(Quasi) assolto l’imprenditore di aversan-trentolese Emilio Chianese, suocero dell’ex sindaco Alfonso Golia

10 Luglio 2025 - 13:41

Per i capi d’imputazione. Per quanto riguarda la corruzione, il reato è stato derubricato da 319 a 318 del codice penale. Per cui, la condanna a due anni e quattro mesi sarà prescritta. Nello stesso procedimento questo è il destino dei dirigenti ex Consorzio CE2 ora Consorzio Unico, Zivolo e Improta

TRENTOLA DUCENTAEmilio Chianese, suocero dell’ex sindaco di Aversa, Alfonso Golia, era rimasto coinvolto nell’indagine, poi trasformata in ordinanza chiesta ed ottenuta dalla DDA, su un meccanismo che implicava favori alla camorra, costruito, secondo il pubblico ministero dell’Antimafia, Maurizio Giordano, attraverso un meccanismo corruttivo ed estorsivo.

Il tutto era cominciato con il suicidio, consumatosi nel proprio capannone, da parte di un imprenditore di Giugliano, il cui fratello era diventato un testimone, propalatore prezioso per i magistrati anticamorra.

Stamattina Chianese, assistito dall’avvocato Mario Griffo, è stato assolto per quasi tutti i reati ascrittigli. Sicuramente per i più gravi che lo connettevano agli interessi della camorra e che avevano indotto il pm, ad epilogo della sua requisitoria, ad invocare per lui nove anni di reclusione.

Accolte, dunque, le tesi difensive, tra cui anche quella sul reato di corruzione, riqualificato dal giudice che si è pronunciato al tribunale di Napoli, alla fine del rito abbreviato. Non più articolo 319 del codice penale, il reato contestato era il 318, per di più, anche in questo caso, senza aggravante mafiosa, ex articolo 7, divenuto 416 bis, comma uno.

Non più corruzione in concorso per atti contrari ai doveri d’ufficio, ma “per l’esercizio della funzione“. Per questo reato Chianese è stato condannato a due anni e quattro mesi. Tuttavia, siccome questo reato, cioè quello regolato dall’articolo 318, si prescrive in sette anni e sei mesi, si può già dire oggi, calcolando i termini che partono dall’inizio formale dell’indagine, che è molto probabile che non si arrivi in corte di Appello, in quanto interverrà sicuramente la prescrizione.

Altri imputati, ossia il dirigente  Andrea Improta e il collega Antonio Zivolo, ingegnere ex dipendente Consorzio C2, poi Consorzio unico, ancora oggi soggetto della procedura di liquidazione più lunga di tutti i tempi, per la soddisfazione della tasca del liquidatore sammaritano Ciccio Paolo Ventriglia, sono stati rinviati a giudizio.