ORE 11:36 AVERSA. Caos e grida nel carcere Filippo Saporito. I residenti chiamano i Carabinieri

25 Maggio 2021 - 11:39

AVERSA – Due allarmi, con tanto di chiamate ai Carabinieri da parte di alcuni residenti dalla zona in cui insiste quella che oggi si può chiamare a pieno titolo Casa Circondaraile Filippo Saporito di Aversa, fino a pochi anni fa ospedale psichiatrico giudiziario o manicomio giudiziario che dir si voglia.
Urla, clamori molto forti, che lasciavano ipotizzare dei veri e propri tumulti in atto.
L’episodio si è ripetuto stamattina ed è tutto quello che, per il momento, si sa.
Le grida, i clamori, sono certi. E ne possiamo dare conferma.

Sui motivi si può solamente ipotizzare, visto che al momento non ci sono comunicazioni ufficiali da parte delle autorità.
Il “Filippo Saporito” è diventato un carcere a tutti gli effetti, con 273 posti suddivisi in 8 aree di micro-detenzione.
Ospita solamente detenuti con condanne passate in giudicato, cioè definitive, in esecuzione per reati comuni.
Fino al 2019, poi non sappiamo successivamente, è stata anche la residenza di circa 20 internati.

E qui la parola lascia intendere che un po’ di passato è rimasto nel presente di questa storica struttura aversana che fino al 1876 è stata residenza dei frati, come si può ben capire dal chiostro e che da allora in poi è divenuto manicomio, definizione che un po’ più pudicamente, ma la sostanza è la stessa, si è trasformata in “ospedale psichiatrico giudiziario” dalla legge Basaglia in poi.
Gli internati, infatti, sono persone non imputabili e non punibili, ma che comunque sviluppano un atteggiamento, latente o patente, ritenuto pericoloso.
In pratica hanno sicuramente compiuto dei reati, ma se appartengono alla categoria dei non punibili, ciò può significare una cosa sola: cioè che quando li hanno computi non erano in grado d intendere e di volere.

Ogni 6 mesi il giudice della Sorveglianza verifica le relazioni degli specialisti, dei dirigenti dei centri di internamento, e decide se rinnovare o meno la misura che, beninteso, non contiene una definizione temporale, potendo dunque essere reiterata indeterminatamente.
In pratica, una seconda versione riveduta e corretta dei vecchi manicomi.