OSPEDALE PIEDIMONTE M. Disastro e carenza di personale: il grave caso della Medicina Generale

4 Novembre 2024 - 17:00

Due infermieri, zero oss per 21 posti letto. Una breve analisi sullo stato delle cose

PIEDIMONTE MATESE (g.g.) – Conosciamo bene e stimiamo Gianfausto Iarrobino. È un ottimo chirurgo a cui piace fare bene il chirurgo.

Il suo spazio vitale è costituito dalla sala operatoria e ci dispiace che ultimamente stiano arrivando in redazione diverse segnalazioni su quella che sarebbe una cattiva gestione del funzionamento dei reparti, a partire da quello principale del nosocomio matesino, ossia la Medicina Generale. Anche se, non è che siano messi tanto meglio gli altri reparti della struttura sanitaria dell’alto Casertano.

Ci dispiace perché, lavorando sulla notizia, abbiamo scoperto, con una certa sorpresa, che l’ottimo Iarrobino sta svolgendo il ruolo di facente funzioni nella direzione dell’ospedale.

Conoscendo le sue qualità di medico, siamo sicuri che si sia appoggiato all’attività e al sostegno di qualche soggetto che la sa lunga nella gestione dei reparti.

Facciamo una premessa, l’ospedale di Piedimonte Matese – il sottoscritto viene dall’entroterra sannita e quindi queste cose le conosce bene – ha delle caratterizzazioni un po’ diverse rispetto a quelle degli altri nosocomi dell’Asl Caserta. Da lontano arriva “quel certo modo”, una sorta di conduzione familiare delle cose interne, che oggi però non può più funzionare.

Gli infermieri che arrivano dai tempi andati stanno nella logica vecchia, ossia “una mano lava l’altra”. Ma un giovane infermiere che oggi è un laureato certe logiche non le accetta. In testa ha un modello almeno minimo di efficienza e dunque se vede che un reparto di Medicina Generale com’è quello di Piedimonte Matese ha 21 posti letto, sempre naturalmente occupati, presidiati nella notte da soli due infermieri e da zero (sì, avete letto bene) operatori socio sanitari, non può non notare l’esistenza di un modello irregolare.

Perché non si scappa: un reparto di Medicina Generale, infatti, è occupato quasi sempre da persone in là con gli anni, afflitte da patologie croniche e non acute e che dunque, soprattutto sul terreno dell’assistenza corporale, ossia quella garantita mirabilmente dal personale specializzato costituito dagli operatori socio sanitari, determina un ingiustificato e, diciamocelo pure, illegale demansionamento del personale infermieristico, costretto a fare un altro lavoro.

Se a questo si aggiunge che solo due infermieri su 21 pazienti rappresentano un fattore critico e non certo tranquillizzante, se a questo si aggiunge ancora che di questi due infermieri ne resta uno solo a presiedere l’Unità operativa, visto che l’altro è costretto a correre per urgenze che si verificano spesso, come, ad esempio, quella di portare in altro reparto, laboratorio di analisi e/o radiologia, dell’ospedale i prelievi per esami diagnostici da realizzare al minuto, tutto quel quadro a tinte fosche si completa.

A muoversi per battere i pugni sul tavolo del’Asl dovrebbe essere prima di tutto il rappresentante sindacato unitario, ossia Raffaele Ciaramella, un eterno e inamovibile esponente della CISL che da quelle parti, che poi sono anche le parti del sottoscritto, sviluppa ancora oggi una rendita di posizione legata all’antico rapporto politico-sindacale tra la Democrazia Cristiana di Dante Cappello, la Cisl e mettiamoci anche, per le associazioni di categoria, la Coldiretti.

Ma i tempi sono cambiati e il rappresentante sindacale Ciaramella è chiamato ad interpretarli. Deve fare il suo, chiedendo un aumento di personale, soprattutto nei turni pomeridiani e notturni, anche a costo di rompere il collaudato idillio con Romolo Loffredo, infermiere della direzione sanitaria, titolare di una posizione organizzativa da circa 18 anni, e a cui Iarrobino, che pensa giustamente a fare il chirurgo, ha affidato di fatto l’organizzazione dei reparti.

Insomma, è un sistema da riformare quello dell’ospedale di Piedimonte Matese. Ciò perché anche di giorno non è che le cose funzionino in maniera mirabile. Le figure dei capisala, partendo da quella della Medicina Generale, non sono strutturate. Anche lui è ancora legato a schemi del passato, ampiamente superati. Occorre avere l’intelligenza di comprendere i tempi nuovi, in modo da poterli interpretare nell’esplicazione delle proprie potestà.

E questo, probabilmente, stando alle segnalazioni che ci arrivano, manca all’ospedale di Piedimonte Matese. Ed è chiaro che se nessuno presente queste problematiche alla direzione sanitaria dell’Asl di Caserta, il problema resta e non è possibile evitarle.