MONDRAGONE. Condoni falsi, gli indagati Giuseppe Fiore, funzionario del comune, e Daniele Papararo presenti in due commissioni che si occupano proprio di questi argomenti
21 Gennaio 2019 - 11:23
MONDRAGONE – (g.g.) L’architetto Daniele Papararo di Castel Volturno e il geometra Giuseppe Fiore di Mondragone, coinvolti a pieno titolo nelle vicende legate all’ufficio tecnico comunale di Castel Volturno, risultano avere dei ruoli chiave anche all’ufficio tecnico del confinante comune di Mondragone grazie ai rapporti privilegiati che il primo – Papararo- negli anni e’ riuscito a costruire con l’attuale dirigente dell’area tecnica mondragonese, l’architetto Salvatore Catanzano, che l’ha voluto a dirigere la commissione del condono edilizio più importante per il litorale domitio, quello relativamente alla legge 47 del 1985, che affronta gli abusi più numericamente consistenti e più significativamente importanti.
Riguardo al secondo – il geom. Fiore – invece, va evidenziato che e’ componente della Commissione Beni Ambientali al Comune di Mondragone, la cui nomina da parte del precedente consiglio comunale fu voluta ed ottenuta dall’allora opposizione consiliare, oggi maggioranza di governo cittadino, guidata dal sindaco Virgilio Pacifico. Il tecnico mondragonese fu inserito nell’importante organismo, che valuta preventivamente l’impatto ambientale delle edificazioni in un territorio come Mondragone che si presenta vincolato in tal senso quasi per metà, probabilmente anche grazie al rapporto amichevole che lo lega direttore del distretto sanitario di Mondragone dell’Asl Severo Stefanelli (già responsabile dell’unità operativa di prevenzione collettiva anche allo stesso distretto), a cui non ha fatto mancare la candidatura al consiglio comunale – senza fortuna – nella relativa lista di sua ispirazione alle scorse elezioni ed a quelle ancora precedenti.
Difronte al coinvolgimento nelle vicende dell’ufficio tecnico di Castel Volturno, il sindaco di Mondragone Virgilio Pacifico avrebbe chiesto, con piena ragione, secondo noi, non per una condanna preventiva che non starebbe nè in cielo, nè in terra, ma per un semplice dato di opportunità rispetto alla necessità di tutelare l’istituzione da ogni seppur lontano sospetto di inquinamento, l’allontanamento dei due professionisti dalle suddette commissioni, suscitando, a quanto si dice, forti reazioni sia nella sua maggioranza, sia nel vertice dello stesso ufficio tecnico.
Peraltro i nomi di Fiore e di Papararo hanno determinato più di una polemica e sono stati anche al centro di rumors, insieme a quelli degli altri componenti delle commissioni di cui fanno parte, riguardanti presunti pagamenti di bollettini postali non veritieri e di bonifici ordinati e poi revocati per il pagamento di oblazioni ed oneri di urbanizzazione per ritirare i permessi a costruire all’ufficio tecnico di Mondragone.
A questo punto, se il sindaco Virgilio Pacifico procederà lui con un’indagine amministrativa per fare il punto sul lavoro delle due commissioni, a partire da quella sui condoni, bene gliene dare mo atto. Altrimenti, in caso contrario, dovremmo farla noi l’indagine, partendo dai numeri concreti delle pratiche esaminate e licenziate con il via libera alle sanatorie, si siano verificate delle situazioni di illegalità così come quelle verificatesi al comune di Castel Volturno e per quali Giuseppe Fiore è indagato con l’ormai arcinoto Antonio Di Bona per i reati di corruzione e falso ideologico in concorso, proprio per un condono, costruito a tavolino a partire da una falsa certificazione del versamento degli oneri di urbanizzazione, risalenti all’anno 1985 e in realtà mai versati di una tal Liliana Bordi, di cui Fiore, che oltre al rapporto di dipendenza con un ente pubblico, esercita, evidentemente anche la professione libera, era tecnico di fiducia.