Michele Maravita boss “improbabile”. Quando fu picchiato dal “soldato semplice”, un pusher di CASERTA. Poi arrivarono i marcianisani e…

15 Giugno 2020 - 11:19

CASERTA – La nostra posizione un pò più pensosa sull’effettivo spessore di capo camorra di Michele Maravita, non è una trovata eccentrica, ma si basa su tutta una serie di atteggiamenti che oggi leggiamo nell’ordinanza che lo riguarda, ma che conoscevamo anche come osservatori dei fatti della criminalità organizzata. Lo sfarzo delle auto, il presenzialismo, il casinò di Montecarlo, gli alberghi a 5 e 6 stelle appartengono più alla narrazione di un uomo d’affari, magari di un colletto bianco che si è messo in società con la camorra che a quella di un boss che è tale se incute rispetto e ammirazione da parte di quelli che devono servirlo nelle attività criminali.

Dunque, il “paliatone” che Michele Maravita rimedia da Luigi Belvedere, cioè da un semplice pusher non fa altro che confermare l’idea che ci siamo fatti di un uomo abile nello sfruttare anche il nome dei Della Ventura, quello di alcuni suoi congiunti, a partire dal padre Pasquale Maravita che in passato sono stati direttamente affiliati al clan Belforte, ma non certo di un boss che attesta la sua potestà attraverso l’affermazione della legge del più forte, espressione del potere al di fuori del clan criminale dunque al cospetto delle vittime di un clan o di un gruppo organizzato, ma soprattutto all’interno del clan.

A seguito di questo episodio, il Maravita “ribellò” come si suol dire, tutta la camorra marcianisana, convocando nella casa di Caserta in cui abitava che è poi quella di Antonio Della Ventura ‘o coniglio, particolare quest’ultimo non irrilevante in quanto Maravita puntava a rappresentarsi come successore del Della Ventura, Salvatore Buttone, fratello del pentito Bruno Buttone, e Pasqualino D’Angelo e anche altri.

Si discusse dell’accaduto. Salvatore Buttone disse addirittura che la lite con Luigi Belvedere era accaduta per soli 20 euro, convenendo sulla necessità di andare a parlare con questo pusher. Non si capisce se poi, questo colloquio avvenne, se al Belvedere fu data una lezione, dato che questa circostanza scompare, almeno nella parte che abbiamo esaminato oggi dalla narrazione dell’ordinanza.

 

QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’ORDINANZA