MONDRAGONE. Tumore raro scompare improvvisamente. Scongiurata l’amputazione per un bimbo di 4 anni e mezzo. E c’è chi grida al miracolo

20 Gennaio 2022 - 20:42

MONDRAGONE (Maria Assunta Cavallo) – E se qualcuno non crede nei miracoli, magari leggendo questa storia, potrebbe ricredersi. Cristian è un bambino di quattro anni e mezzo, colpito fin dalla nascita dalla “miofibromatosi” infantile, un tumore benigno raro dei tessuti molli, caratterizzato da noduli localizzati sulla cute, nei muscoli striati, nelle ossa e, in rari casi, negli organi interni. Il quadro clinico è molto variabile. Il tumore contiene miofibroblasti ed in alcuni casi, le lesioni che esso provoca, possono portare alla morte del paziente.

Il tumore aveva colpito la coscia anteriore destra di Cristian e per evitare che esso si espandesse, il bambino ha dovuto subire due interventi chirurgici eseguiti al Bambin Gesù di Roma. Sembrava che tutto fosse stato superato fino a quando i medici non si sono accorti che la malattia era ritornata più aggressiva di prima. Una notizia choc ed inaspettata con un verdetto terribile: amputazione dell’arto. Ancora dolore per dei genitori che da tempo stavano convivendo con uno degli eventi più traumatici che si possa vivere. La malattia rompe la quotidianità della famiglia e provoca disagi dal punto di vista emotivo, economico e organizzativo.

Poi però all’improvviso, pochi giorni fa, è giunto un qualche cosa di inaspettato ed inspiegabile, che potremmo definire “miracolo”. Quando Cristian è stato rivisitato dall’equipe medica dell’ospedale che lo aveva in cura, del tumore non vi era più traccia. A prescindere dal proprio credo religioso, di fronte a certi eventi, che nemmeno la medicina riesce a spiegare, bisogna per forza pensare che un qualcosa di superiore sia sopraggiunto. In questo momento tanta gioia pervade i cuori di una mamma e di un papà, Mario Rufino, che non vogliono che la guarigione miracolosa del proprio figlio passi inosservata anzi, questa loro esperienza deve servire a restituire speranza a quanti in questo momento, vivono la loro stessa sofferenza.