PD, che notizione: la Sgambato al peperoncino. Ma due sindaci su tre smentiscono di aver firmato per Minniti e Nicola Caputo. Uno strazio!

22 Novembre 2018 - 11:50

CASERTA – (g.g.) Ci faremmo dare e non è detto che, alla Muzio Scevola, non lo faremo stesso da noi, una martellata sulle dita, pur di evitare il supplizio di ogni forma di intelligenza, anche di quella più ordinaria, consistente nel parlare, nell’affrontare la questione (va bè, chiamiamola così) del nuovo congresso del Pd.

Un partito di sfigati che noi non definiamo in tal modo per mancanza di rispetto nei confronti di quello che, comunque, è un soggetto costituzionale, ma semplicemente perchè solo degli sfigati, e Matteo Renzi è il capo degli sfigati, potevano pensare che attraverso un sistema di comunicazione innovata, attraverso l’arruolamento di un plotone di social manager, avrebbero potuto rendere irrilevanti i materialissimi problemi, molto meno campati in aria, della qualità della classe dirigente.

Perchè se un partito, se un leader come Renzi, è rappresentato nei territori, nel caso nostro, in provincia di Caserta, da un Nicola Caputo, da una Pina Picierno, da uno Stefano Graziano, e lo avremmo protetto da questa definizione ma gli ultimi fatti della sanità ci sconsigliano di farlo, da un Gennaro Oliviero, è un partito già morto in partenza.

Perchè il pd potrà garantire un pò di potere e un comodo cuscino sotto a questi deretani ormai rammolliti, ma quando si voterà per le elezioni parlamentari, il vuoto della politica, dell’espressione minima di un impegno per la gente da parte di personaggi che non hanno inciso e non incidono neanche per sbaglio sui processi di sviluppo economico, sociale e morale di una comunità, condurrà di nuovo il partito al disastro, così com’è già successo lo scorso 4 marzo.

Come sempre, abbiamo fatto il nostro dovere e abbiamo costruito un’argomentazione, più o meno opinabile, al severo assunto iniziale che ribadiamo in coda: il Pd è un partito di sfigati.

Però, purtroppo, siccome c’è qualcuno (pochi, fortunatamente) dei nostri lettori a cui interessano, a differenza di quanto, invece, interessi al sottoscritto e a noi di CasertaCe, le solite liturgie pre-congressuali, siamo costretti ad attraversare il supplizio.

Ancorché arduo, visto che parte da una botta di adrenalina esplosa da tutti i pori della professoressa Camilla Sgambato.

Questa, evidentemente, non essendo una sostenitrice della candidatura dell’ex ministro degli interni Marco Minniti, spara ad alzo zero contro non meglio identificati sindaci (ovviamente non fa i nomi) che da posizioni di centrodestra, avrebbero firmato per la candidatura di Minniti e forse per la lista che, a Caserta, lo sosterrà nella triste giornata dei gazebo, che minacciosa si profila all’orizzonte.

Ovviamente la Sgambato non fa i nomi, ma ve li facciamo noi, così non perdiamo tempo. I sindaci in questione sono Antonio Montone di Castello del Matese, Andrea Sagliocco di Trentola Ducenta e Vincenzo Caterino di San Cipriano.

Montone che effettivamente è stato vicino alle posizioni di Gianpiero Zinzi, ci ha dichiarato che lui non ha firmato. Non è improbabile che l’abbia fatto qualche consigliere comunale del piccolo e ameno centro mntano del Matese, ma lui “niente sa”….

Andrea Sagliocco l’abbiamo sentito al telefono e ci ha precisato che a firmare sono stati solo Bottiglieri, che al pd è iscritto e consigliere comunale lo è diventato per effetto dell’apparentamento, e Luigi Fabozzi. Entrambi in maggioranza ma assolutamente indipendenti rispetto ad una coalizione “che civica è – dichiara Sagliocco – e civica resta.” Per cui, il primo cittadino non ha firmato, nè per Minniti, nè per Zingaretti, nè per Martina e neanche lo farà nelle prossime settimane.

Ultimo dei bersagli delle allusioni della Sgambato, il sindaco di San Cipriano, Vincenzo Caterino. Stando a quello che ha confidato agli amici, Nicola Caputo gli avrebbe chiesto di apporre la sua autorevole griffe e, di fronte alle sue perplessità, lo avrebbe rassicurato affermando che questa sarebbe stata utilizzata solo per dar forza ad un documento interno, riservato. Ovviamente questo non è accaduto e Caputo, non appena incassata la firma, ha dato la notizia ai giornali. Insomma, Caterino avrebbe fatto un favore di cortesia.

