Passa 20 giorni in carcere e 4 mesi ai domiciliari. Ottiene 65 mila euro di risarcimento, ma…

28 Agosto 2022 - 19:37

AVERSAQuattro mesi agli arresti domiciliari e 20 giorni in carcere. Queste le misure cautelari che subì nel 2010 Gilda Fortunato, aversana, per mesi ritenuta facente parte associazione finalizzata al traffico illecito di droga. La donna fu assolta per carenza di gravità indiziaria.

Era ritenuta una delle donne che si occupava del confezionamento delle dosi, aiutando la sorella e il compagno di lei, condannati poi nel processo.

Ma il Gup del Tribunale di Napoli che aveva assolto la donna, aveva evidenziato che l’assenza di una qualsivoglia certezza in ordine alla identità della persona che collaborava con la coppia nella preparazione delle dosi di stupefacente.

Fortunato dopo l’assoluzione ottenne 65mila di indennizzo per la ingiusta detenzione patita, ma la Corte d’appello di Napoli aveva bloccato il pagamento del risarcimento per il mancato supporto della donna alle indagini, “colpevole” di non aver spiegato e chiarito i dubbi degli inquirenti nel suo rapporto con la sorella, con cui viveva al tempo.

I legali di Fortunato hanno presentato ricorso in Cassazione contro la decisione e i giudici hanno dato ragione alle ragioni della donna.

La Cassazione quindi ha imposto l’annullamento dell’ordinanza con rinvio alla Corte di appello di Napoli per nuovo esame.

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