratrice della Buriani e Valenti SRL.
E qui bisogna, proprio in conclusione dell’articolo, sottolineare un dato affinché diventi spunto per migliorare la riflessione interpretativa di questa ordinanza.
Il capo 11, infatti, riguarda il nolo a freddo dei mezzi di opera per l’Aeroporto Militare per un importo di 24mila euro.
Ora qualcuno potrebbe pensare: tutto questo dispiegamento di persone coinvolte in una gara truccata di 24mila euro appare una stranezza che magari può essere anche utilizzata dai difensori degli indagati.

Al contrario, secondo noi, proprio la relazione tra un’intera commissione aggiudicatrice e l’importo, tutto sommato effettivamente limitato, significa che certi rapporti tra Iazzetta, i militari che lo affiancavano nelle commissioni con un gruppo di imprenditori ben definito, si erano consolidati nel tempo. Perché effettivamente un ufficiale dell’Aeronautica, quand’anche con l’attitudine a comportarsi in maniera infedele rispetto alla divisa che indossa, non va a rischiare tanto per un affidamento di 24mila euro fine a se stesso.

Se ci avete fatto caso – e quelli più scafati nella materia giudiziaria sicuramente hanno compreso ciò – i casi di presunta corruzione, contestati nei primi capi di imputazione provvisoria ad Alfonso Iazzetta e ad alcuni imprenditori, non si specchiano nella necessariamente collegata procedura di gara che, in quanto turbata, materializzava anche il corrispettivo dell’accordo corruttivo.

Si capisce pure, nell’ultimo gruppo dei capi di imputazione provvisoria che vedono protagonista Iazzetta, che le contestazioni relative al reato di turbativa d’asta non rispecchiano, a loro volta, in collegate contestazioni del reato di corruzione, ai sensi dell’articolo 318 e 321 del C.P.

In poche parole, se i Pm contestano a Iazzetta, Porcaro e Giovanni Verazzo di aver turbato una gara con base d’asta di 600mila euro circa, la stessa ordinanza non contiene un altro capo di imputazione, da cui poter leggere quale sia stato poi il prezzo, il bene o il servizio erogati da Giovanni Verazzo a Iazzetta.

Parimenti, mentre si sa dei 10mila euro versati a titolo corruttivo versati da Gianluca Mattozzi a Iazzetta, non si incrocia lo speculare capo di imputazione per la turbativa d’asta che ha poi rappresentato il riscontro dell’accordo corruttivo. Lo stesso vale anche per gli episodi riguardanti altri imprenditori che hanno compiuto o fatto compiere significativi lavori presso l’abitazione di Alfonso Iazzetta.

Anzi, in questi casi i primi capi di imputazione dell’ordinanza individuano anche l’appalto assegnato a questi imprenditori nell’aeroporto di Grazzanise. Nonostante ciò, manca, pure in queste circostanze, la contestazione speculare della turbativa d’asta.

Ciò vuol dire, a nostro avviso, ritornando al caso dell’affidamento alla signora Buriani, che questi presenti nell’ordinanza sono gli episodi che la Procura è riuscita a mettere a fuoco nei tempi limitati di un’indagine di esercizio dell’azione penale.

Il fatto che in tanti ufficiali rischino per assegnare l’affidamento del noleggio di mezzi di servizio per un importo di 24mila euro, può significare due cose: o i rapporti tra quella impresa e le strutture tecniche fossero già collaudate nel tempo e conosciute da tutti i componenti della commissione, oppure che Alfonso Iazzetta era in grado di muovere con destrezza le procedure, potendo chiedere quella che tutto sommato rappresentava una “piccola cortesia”, data l’esiguità della cifra, ai suoi colleghi.

Questo secondo caso, però, potrebbe ricorrere solo se ad essere solido e temporalmente affidabile era il rapporto tra lo Iazzetta e Susanna Buriani.