ESCLUSIVA. L’OMICIDIO DI CASAL DI PRINCIPE SECONDO PER SECONDO. Dall’arrivo insieme al bar per il chiarimento a quella prima tremenda pugnalata alla gola

1 Luglio 2023 - 14:25

Erano innamorati della stessa ragazza, ma ieri sera si erano dati appuntamento al bar Morza con l’obiettivo di stemperare i toni. Le botte e poi la tragedia consumata davanti a decine e decine di testimoni oculari dinanzi ad uno dei locali più noti di Casale

CASAL DI PRINCIPE/VILLA LITERNO (g.g.) – È chiaro che tutto quello che si scrive in questi minuti sull’omicidio consumatosi ieri sera a Casal di Principe non può essere frutto di informazioni acquisite da fonti ufficiali.

Ma siccome a Casale e a Villa Literno, oggi, ovviamente, non si parla d’altro, è chiaro che le voci, le indiscrezioni, le ricostruzioni che girano sono tantissime. Ovviamente, noi di CasertaCe, rispetto a quello che abbiamo ascoltato, anche acquisito, andiamo ad utilizzare, per il momento, solamente una piccolissima parte, scegliendola tra le cose emerse e confermate da più di una fonte informale.

La scena sarebbe stata la seguente: i due ragazzi, il 20enne Hassan, nato a Tripoli, capitale della Libia nel gennaio 2003, ma che ha vissuto sempre a Casal di Principe, potendo essere annoverato tra gli immigrati di seconda generazione dunque, e il 17enne Giuseppe Turco, sono arrivati insieme all’ingresso del bar detto “del pallino“, nome ufficiale bar Morza, in piazza Villa

a pochi metri di distanza Parrocchia dello Spirito Santo e dalla casa in cui, 25 anni fa, nel luglio del 1998 fu catturato Francesco Sandokan Schiavone, fondatore e capo del clan dei Casalesi.

Da quanto abbiamo raccolto da alucni dei tantissimi testimoni oculari presenti davanti ad uno dei locali pubblici più frequentati di Casal di Principe, i due giovani, Hassan, di corporatura media, e Giuseppe che, abitualmente, girava in scooter T-Max, sarebbero entrati all’interno del bar, consumando anche qualcosa insieme.

Avrebbe dovuto essere, infatti, un incontro chiarificatore, dopo le tensioni causate dall’attrazione e l’interesse di entrambi per una ragazza di Casal di Principe.

Non sappiamo cosa si siano detti all’interno del bar, non sappiamo se una battuta, a quanto pare fatta dal 20enne sulla costituzione corpulenta del 17enne abbia riacceso la tensione, fatto sta che i due non hanno litigato, ma si è passato subito a vie di fatto.

Sarebbe partito un ceffone che avrebbe fatto cadere il ragazzo di origine magrebina, il quale avrebbe tirato fuori repentinamente il coltello che aveva con sé, circostanza, questa, che non depone certo bene sulla delineazione delle caratteristiche del soggetto, colpendo con un tremendo fendente dritto alla gola il suo rivale.

Non si può escludere, sul piano delle ipotesi ricostruttive, che già quel colpo sia stato letale e abbia provocato la morte del 17enne di Villa Literno, figlio di un artigiano. Poi sarebbero partiti altri fendenti e, come risulta dalle notizie ufficiali, la vittima sarebbe morta sul colpo o quasi subito, al punto che il suo corpo è rimasto riverso al suolo e non è stato toccato dai soccorritori del 118 perché, si sa, constatato il decesso, in questi casi bisogna attendere l’arrivo del magistrato, in questa occasione di un sostituto procuratore presso la procura di Aversa-Napoli Nord che ha acquisito la titolarità delle indagini che saranno condotte insieme ai carabinieri della Compagnia di Casal di Principe.

Strettissimo è il riserbo degli avvocati. Sia di quello che difenderà l’assassino reo confesso, sia quello che sicuramente verrà nominato la famiglia del 17enne ucciso.

Nulla, infatti, i legali dichiareranno fino a quando, come ci ha comunicato al telefono, al quale l’abbiamo sollecitata, l’avvocato Mirella Baldascino, nominata dalla famiglia di Hassan.