NOTTE PRIMA DEGLI ESAMI. Stasera l’evento in via San Carlo. Tutto è cambiato dai tempi cantati da Venditti, salvo una cosa

18 Giugno 2019 - 18:30

 

 

CASERTA(g.g.) Chissà se l’Antonello buono (nella nostra maturità ne abbiamo trovati solo di ripugnanti, soprattutto nel tempo presente) delle nostre passioni giovanili, della dignità coltivata, al di la delle ideologie che non ci hanno mai visto allineati a quella professata e testimoniata dal cantautore romano, dalla pulizia di pensiero e dall’onestà intellettuale, ha osservato l’evoluzione della specie studentesca negli ultimi 10 o 15 anni. Chissà se lui, che ha cantato un’adolescenza ed una gioventù densa di ideali, degli ideali del suo tempo, possa riconoscere oggi la validità e la consistenza degli ideali di questo tempo.

Più che pensieri, si tratta di evocazioni. E’ chiaro, infatti, che per noi e ancor di più per gli Antonello Venditti, cioè per i giovani degli anni 60, 70 e perchè no, anche degli anni 80 i quali, credetemi, non furono solo il tempo del disimpegno, la giornata e ancor di più la serata non sono state una giornata e una serata come tutte le altre. E’ un rito collettivo, oggi vociante e iper socializzato, un tempo, più solitario e intimo, quello che precede la mitica prova di italiano che riunisce nello spazio, ma anche nel tempo, tutte le scuole e tutti i corsi di studio, antichi, più o meno datati e contemporanei. Le ore di oggi, simbioticamente collegate alle ore di domani mattina, sono quelle che maggiormente riescono a farti percepire, respirare, quell’attimo di suggestione, un vero e proprio transfert temporale.

Un viaggio nel tempo veloce ma che poi ti lascia sempre un alone di nostalgia e un altro di tenerezza.

Diversa è oggi la “notte prima degli esami“. Diversa da quella cantata meravigliosamente da Antonello Venditti nel 1984 e che a 15 o 16 anni di distanza dal suo esame di stato, si rappresentava come il proprio personalissimo transfert agli anni del Giulio Cesare, dell’amicizia sognante dei “4 ragazzi con la chitarra e un pianoforte sulla spalla cioè dei grandi amici del Folkstudio, lui, Venditti, Francesco De Gregori, Ernesto Bisignano che poi sarebbe diventato un grande autore televisivo e di canzoni, conduttore insieme ad un impareggiabile Ezio Luzi della bellissima trasmissione radiofonica “Ho perso il trand”, e Giorgio Lo Cascio. Quattro amici con la chitarra e con un pianoforte sulle spalle, i cui sogni erano saldi e inscalfibili “come i pini di Roma“.

Diversa, quella notte, rispetto a questa notte. Ed è giusto così. Perchè il tempo, le sue dinamiche, le epoche hanno un senso nella loro progressione se sono segnate dal cambiamento, da nuove azioni, da nuovi comportamenti che non sono mai nè migliori, nè peggiori checché ne dicano i modernisti da un lato e i passatisti dall’altro, articolando banali paragoni e ancor più banali gerarchie di qualità, invece razionalmente impossibili.

Però, l’anima, i pensieri più reconditi, le preoccupazioni, le emozioni di dentro rappresentano il patrimonio comune, la sofferenza, il batticuore di oggi che diventeranno la nostalgia di domani. Venditti solitariamente e silenziosamente contemplava la sua notte prima degli esami, domandosi come diavolo facevano le segretarie con gli occhiali a farsi sposare dagli avvocati“, osservando, nella leggerezza delle tenebre, le mamme e i papà che vegliano i neonati affamati di poppata, le nonne insonni che scrutano le luci, le sirene della “notte di polizia“, che insieme alle ambulanze accorrono sui luoghi del dolore, per certificare che quella notte, anche quella notte così speciale per tanti, “qualcuno molto ordinariamente se l’è portato via“.

Se Venditti dipingeva quella sua emozione, rimpiangendo il fatto di non essersi diplomato l’anno precedente (“maturità, ti avessi preso prima“), oggi l’emozione, il pathos oppure l’incoscienza di alcuni che tanto preoccupati non sono, si offrono all’incontro chiassoso, alla comunione di chi sceglie una strada stretta come via San Carlo a Caserta, per stare vicino al proprio amico, alla propria compagna di scuola, in modo da poter comunicare loro, depotenziando il disagio emotivo, la propria eccitazione, affogando la preoccupazione, sciogliendo quel nodo che si ferma sulla bocca dello stomaco, ad una finta spavalderia, ad una sicurezza dichiarata ma non realmente vissuta.

L’intimismo di Venditti e di quelli che hanno fatto gli esami di stato nei decenni appena citati, ci ha permesso, sin da allora, di conoscerci meglio perchè nel dialogo con se stessi, non c’è bisogno di combattere, mascherandola, l’umana debolezza dell’insicurezza.

Ma allora come ora, c’è sempre una “Claudia” o un “Claudio”. Nella notte prima degli esami, lei studiava nella sua camera, lontana da quella del suo amore che, cantato da Antonello Venditti, ne ricostruiva il profumo, immaginandola, anche lui immerso nei suoi ultimi studi, affiancata da un papà con la faccia di Dante Alighieri e con un fratello con i connotati di un Ludovico Ariosto, e assumendo quel profumo anche come carnale: “Claudia non tremare, non ti posso far male, se amore è amore“. Oggi Claudio e Claudia si incontrano di persona, nella notte prima degli esami. Si incontrano nelle tante via San Carlo che si animeranno stasera in tutta Italia.

Si guarderanno negli occhi e noi degli anni 60, 70 e 80 speriamo che riescano a non rendere banale quella tenerezza che fa del loro amore, più o meno eterno, più o meno effimero, uno strumento di vigore, uno strumento di forza per affrontare la difficoltà di una prova d’esame, vera metafora della vita.

Ci sarà il simpatico e bravo Ciro Guerriero a rendere la serata di Caserta più allegra e leggera. Ci saranno, in via San Carlo, gli studenti delle scuole della città, a partire da quelli dell’istituto industriale Giordani, proseguendo con quelli del Giannone, del Manzoni e così via.

Un’iniziativa benedetta dai presidi che probabilmente saranno in strada per incoraggiare i loro e gli altri studenti. Il condizionale va tolto per quel che riguarda Antonella Serpico, dirigente scolastica del Giordani. Sarà in via San Carlo, perchè considera l’iniziativa di Ciro Guerriero “molto interessante“.

Coinvolgere gli studenti – spiega la preside – in una serata casertana all’insegna del sano divertimento è un atto di grande valenza sociale.” Ma siccome un preside è sempre un preside ed ha il dovere di spendersi nella pratica pedagogica, ecco arrivare l’invito. Non si tratta di uno schizzo di moralismo, ma di un consiglio per farsi furbi. “Bere alcolici stasera è particolarmente sbagliato perchè mai come prima degli esami, bisogna rimanere lucidi. Del resto, so che Guerriero ha preparato le cose in maniera perfetta con ospiti a sorpresa, bella musica suonata dalle band casertane e poesie emblematiche recitate da chi ha passione per farlo. Divertimento e riflessione – conclude Antonella Serpico -, il modo migliore per affacciarsi ad uno dei giorni che nella vita di ognuno di noi non potrà mai essere dimenticato.