Morte Ramy Elgaml, chiuse le indagini: coinvolti due carabinieri casertani
6 Agosto 2025 - 12:51

Adesso i due militari, accusati di aver fatto cancellare il video dell’incidente mortale a un testimone, potrebbero andare a processo
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CASERTA – Ci sono anche due carabinieri originari della provincia di Caserta tra i quattro indagati per la morte di Ramy Elgaml, il 19enne deceduto nel novembre 2024 a seguito di un inseguimento con tre pattuglie dell’Arma, durato circa otto chilometri nella periferia milanese.
I due militari, di 27 e 38 anni, in servizio presso il Nucleo Radiomobile di Milano, si trovavano a bordo di due delle tre “gazzelle” coinvolte nell’operazione che si concluse tragicamente con la morte del giovane. Le accuse a loro carico sono pesanti: depistaggio, frode processuale aggravata dalla distruzione di documenti e favoreggiamento personale nei confronti di un collega, anche lui indagato, che si trovava alla guida della vettura dell’Arma coinvolta nel violento impatto.
Secondo la ricostruzione della Procura di Milano, i due carabinieri avrebbero intimato a un testimone oculare di cancellare un video che documentava gli attimi successivi allo scontro fatale, arrivando perfino a minacciarlo di denuncia. Le frasi riportate nell’atto d’accusa, firmato dai pm Giancarla Serafini e Marco Cirigliano, sono inequivocabili: “Cancella immediatamente il video… fammi vedere che lo hai cancellato… adesso sali in macchina perché ti prendi una denuncia”.
L’operazione, secondo gli inquirenti, avrebbe avuto il chiaro scopo di eliminare prove decisive e ostacolare l’accertamento della verità sulla dinamica dei fatti che hanno portato alla morte del giovane Ramy.
Ma non è tutto. Il carabiniere più anziano, 38 anni, avrebbe anche fotografato il documento d’identità del testimone, per poi cancellare l’immagine, nel tentativo, secondo la Procura, di rendere più difficile l’identificazione dell’unica persona presente sul posto in grado di raccontare quanto accaduto.
Con la notifica dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari, ora si profila all’orizzonte una possibile richiesta di rinvio a giudizio per tutti i soggetti coinvolti.