MONNEZZA VELENOSA A CAPUA. Ma Villani ci è o ci fa? Ecco la prova che quello che ha scritto l’altro giorno non è vero

31 Maggio 2024 - 14:36

Il giallo del cassone scomparso in 24 ore. Peraltro abbiamo appurato che il dirigente attuale al settore è una vecchia conoscenza di CasertaCe, il calabrese Maurizio Malena da Grazzanise, prima sotto della DDA poi sotto quelle della Procura di Santa Maria Capua Vetere e, con ogni probabilità ancora in attesa di un processo in Cassazione

CAPUA – (g.g.) Evitiamo premesse perché la vicenda è nota in quanto in un articolo molto serio, in questo caso garante di un ragionamento che da contenuto e spiegazione a foto che lo accompagnano, dimostra che qualcosa di strano, probabilmente di illegale è successo e succedeva fino a qualche giorno fa nel sito di via Lazzaro di Raimo che dovrebbe ospitare, per titolo costituito da atti amministrativi in vigore, un’ isola ecologica mentre con ogni probabilità stocca rifiuti, per di più, in una condizione strutturale di pericolosità ambientale (CLIKKA E LEGGI IL NOSTRO ARTICOLO DELL’ALTRO GIORNO)

Di fronte a questi contenuti, il sindaco Adolfo Villani, ha reso noto un comunicato accompagnato da tre fotografie che naturalmente pubblichiamo nella sua versione integrale in calce  a questo articolo perché noi siamo abituati alla democrazia vissuta come trasparente confronto di idee, divisioni, opinioni e di valutazioni, a differenza di Adolfo Villani, la cui carriera politica evidentemente somiglia a tante altre carriere politiche dei nostri territori, collegate a metodi, prassi, piene di astuzia, di scorciatoie e di chissà cos’altro ancora. Tutta roba che con la democrazia vissuta e pratica e non solo dichiarata (per questo siamo bravi tutti) non c’entrano proprio nulla.

Dunque, Villani il 28 maggio ossia martedì scorso sostiene che su sia richiesta il responsabile della ripartizione amministrativa ecologia e rifiuti, avrebbe redatto una relazione su quella che definisce “l’annosa questione relativa all’area in oggetto, avente estensione di circa 2000mq, in uso al nostro Comune in forza di un contratto risalente al 19 febbraio 2009.”

Aggiungiamo noi che sarebbe stato utile, opportuno e trasparente scrivere il nome e cognome di questo dirigente, arrivato, diciamo così, in prestito dal vicino comune di Grazzanise dove per anni e anni è stato ed è ancora dirigente dei lavori pubblici

Il suo nome è Francesco Maurizio Malena. Nome non sconosciuto alla storia un po’ più datata di CasertaCe visto che soprattutto nell’anno 2014, se non ricordiamo male, ha popolato diversi nostri articoli quando ha vissuto momenti complicatissimi dal punto di vista giudiziario.

Momenti non ancora risolti completamente dato che dopo l’antica accusa, datata anno 2011, formulata a suo danno dall’allora pm della Dda di Napoli, oggi procuratore della repubblica a Castrovillari, Alessandro D’Alessio, di essere stato in cointeressenza con il clan dei casalesi per l’appalto da più di 3milioni di euro per il collettore fognario di Grazzanise. Un’indagine che dal 2013 e per almeno un altro paio di anni CasertaCe seguì con attenzione e grande assiduità.

Un rapporto difficile quello dell’architetto Maurizio Malena perfettamente ambientatosi in provincia di Caserta, lui che è originario della bella località calabrese di Cirò Marina In questi ultimi anni, infatti, ha attraversato un ulteriore vicissitudine giudiziaria, stavolta relativa a lavori illegali, non coperti secondo i pubblici ministeri della procura di Santa Maria Capua Vetere da un titolo da un titolo edilizio valido, riguardante una cappella privata al cimitero di Grazzanise. In primo grado Maurizio Malena, che aveva anche subito al tempo dell’indagine della Dda una breve detenzione domiciliare, dalla quale era stata affrancato dal tribunale del Riesame, è stato condannato a tre anni di reclusione divenuti poi assoluzione per non aver commesso il fatto nella sentenza formulata dalla prima sezione della Corte di Appello di Napoli. Ora, probabilmente, l’architetto divenuto esperto di monnezza e di impianti della monnezza in quel di Capua dovrà affrontare il definitivo processo in Corte di Cassazione. Con rispetto parlando, dunque, un profilo quello di Maurizio Malena che ci siamo trovati di fronte dopo una decina di anni e che, ribadiamo, con rispetto parlando della sua persona, non abbiamo mai considerato affidabile e trasparente da un punto di vista della sua dimensione professionale all’interno della pubblica amministrazione. Il fatto che sia finito al Comune di Capua, non sappiamo da quando, cercheremo di accertarlo, cala un ulteriore ombra su un’amministrazione, già macchiata a nostro avviso da azioni e inazioni molto gravi come quelle che consentono oggi, in questo minuto, al vice sindaco Marisa Giacobone di gestire l’attività commerciale del suo bar in un regime di il-le-ga-li-tà  come abbiamo scritto decine di volte in questi mesi. Poi, un architetto è un architetto che si è occupato sempre di lavori pubblici a Grazzanise e metterlo alla guida del settore rifiuti significa non guardare all’aspetto delle competenze specifiche ma ad altri tipi di competenze, diciamo così esperienziali, mestieranti. Dunque questo architetto Malena che Adolfo Villani non nomina si sarebbe recato su direttiva del sindaco nel sito di via Lazzaro di Raino per verificare lo stato dei luoghi mettendolo nero su bianco in una relazione da cui evidentemente Adolfo Villani dopo avere raccontato la storia della destinazione amministrativa del sito che potrete leggere nel post in calce all’articolo  afferma  “Allo stato attuale l’area si presenta libera da mezzi e vi risultano posizionati unicamente i tre cassoni di proprietà comunale completamente vuoti e l’eco mobile fornito dalla Regione Campania

