“Professore le saremo fedeli nei secoli”, quando Zuzù Bifone incontrò in aula Raffaele Cutolo

18 Febbraio 2021 - 10:10

MARCIANISE/PORTICO – (ti. pa.) L’avvocato, Gaetano Aufiero, aveva più volte presentato istanza di trasferimento agli arresti domiciliari del boss Raffaele Cutolo per gravi motivi di salute, ma il tribunale di Sorveglianza di Bologna aveva sottolineato, a giugno 2020, come le sue condizioni fossero compatibili con la detenzione. I giudici anzi aggiungevano “si può ritenere che la presenza di Raffaele Cutolo potrebbe rafforzare i gruppi criminali che si rifanno tuttora alla Nco, gruppi rispetto ai quali Cutolo ha mantenuto pienamente il carisma”. E aggiungevano “un simbolo per tutti quei gruppi criminali”.

Tra questi gruppi sicuramente i giudici non hanno escluso due clan casertani i Belforte di Marcianise e i Bifone di Portico. I primi fanno parte di una delle organizzazione camorristiche più longeve e potenti. Negli anni ’80 c’è stata la loro affiliazione alla NCO (Nuova Camorra Organizzata) di Raffaele Cutolo e la conseguente faida con la Nuova Famiglia capitanata dal trio Nuvoletta–Bardellino–Alfieri (appoggiati anche dai Sarno, i Misso, i Mazzarella e l’Alleanza di Secondigliano prima che questi entrassero in conflitto tra loro). Sui Bifone c’è stata un’alleanza ancora più potente con Cutolo, e più lunga, capitanata dal boss Antonio Bifone detto zuzu durata fino al suo pentimento.

Anni fa, prima della sua collaborazione, in un processo a carico dei cutoliani celebrato nell’aula bunker della corte di assise tribunale di Santa Maria C. V. Bifone, alla presenza in aula di Cutolo in carne ed ossa, zuzu si arrampicò alle grate della cella dell’aula e al passaggio di Cutolo, che doveva essere interrogato dal presidente Pacelli, gli disse ‘Professore

le saremo fedeli nei secoli‘ . Quel processo terminò con tante condanne all’ergastolo per gli efferati omicidi commessi a nome della Nco in provincia di Caserta. Solo tre giorni fa, il difensore del boss Cutolo aveva presentato l’ultima richiesta, stavolta solo di attenuazione del regime detentivo. Chiedeva, cioè, l’eliminazione delle restrizioni del 41 bis. Ma l’istanza non era stata ancora esaminata. Era invece arrivata la concessione a Immacolata Iacone, moglie del boss per un colloquio straordinario, che si sarebbe dovuto svolgere in questi giorni.