REGGIA DI CASERTA. Parla il maestro di equitazione Belardo: “L’animale va rispettato, è importante il modo in cui si impiega. Ho girato con quel cavallo poi morto”

1 Dicembre 2020 - 17:21

Caserta (pasman) – Pubblichiamo oggi, come avevamo annunciato, l’intervista al casertano Claudio Belardo, affermato maestro di equitazione, che, in quanto esperto, abbiamo voluto sentire sulla a dir poco sorprendente vicenda della soppressione delle carrozze a cavallo dal parco della Reggia, in seguito ad decesso dell’agosto scorso, per cause tutte da accertare, di uno dei cavalli impegnato nel trasporto di alcuni turisti.

Alle parole di Belardo non dobbiamo aggiungere nulla. I lettori vedranno se, come sono parse a noi, esse siano veritiere e sensate, specie a fronte di quelle divaganti e persino a vanvera che si sono potute sentire sulla vicenda.

Claudio Belardo con uno dei suoi cavalli

L’ultima notazione riguarda la persona dell’intervistato. Della sua competenza non profferiamo parola, tanto è prestigioso e ricco il suo curriculum professionale, che abbiamo presentato la scorsa volta. Intendiamo testimoniare, piuttosto, l’ empatia relazionale che abbiamo riscontrata in lui e l’intelligenza emotiva che esprime, le quali non sono certo da tutti. E ringraziarlo della sua disponibilità e del suo rilevante contributo.

Passiamo alle domande.

D: Belardo, lei avrà sicuramente seguito le vicende del cavallo morto ad agosto nel parco reale e la conseguente soppressione del servizio ippotrainato nella Reggia. Che idea se n’è fatto?

R: L’idea è che in tutto bisogna avere le regole. Insegno equitazione adoperando la riduzione del rischio per il cavallo ed il cavaliere e per poterlo fare bisogna attenersi alle regole, così si sbaglia meno. Se tutti si sono attenuti alle regole è singolare la soppressione del servizio e se per assurdo qualcuno non si fosse attenuto alle regole di benessere animale credo non vada colpita l’intera categoria ma il singolo. D’altronde essendo stata presa una decisione così drastica ci saranno delle motivazioni adeguate.

D: Subito dopo l’episodio della morte dell’animale, un gruppetto di animalisti protestò all’ingresso di Palazzo Reale e si parlò immediatamente di maltrattamenti e di sfruttamento generalizzato dei cavalli. La prima ispezione della carcassa sul luogo stesso, tuttavia, stando ai resoconti di quel giorno, pare evidenziasse le buone condizioni generali del cavallo e l’assenza apparente di segni di abuso. Si avanzò l’ipotesi di una morte improvvisa, evento molto frequente nella specie, come riporta la letteratura veterinaria.

Nondimeno, tanto bastò alla direzione della Reggia per revocare il servizio di trasporto a cavallo. Qual è la sua opinione in proposito?

R: La questione è molto delicata, io sono dalla parte degli animali, sempre. Gli animalisti fanno bene a protestare contro maltrattamento e sfruttamento degli animali e nello specifico dei cavalli; il Vocabolario Treccani dice che l’animalista è: “Chi, con l’azione o con altri interventi polemici, si impegna nella difesa degli animali da ogni forma di maltrattamento da parte dell’uomo”; quindi io posso felicemente dire di essere un animalista eppure faccio l’istruttore di equitazione. L’animalista difende gli animali contro ogni forma di maltrattamento. Sempre il Vocabolario Treccani dice che il maltrattamento è: “L’azione del maltrattare o dell’essere maltrattato; comportamento che è per altri causa di danni fisici o morali: sottoporre a maltrattamenti persone o animali;” quindi posso continuare ad asserire di essere un animalista che fa l’istruttore di equitazione perché non causo danni ai cavalli che collaborano con me, anzi li tutelo facendo anche cultura diffondendo il No alla Violenza, adoperando metodi non coercitivi ma, dolci.

Ecco il mio è un ragionamento più ampio non è tanto importante in cosa sia impiegato il cavallo (ovviamente rispettandone le caratteristiche etologiche) ma il come. Se ci sono delle regole vanno rispettate, se non ci sono vanno fatte e soprattutto studiate da esperti dei settori specifici. Detto questo il cavallo amato e tutelato può fare tutto.

D: Quanto è fondata, per la sua competenza ed esperienza, di chi è realmente a contatto con i cavalli e non li conosce quasi solo dai racconti e dai manuali, la visione animalista secondo cui il trasporto a cavallo sarebbe una barbarie e come tale da abolire del tutto ed ovunque, in quanto i cavalli sarebbero vittime di brutalità e coercizione. Quanto e come, invece, le norme di settore, mediante controlli veterinari e verifiche dell’attività dei vetturali, proteggono la specie?

R: Non mi occupo di carrozze ippotrainate ma di equitazione, però posso raccontarvi la mia esperienza diretta perché alla Reggia di Caserta feci il giro in carrozza proprio con quel cavallo, sì quel cavallo che adesso non c’è più. Conoscevo già il vetturino ed il cavallo.    

D: Da testimonianze raccolte al momento del decesso del cavallo, pare che alcune persone circondassero la carrozza, il conducente ed i suoi colleghi sopraggiunti, gridando contro di loro “assassini…assassini”, certi che la morte fosse avvenuta per l’affaticamento abnorme a cui era stato sottoposto. A nulla valeva che venisse spiegato che il cavallo è un animale particolarmente forte, capace di sforzi notevoli, ben oltre quello del traino di una carrozzella. La narrazione animalista ideologica ed estremistica di anni ed anni è, evidentemente, la causa di questi effetti distorti. Che finisce per alienare le simpatie anche verso un animalismo ragionevole, privo di sofismi.

R: Una volta fui presente alla morte di un cavallo durante una gara ippica…ingenuamente aspettavo la sospensione della stessa; pochi minuti dopo continuò. Il cavallo, indipendentemente dal settore nel quale collabora…è cavallo, punto. Devono avere tutti gli stessi diritti. In merito al cavallo deceduto all’interno della Reggia di Caserta, ricordo che mi strinsi con la famiglia che amava quel cavallo. Sono disponibile ad un tavolo di confronto, per poter ragionare sulla tutela del cavallo a patto di non trasformarci in belve feroci; se ci riflettiamo sono proprio gli animali ed i cavalli a metterci in contatto con le nostre emozioni più vere a renderci più umani, la soluzione non è eliminare “le carrozzelle” ma capire come integrare il mondo animale e quello umano. Credetemi, sono da oltre 22 anni con i cavalli negli sport equestri e bisogna iniziare a cambiare mentalità, non sono i cavalli che devono capirci per soddisfare i nostri desideri egoistici, ai miei allievi insegno sempre che siamo noi a dover entrare nel mondo del cavallo e imparare una nuova lingua, quella equina, una lingua senza parole, fatta di corporeità ed emotività, proprio quella profonda che abbiamo dimenticato… .

Mentre Caserta li caccia…

In basso, immagini di repertorio dei concorsi equestri di “Attacchi Sportivi” e di “Attacchi di Eleganza” che, con successo, si disputarono nel parco della Reggia nel settembre 2014