POLTRONE&POLITICA. Imperversa il prezzemolino della “Vanvitelli” Eriberto D’Ippolito, eletto nella commissione di garanzia dello statuto della Regione. I voti ricevuti da Mimmo Santonastaso e Adolfo Russo
28 Maggio 2025 - 18:49

Per il momento non è passato il candidato salernitano di De Luca, Barbato Iannuzzi. Solo due gli eletti su un plenum di cinque componenti. Il secondo è un prestigioso esperto dell’UNESCO. La nomina di D’Ippolito alla Fondazione San Leucio e la scintilla sentimentale scoccata con Francesca Ferrara di Fratelli d’Italia
CASERTA – La commissione di garanzia statutaria della Regione Campania è un organo, sulla carta, molto importante, che deve monitorare e valutare gli atti amministrativi per tenerli sempre al riparo da una possibile tracimazione rispetto alle regole inviolabili dello Statuto.
Da un anno e mezzo questa commissione non era operativa e, aggiungiamo noi, ciò è anche comprensibile in un contesto come quello dell’amministrazione attiva e del Consiglio regionale della Campania, in cui si indirizza costantemente l’attenzione alle vicende relative alla gestione del potere. Possedere una sensibilità per il rispetto delle regole fondamentali del funzionamento di un organismo costituzionale qual è la Regione, appartiene a una sensibilità antica, costruita su una cultura delle istituzioni e non sulle abitudini profane della nostra classe politica.
Qualcosa, però, oggi si è mosso: il Consiglio regionale ha votato ed è riuscito ad eleggere due componenti su cinque.
Questa votazione necessitava di una maggioranza qualificata e non di una maggioranza assoluta dei voti. Ne occorrevano 34 e sono stati due, come si diceva, gli eletti che hanno messo insieme questi voti.
Il professor Pier Luigi Petrillo, con una chiara esperienza accademica e uno dei più ascoltati esperti dell’UNESCO – che, com’è noto, è l’organismo delle Nazioni Unite che tutela i grandi patrimoni materiali e immateriali della cultura di tutto il mondo – ha raccolto 36 voti.
34 invece i voti raccolti da un personaggio conosciuto a Caserta. Stiamo parlando dell’attuale direttore del Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università Vanvitelli – una volta si chiamava Jean Monnet – Francesco Eriberto D’Ippolito, uno che effettivamente onora il suo secondo nome di tradizione germanica, che significa “brillante guerriero”.
Perché lui, il D’Ippolito, è un vero e proprio guerriero delle nomine che – non ce ne vorrà – insigniamo di una onorificenza che qualche volta Casertace attribuisce: il prezzemolino d’oro.
Dopo aver riconosciuto un contratto nella sua università alla figlia di Donatella Cagnazzo e Adolfo Russo, contemporaneamente all’incarico ben retribuito come quello riconosciuto alla presidente dell’Ordine degli Avvocati di Caserta, Angela Del Vecchio, ha dimostrato tutto l’amore che nutre per Carlo Marino, oggi ex sindaco di Caserta, esponendo non poco l’Università Vanvitelli nel momento in cui ha accettato di entrare nel consiglio di amministrazione della Fondazione San Leucio, presieduta proprio da Carlo Marino, in un’operazione definita otto giorni prima, otto, che il Comune di Caserta fosse sciolto dal governo e poi da un decreto del Presidente della Repubblica per infiltrazioni camorristiche.
Di Francesco Eriberto D’Ippolito si è parlato anche per una recente unione sentimentale con un altro personaggio pubblico, non del suo stesso lignaggio, ma comunque conosciuto: Francesca Ferrara, di San Felice a Cancello, uno degli elementi più attivi della direzione provinciale di Fratelli d’Italia. Una corrispondenza di amorosi sensi che andrebbe ad assomigliare non poco a quella tra l’attuale numero 2 del PD, Francesco Boccia, e sua moglie Nunzia De Girolamo, punta di diamante di Forza Italia ai tempi di Berlusconi e, all’indomani del tradimento di Angelino Alfano, ministro delle Risorse Agricole, carica da cui fu costretta a dimettersi per l’esplosione di un caso giudiziario nell’ASL di Benevento, da cui la De Girolamo uscì, peraltro, assolutamente intonsa.
D’Ippolito e la Ferrara stanno uno a sinistra e l’altra a destra, perché oggi, ad esempio, in Regione, il nome del direttore del Dipartimento di Scienze Politiche della Vanvitelli è stato sostenuto e votato dal PD e dal Movimento 5 Stelle.
Insomma, prezzemolino d’oro senza se e senza ma.
Nessun altro di coloro che sono stati votati oggi è riuscito a raggiungere il quorum, per cui la Commissione di Garanzia dello Statuto della Regione Campania rimarrà inattiva fino a quando non sarà raggiunto il suo plenum di cinque componenti.
In poche parole, il Consiglio regionale dovrà essere richiamato al voto di qui a poco. Molto asfittici i risultati di due candidati casertani: Domenico Santonastaso, figlio del senatore Giuseppe, 7 voti, e il già citato Adolfo Russo, marito della Cagnazzo e professionista di gran rispetto, che ha riportato 6 voti. Disappunto per il governatore De Luca, che non è riuscito a far eleggere il suo candidato salernitano, Barbato Iannuzzi, detto Lino. Niente quorum neanche per Pietro Marzano e per il prestigioso avvocato Alfonso Furgiuele.
Non molto attivo neppure Gennaro Oliviero che, a quanto pare, ha sostenuto inutilmente la candidatura di Mimmo Santonastaso.