Siccome Villani è Villani, Malena è Malena e noi siamo noi, siccome poi noi siamo giornalisti sul serio di cui evidentemente il sindaco di Capua non conosce bene la storia e la leonina perseveranza nel realizzare giorno dopo giorno la pratica dettagliata e analitica dello studio documentale e l’azione materiale quando questa è necessaria, ci siamo recati sul posto fornendo tutto sommato a Villani una identità divina nel momento in cui diciamo che abbiamo voluto toccare con mano alla maniera del malfidato San Tommaso apostolo con le ferite del Cristo Risorto.

E andando sul posto nella giornata di ieri con ulteriore passaggio un paio di ore fa abbiamo realizzato l’inventario fotografico di CasertaCe: sull’area insistevano tre cassoni uno di colore verde, uno di colore giallo, uno di colore marrone e un eco mobile di colore bianco.

Sempre noi, nell’articolo del 19 maggio avevamo pubblicato una foto in cui si vedevano distintamente un cassone giallo, uno verde, un eco mobile bianco e un cassone blu. Il cassone blu che c’era dunque nelle foto pubblicate nel nostro articolo del 19 non ce lo siamo ritrovati.

In mezzo c’è la foto pubblicata da Villani in cui il cassone blu c’è. L’altra differenza riguarda le foto che abbiamo scattato noi l’altro ieri e quelle scattate da Villani o da chi per lui dove si vede distintamente un cassone marrone che nelle nostre fotografie pubblicate nell’articolo del 19 non c’era. In pratica il 18 maggio la formazione dei cassoni era la seguente: uno blu, uno verde, uno giallo più l’eco mobile bianco. I cassoni della coppia Villani Malena erano uno blu, uno marrone, uno verde. La differenza riguarda il cassone marrone: il 18 ossia il giorno prima della nostra pubblicazione non c’era nella foto pubblicata dal sindaco c’era.

E questo è un primo punto importante. Ora passiamo alla differenza tra le foto pubblicate dall’amministrazione comunale e quelle scattate da noi ieri.

Stavolta la differenza più importante riguarda il cassone blu: c’era nel nostro articolo del 19 maggio c’era come c’era nelle foto di Villani mentre scompare nelle nostre foto di ieri con conferma della sua latitanza con conferma del nostro sopralluogo di poche ore fa. Gli altri due cassoni dichiarati da Villani sono il marrone e il verde più l’eco mobile bianco.

Noi ieri e anche stamattina fermo restando, ripetiamo, la sparizione del compattatore blu abbiamo trovato il cassone verde marrone e anche uno giallo oltra all’eco mobile bianco.

In effetti, guardando l’angolazione della foto pubblicata dal sindaco, ci dovremmo fidare delle sue parole, perché questa non consente di capire se in quell’immagine il cassone giallo ci fosse o no .

Insomma, è assolutamente chiaro che non è vero quello che il sindaco dice e cioè che i cassoni presenti nel sito siano invariati rispetto a quello che a suo tempo avrebbe lasciato l’Ecology, ossia la società che ha preceduto CZeta nella raccolta dei rifiuti a Capua. E siccome non è vero questo, non è assolutamente scontato neppure che quei cassoni stiano li inutilizzati. In quel sito c’è un dinamismo che probabilmente ha portato qualcuno, non sappiamo se la CZeta o chi altri a togliere il cassone blu  Su questo non c’è dubbio alcuno

Per cui, noi ribadiamo il concetto che potremo eventualmente dimostrare con la pubblicazione di ulteriori fotografie. In quel luogo si è svolta l’attività di parcheggio dei rifiuti indifferenziati in una condizione di pericolosità in quanto lo status di quel luogo è di isola ecologica e tale sarà fino a quando l’amministrazione comunale, come Villani ha promesso, non apporterà una modifica, revocando i titoli amministrativi esistenti da anni, e approvandone altri che ne faranno una centro comunale di raccolta. Un luogo pericoloso in quanto non dotato di alcuna struttura a partire dalle vasche Imhoff.

Seconda puntata di qui a pochi giorni