OSPEDALE DI CASERTA. Paralizzato il Pronto soccorso tra urla e proteste, dopo la chiusura quasi completa di quello del Moscati di Aversa. Ma a Blasotti e Iodice piacciono solo le passerelle e le marchette

1 Luglio 2024 - 18:17

Fila di ambulanze, alta tensione, barelle lasciate fuori. Ma queste cose le scrive solo CasertaCE, perché attorno al potere in provincia di Caserta, c’è solo servilismo interessato.

AVERSA/CASERTA (g.g.) Tra squilli di tromba e molte telecamere amiche, è andata in onda, nei giorni scorsi, la velina dell’Istituto Luce casertano sull’inaugurazione di un ambulatorio infermieristico in quel di Aversa, alla presenza di un trionfante direttore generale Amedeo Blasotti, strettamente connesso al suo amico ritrovato, ammesso e non concesso che l’abbia mai perso, Enzo Iodice, “bluffeur” di professione, direttore sanitario dei due distretti unificati di Aversa e di Lusciano, nonché direttore sanitario ombra di tutta l’Asl – una carica che, dunque, non ha mai realmente perduto -, visto e considerato che quella funzione da cui, disse lui, fu costretto a dimettersi, l’ha recuperata di fatto, con tanto di stanza attigua a quella del direttore sanitario pro forma “che conta così assai” che non ci ricordiamo neppure il suo nome.

La sanità casertana è bella, non ne parliamo proprio di quella aversana. Ciò è emerso dalla parata dei direttori mandata in onda l’altro giorno dall’Istituto luce. D’altronde le marchette servono a questo: più che a celebrare, a mascherare, a nascondere, a distrarre le persone sulle magagne, a far passare il messaggio che sì, ok, non tutto va bene, ma come vedete stiamo mettendo le cose a posto. E’ capitato così e capita così in ogni regime.

Poi la realtà è un’altra cosa. E quella ve la racconta solamente CasertaCe, che per le marchette nutre una idiosincrasia biologica.

Stamattina, Pronto soccorso dell’Azienda ospedaliera S. Anna e San Sebastiano di Caserta, letteralmente paralizzato da un vero e propio assalto all’arma bianca delle ambulanze del 118, servizio erogato dall’Asl di Amedeo Blasotti e di Enzo Iodice.

Ma non paralisi giusto per dire. Caos, tensione acuita dal caldo intenso.

E sapete perché è successo tutto ciò? Perché l’ospedale Moscati di Aversa, struttura territoriale dell’Asl, ha chiuso i battenti per quanto riguarda il suo Pronto soccorso, relativamente ai codici bianchi, verdi e gialli, tutti convogliati su Caserta e, forse, qualcuno su Marcianise. Ciò perché sono iniziati dei lavori di sistemazione delle strutture.

Domanda al direttore generale Blasotti e a tutti i suoi corifei e reggicoda che lo smarchettano a destra e a manca: qui nessuno discute che alcune aree di un ospedale possano o, addirittura debbano essere sottoposte a lavori di restyling, di risistemazione, spesso funzionale al riallineamento a standard minimi di legge sulla sicurezza tout court e sulla sicurezza relativa ai luoghi di lavoro. Ma cose del genere si programmano con un mese di anticipo. E se il signor Blasotti, il signor Iodice e quell’altro lì, come si chiama, il direttore amministrativo Giuseppe Tarantino guadagnano chi 4mila, chi 5mila, chi 6 mila o 7mila euro al mese, è perché si ritiene posseggano delle qualità speciali per pianificare, per prevenire, per fare in modo da ridurre al minimo il disagio del personale sanitario, ma soprattutto dei pazienti.

Ed ecco la domanda: esiste un piano di compensazione dell’attività dell’emergenza, nel momento in cui un ospedale, come il Moscati, sul quale grava la pressione demografica più pesante di questa provincia, chiuse il suo Pronto soccorso per realizzare dei lavori? Saremo anche dai malfidati ma, conoscendoli bene, sempre a nostro avviso, a questo problema dei lavori al Moscati ci avranno pensato 4 o 5 minuti stamattina, quando dalle stanze del Pronto soccorso di Caserta sono partite varie grida di allarme udite da lontano, in maniera confusa e soffusa ai piani alti dell’Aorn. Non ne pariamo poi, in quelli dell’Asl in via Unità d’Italia e corso Trieste.

A loro, infatti, non frega nulla, tanto alla fine il disagio si consuma, si smaltisce sulla pelle dei cittadini. E siccome qui non siamo a Roma, a Firenze, a Bologna, a Milano, a Padova, a Torino, non ci sarà nessuna denuncia e/o protesta in grado di entrare in un telegiornale nazionale della sera e neppure in Striscia la notizia che, con i tempi comodissimi di Antonio Ricci, si è già fermata da un pezzo e riprenderà, canonicamente, all’inizio dell’ultima settimana di settembre. Sul fatto di stamattina, che solo CasertaCE racconterà, non si formerà, dunque, alcuna opinione pubblica e nessun danno reale colpirà la politica e i politici che di questa gestione disastrosa della sanità locale, sono i responsabili, ma allo stesso tempo sono anche i sereni gestori, visto e considerato che il cordone marchettaro farà in modo che nulla di ciò che si è verificato esca fuori dal perimetro stretto di chi il disagio, stamattina, l’ha subito.