REGGIA DI CASERTA. 7 mesi di “zeroassoluto” della direttrice Tiziana Maffei. Nulla è cambiato e l’indagato Patanè comanda ancora

25 Ottobre 2019 - 12:55

CASERTA – (g.g.) Nell’ultimo giorno della sua direzione, Mauro Felicori avvertì l’esigenza, evidentemente per lui si trattava di una necessità da affrontare e risolvere per il bene del massimo monumento casertano, delle nomine. Dunque, le nomine furono il canto del cigno del bolognese, divenuto in età matura, ad oltre 60 anni, per le dinamiche complicate e originali del nostro paese, un esperto di beni culturali, dopo aver svolto ben altri mestieri.

Dall’insediamento del nuovo direttore Tiziana Maffei, sono trascorsi più di 7 mesi.

Durante questo periodo, la Maffei, di fatto selezionata da 5 Stelle, non si è neppure accorta dell’esistenza di CasertaCe che, non per mancarle di rispetto, perchè noi non ci sentiamo appartenenti al meccanismo del presunto giornalismo casertano, si è tenuta alla larga dalla sua conferenza stampa.

D’altronde, i nostri tempi sono segnati da altre motivazioni. E la Maffei se ne accorgerà, perchè se è giusto dare a un nuovo sindaco, a un nuovo governatore e anche dunque ad un nuovo direttore della Reggia di Caserta, un pò di tempo per ambientarsi, per comprendere i problemi e per emanare i primi provvedimenti, è anche vero che arriva un momento in cui bisogna tracciare i primi bilanci.

Della Maffei, non possiamo dire, nè che ha fatto bene, nè, come dicevamo e scrivevamo per Felicori, che ha fatto male. Semplicemente, non ha fatto niente.

Andiamo nel concreto perchè chi riteneva che noi nutrissimo un astio personale nei confronti di Felicori con cui non abbiamo mai parlato e non abbiamo mai conosciuto personalmente, dovrà ricredersi perchè noi tratteremo la nuova direttrice della Reggia, allo stesso modo con cui abbiamo trattato il bolognese, insediato da Matteo Renzi in una sventuratissima giornata di circa 4 anni fa. Dunque, se a nostro avviso, la Maffei farà male, o non inciderà sul tanto che c’è da fare per il cambiamento e la discontinuità, nulla le sarà risparmiato. Perchè 7 mesi sono stati un tempo sufficiente per consentirle di ambientarsi, per consentirle di cominciare a meritarsi il lauto stipendio che lo Stato le eroga.

Dicevamo dei fatti concreti. Nella struttura amministrativa dell’ente Reggia, ci sono delle aree, dei dipartimenti, occupati da dirigenti che governano su funzionari ed impiegati. Quella sicuramente più pericolosa, una roba nuova, inventata ad hoc, è di gran lunga l’ufficio manifestazioni. Fosse dipeso da noi, non augurandoci mai la sofferenza di nessuno, quindi niente carcere e niente domiciliari ma opportune misure di allontanamento dai luoghi di lavoro, avremmo mandato sotto processo un pò di persone. Perchè nella Reggia di Caserta, e se qualcuno non è d’accordo, può accomodarsi a presentar querela, è stato messo in piedi un sistema attraverso cui gli organizzatori di eventi sono dovuti passare necessariamente per certi studi, per certi mediatori di affari per redigere gli obbligatori piani di sicurezza.

L’abbiamo scritto, l’abbiamo ribadito, poi se non succede nulla, noi non facciamo di mestiere, nè i poliziotti e nè i magistrati. A capo di quell’ufficio, c’è stato, per anni, l’architetto Flavia Berardelli. Attenzione, la Berardelli, in quanto dirigente dell’intero ufficio tecnico, di cui l’area Sicurezza che sovrintende alle manifestazioni, costituisce una diramazione. Alla Sicurezza è stato delegato per anni un’antica conoscenza di CasertaCe, quel mitico ingegnere marcianisano Mario Tartaglione. Dici Tartaglione e il cervello in un decimo di secondo ti porta al signor Patanè, e mezzo secondo al signor Mazzarella, già assessore comunale di San Nicola La Strada. I tre hanno camminato insieme gestendo gli appalti interni a partire, ad esempio, da quello già più volte citato da questo giornale, vinto dal signor Ciccio Nasta, un altro onnipotente degli appalti negli enti pubblici. In verità, l’appalto di Nasta ha riguardato direttamente Tartaglione perchè andava ad incidere sull’erogazione del servizio elettrico all’interno della Reggia, ma Nasta è stato ben presente anche dentro alle manifestazioni e dunque dentro a quel sotto settore che Mario Tartaglione aveva affidato formalmente alle cure dei signori Patanè e Mazzarella.

Questi ultimi, cioè Patanè e Mazzarella, hanno gestito tutte le dinamiche procedurali legate agli eventi e hanno litigato, almeno così è sembrato, solo quando i carabinieri sono partiti con una pesante indagine, cominciando ad ascoltare in caserma decine e decine di persone.

Mario Tartaglione è andato in pensione per modo di dire. Perchè prima di andarci, Felicori lo ha lautamente gratificato di incarichi professionali, stra-pagati dallo stato che lui può esercitare oggi pur trovandosi in quiescenza. Oggi abbiamo perso un pò di vista le dinamiche di gestione dell’area Sicurezza. Mentre sappiamo che, nel nulla pneumatico espresso dalla direttrice Maffei, emerge una nomina che un pò, anzi un bel pò, ci fa pensare.

La funzionaria Capri è andata ad occupare proprio la poltrona di Patanè, il quale ovviamente dopo l’esplosione dello scandalo giudiziario, si è defilato in un altro ufficio o addirittura si è messo in aspettativa, in ferie o qualche diavoleria del genere. La signora Capri è un’amministrativa. Radio Reggia non ha dubbi: la signora Capri ha sempre nutrito e nutre una stima incondizionata nei confronti di Patanè, al quale riconosce capacità superiori nel settore della gestione degli eventi, al punto, si dice, di scambiarsi spesso opinioni ed idee con lui.

In poche parole, il Patanè non si è mai disancorato dal suo grande amore, cioè dagli spettacoli, dagli eventi e soprattutto dai piani di Sicurezza, che vengono pagati lautamente da chi organizza gli spettacoli e da chi allestisce i posti a sedere, garantendo anche le fasi logistiche.

Per il momento, ci fermiamo qui. Direttrice Maffei, gli attuali dirigenti o parte degli attuali dirigenti sono frutto di quell’ordine di servizio, firmato da Felicori poche ore prima di andarsene. Questa circostanza agli occhi di una professionista, stimata dai rivoluzionari di 5 Stelle, non le suggerisce la prudenza, quantomeno la prudenza di avviare un meccanismo di rotazione, peraltro caldeggiato dall’autorità nazionale anticorruzione?

E invece, non l’ha fatto. Cercheremo di capire il perchè, a partire dai prossimi giorni.