Noi non crediamo a queste cose, a meno che non sia Caterino stesso a precisare la sua posizione e queste circostanze, esponendosi personalmente con dichiarazioni ufficiali. Ma è chiaro che anche nel caso del sindaco di San Cipriano, siamo di fronte ad un’amministrazione civica. Caterino non è schierato. All’interno ha due o tre consiglieri di area Pd e due o tre consiglieri di area Forza Italia-centrodestra.

Un atto di adesione al Pd potrebbe creare, non adesso, ma in una prospettiva a medio termine, soprattutto se l’anno prossimo la Regione Campania dovesse cambiare padrone, problemi significativi alla sua maggioranza. Insomma, per queste ragioni, a meno che non abbia l’estro del kamikaze, non vedremo un Caterino esposto alle primarie. A Caputo, quella firma serviva per piantare una bandierina, presentandosi a Minniti come l’europarlamentare in grado di mobilitare il consenso da gazebo di amministratori comunali e di altri grandi elettori, ma l’operazione è più apparente che reale.

Nota a margine, giusto per tornare alla martellata iniziale: Nicola Caputo e Stefano Graziano, ormai storici cane e gatto in perenne derby teverolese, appoggiano entrambi Marco Minniti.

Con Zingaretti ci sono Gennaro Oliviero, l’area degli ex Ds di Dario Abbate, Luigi Munno eccetera. E ci sarebbe anche Carlo Marino al quale, forse, non conviene, per i noti motivi, esporsi più di tanto.

Con il mansueto Martina, non sappiamo ancora chi c’è. Ma sicuramente pur di occupare uno spazio di minoranza, di corrente, vedrete che presto qualcuno si farà avanti. Ora, per darvi qualche informazione più precisa su quest’ultimo concetto, dovremmo andare a sbirciare sui profili social di qualche esponente locale del Pd, a partire proprio da quello dell’ex parlamentare Camilla Sgambato.

Beh, noi, per i nostri lettori, ci butteremmo nel fuoco. Per loro, siamo disposti a qualsiasi sacrificio. Ma questa mattina, questo no, non ce lo potete chiedere.

 

QUI SOTTO IL COMUNICATO STAMPA DI CAMILLA SGAMBATO

CONGRESSO NAZIONALE PD, SGAMBATO A MINNITI: PERCHÉ CANDIDARSI CON LE FIRME DEI SINDACI PIUTTOSTO CHE RICERCARE IL SOSTEGNO DELA BASE E DEI CIRCOLI? IL CASO CASERTA CON DIVERSI PRIMI CITTADINI PRO-MINNITI ESPRESSIONE DEL CENTRODESTRA O ALLEATI DI FDI E LEGA.

“Come può un candidato alla segreteria nazionale del PD come Marco Minniti, che stimo profondamente, proporsi alla segreteria del PD attraverso una raccolta di firme di sindaci? Non so nel resto d’Italia, ma in Campania, attraverso questa operazione gestita dai soliti capi corrente, operazione che certo non gioverà nè al Pd, nè a Minniti, si trasmette sempre lo stesso film, i cui registi mostrano di non aver ancora compreso  il senso della rivoluzione che ci ha travolti”.
A chiederselo Camilla Sgambato, componente della direzione nazionale del Pd vicina alle posizioni dell’ex ministro Andrea Orlando, che si rivolge direttamente al candidato alla segretaria nazionale del partito Minniti.
“Un’operazione trasversale, che vede le firme di  sindaci di centro destra, o di civici che governano con Fratelli d’Italia e con la Lega, che alle europee ed alle politiche voteranno, come hanno sempre fatto, per la destra, oggi già a guida Salvini, ma che sentono la chiamata alle armi del governatore De Luca e dei suoi consiglieri regionali, alcuni già transitati a destra, per decidere le sorti interne del Partito Democratico.
Apriamolo un dibattito sul nostro partito, in Campania e a Caserta in particolare. Chiediamoci perché si raccolgono le firme dei sindaci e non si coinvolgono invece i segretari di circolo, i militanti ormai rassegnati all’agonia del partito che sentono loro, quelli che con grandi sacrifici portano ancora la bandiera di un partito, usato soltanto per costruire carriere personali, maggioranze improbabili, giochi di potere e posizionamenti.
La gente, quella che sta a guardare allibita, è veramente stufa.
Dove un dibattito, un confronto, anche duro, sui temi, sui problemi veri?
Ma davvero cari amici credete che sia possibile condizionare il voto per un congresso di partito attraverso sindaci estranei al partito stesso?”, conclude Sgambato (Pd).
Caserta, 21.11.2018