Pasquetta a CASERTA: traffico in tilt, parcheggi selvaggi, venditori abusivi

12 Aprile 2023 - 00:16

E mentre all’interno della Reggia vanvitelliana è stata vietata l’introduzione di palloni e borse frigo, in piazza Carlo di Borbone…

Caserta (pasman) – Dopo l’articolo di ieri mattina (lo puoi leggere qui), torniamo alla pasquetta casertana con particolare riguardo ai “campetti“. Alcuni giorni fa, in prefettura si è riunito un comitato operativo per varare un piano finalizzato a far fronte all’affluenza straordinaria di turisti e visitatori tipica delle feste di Pasqua in città ed in provincia. Nel corso dei lavori, tra gli immancabili auguri e l’assaggio forse di qualche fetta di pastiera della tradizione che si saranno concessa, qualcosa evidentemente deve essere sfuggito, a giudicare da quello che abbiamo documentato della mattinata e della giornata di lunedì.

Il traffico del centro, particolarmente nei tratti che attorniano la Reggia, è letteralmente impazzito. Le lunghe file di macchine su via Roma e via Battisti hanno scatenato la reazione di buona parte degli automobilisti con i clacson  suonati  a tutta forza. Alla confluenza di viale Vittorio Veneto con il sottopasso di piazza Carlo di Borbone è andata in scena l’anarchia assoluta.

Con una tripla fila di vetture per accedere al parcheggio interrato e l’impossibilità di di procedere di quelle in transito. Persino la stazione di rifornimento ubicata poco prima è stata presa d’assalto per il parcheggio, con macchine infilate ovunque a rendere quasi impossibile il rifornimento stesso di carburante. E’ arcinoto che tale incrocio è strategico per la circolazione cittadina, eppure di operatori a disciplinare il traffico neppure l’ombra.   I “campetti”, non importa che siano bene Unesco, piazza monumentale, area sottoposta ad una specifica ordinanza che vieta l’accesso fuori dai percorsi dei viali, sono stati la meta delle  consuete scampagnate di comitive di tutti i tipi.   Famiglie, compagnie di ragazzi, gruppi di sportivi e cinofili. Tovaglie per il pasteggio di ruoti e casatielli, marenne e ‘mpustarelle, e coperte per l’abbiocco postprandiale hanno punteggiato i prati un poco ovunque. Il pallone Santos è assurto a protagonista dei giochi. E la sottovalutazione del verde della piazza è tale che, per quanto la lunga fila dei visitatori della Reggia potesse essere  attestata lungo gli ampi spazi pavimentati, la si è  fatta stare sul tappeto erboso, quello che già normalmente non se la passa bene per la sua pervicace incuria. Ma qualcuno non dovrebbe disciplinare le code dei turisti o si pensa che lo facciano da soli?

E non è a dire che mancavano le forze di polizia che potessero far rispettare quei divieti sacrosanti. Solo che le abbiamo viste concentrate in un punto pressappoco inutile, piuttosto prese, pareva, da placide conversazioni. Tant’è che a poche decine di metri di distanza i venditori abusivi erano tranquillamente intenti ai loro maneggi.

Ma qui si sconta, per vero, l’ambiguità politica ed istituzionale del prendere il toro per le corna. Mentre alla Reggia, sebbene dopo tempo e molte proteste per i casi clamorosi come i bagni ed i tuffi nelle fontane storiche, hanno capito che il monumento non poteva essere trasformato in parco giochi e divertimenti e di conseguenza hanno vietato l’introduzione di palloni, sacchi viveri e apparecchi musicali, per la piazza Carlo di Borbone, di disgraziata gestione comunale, si fa finta di niente. Come se il fatto non esistesse. Come se quelli che la occupano e la usano come area di spasso avessero una innocenza ancestrale e dunque guai a turbarli.  Neppure in periodo di celebrazioni dell’architetto reale. Non c’è amministratore comunale o istituzione pubblica deputata alla salvaguardia della piazza monumentale che esiga, per un elementare quanto banale  principio di legalità e per una evidente esigenza di civiltà e di cultura, che la piazza vanvitelliana venga rispettata nella sua identità. Il sindaco Marino, il giorno dopo, si è fatto bello ancora una volta dei meriti altrui parlando di una prova di efficienza della città. Ma il successo della giornata per Caserta, com’è evidente, si deve solo e tutto al direttore della Reggia ed al museo, che è stato all’altezza della situazione. Tutti gli altri aspetti cittadini che dipendevano direttamente dal primo cittadino, dalla viabilità, all’organizzazione urbana, all’ordine, sono stati pressoché fallimentari. E dunque i campetti? Non si capisce, a questo punto, a motivo di che consentire quello che vi si consente?  Insipienza, tiepidezza populistica, demagogia, calcolo? Bisognerebbe essere in tali teste per saperlo. Ma una cosa è certa. Non può trattarsi che di pessimi motivi.