OPERAZIONE WHITE STONE. Le piazze di spaccio, la gestione di o’ pallon e o’ viking e i messaggi criptati: “Portami una pietra bianca…”
15 Ottobre 2018 - 19:39
SANTA MARIA CAPUA VETERE/SAN PRISCO/SAN TAMMARO (ti.pa) – Non è stato facile capire il loro linguaggio criptato, “aiutato” molto dai nuovi mezzi di comunicazione come fb e wz, ma i carabinieri dopo mesi di indagini hanno incastrato quasi tutti i componenti dell’organizzazione criminale (67 su 72 sono stati arrestati solo cinque sono irreperibili tra cui solo uno di Santa Maria Capua Vetere) in odore di camorra come più volte il pm Luigi Landolfi ha sottolineato nell’ordinanza di custodia cautelare ma che il gip non ha accolto questo passaggio. I militari del nucleo operativo diretti dal tenente Felice Izzo sono partiti seguendo le mosse di un personaggio molto conosciuto a Santa Maria Vincenzo Di Palma detto pallone (arrestato più volte per questo reato nel gruppo Fava) e quelle di Vincenzo Papale detto u’Viking. Erano questi due insieme alla compagna di Di Palma, Bruna Tiglio che gestivano queste piazze di spaccio: Anfiteatro, Piazza Padre Pio, San Tammaro nei pressi della villa comunale, San Prisco nei pressi della chiesa di Costantinopoli. Inoltre erano questi personaggi che curavano i rapporti con altri gruppi di spaccio nel napoletano (Marigliano Scampia e Secondigliano) con un ruolo molto attivo delle donne. Inoltre tra gli arrestati figura pure Giuseppe Pitirollo di Miano, il compagno della donna, Adelaide Porzio, alla quale recentemente le è stato ucciso il figlio, Lello Perinelli, dopo una lite per futili motivi. Il nome dell’operazione “Pietra Bianca” WHITE STONE è scaturito proprio da come in codice Di Palma chiamava la cocaina. Gli interrogatori sono fissati per domani nel collegio difensivo gli avvocati: Angelo Raucci, Luca Viggiano, Federico Simoncelli.