REGGIA DI CASERTA Venditori abusivi e info-point chiusi: ecco come la città accoglie i turisti

22 Febbraio 2022 - 13:30

Le tante chiacchiere degli amministratori locali e la loro indifferenza al degrado che regna sovrano. Mentre piazza Carlo di Borbone è il regno di cinofili, di bambini e di amanti della tintarella fuori stagione

 

 

CASERTA (pasman) Torniamo all’argomento della Reggia nel suo rapporto con la città, pur avendone parlato più che in abbondanza fino alle scorse settimane, per trarre dall’azione di questa amministrazione nella materia strategica del turismo, dal momento che il caso ci ha assegnato in sorte immeritata una serie di capolavori artistico-monumentali, una valutazione più generale sul suo operato.

Ora, come sanno tutti i casertani, stando alle dichiarazioni ed ai propositi anche più cervellotici che sono in bocca e nell’encefalo di tutti i politici nostrani, di tutte le tacche, specie in campagna elettorale, qui dovremmo dare lezioni di turismo a tutti, esserne i campioni. Non parliamo delle vette che si raggiungono in convegni ed incontri pubblici, in cui vengono puntualmente ipotizzati formidabili piani e programmi di accoglienza dei visitatori, da ricevere a migliaia di migliaia, che solo il destino, cinico e baro, non ha reso possibili per colpe che sono sempre altrove, mai a palazzo Castropignano, dove altrimenti si seguirebbe La strada Maestra.

Come ben si comprende, si tratta di parole al vento, pronunciate in contesti di tendenziale narcisismo, in cui si fa passerella, ma che non spostano le cose.

E sorprende che l’università non disdegni di accodarsi e prestare il proprio prestigio a simili riti inconcludenti. Ma non diciamo niente di nuovo osservando che tutto si tiene, considerato lo spinto carattere localistico che si è voluto imprimere agli atenei, che sono proliferati al punto tale (in Campania esistono ben 7 università) che non può non averne risentito il livello qualitativo.

Anche la nuova giunta, come e più delle precedenti, in questo clima di tanto teorismo si è strutturata su di una serie di assessorati con i relativi apparati burocratici che, con competenze incrociate e persino intrecciate, sul tema del turismo e sulle materie ad esso riconducibile non dovrebbero lasciare nulla al caso.

Questa è la falsificazione sul piano politico-istituzionale e poi c’è la realtà vera, quella incontrovertibile.

Per illustrare la quale questa volta ci affidiamo a due sole immagini scattate questa domenica, dopo le innumerevoli che da mesi, anzi da anni, pubblichiamo per denunciare l’incredibile, l’inconcepibile di questo capoluogo suo malgrado.

La prima ritrae l’ingresso del Palazzo Reale dove, nonostante il servizio di vigilanza svolto anche ad opera di un’associazione di qualificati volontari, un venditore abusivo di chincaglierie ha appoggiato al muro, in tutta tranquillità, la sua merce.

La seconda foto mostra come l’info-point di piazza Gramsci fosse miseramente chiuso.

Evidenziata in rosso, la merce appoggiata all’ingresso di Palazzo Reale da uno dei venditori abusivi

L’info-point di piazzetta Gramsci chiuso

E tralasciamo questa volta il tema tante volto deplorato dell’abuso che si fa di piazza Carlo di Borbone, che da spazio monumentale si permette venga utilizzato come spiazzo buono per tutto e per tutti. E’ una manna per i cinofili, con i cani che raspando il prato  si rilasciano quando la natura li stimola, per i bambini che, nonostante quelle possibili sorprese, possono correre liberamente mancando di parchi pubblici decenti e degli amanti del ciclocross, della tintarella o del relax sulle aiuole. Del parcheggio a ridosso del monumento neanche parliamo essendo cosa di tutti i giorni.

Proprio ieri, uno degli assessori di cui dicevamo ha pubblicamente dichiarato che starebbe preparando un incontro con la Reggia e la Soprintendenza per ripensare la funzionalità della piazza. Come volevasi dimostrare, qui siamo ancora all’anno zero del da farsi, rispetto ad una questione, quella della tutela e valorizzazione del sito, vecchia come il cucco.

E speriamo che l’assessore sappia che su piazza Carlo di Borbone vige un’ordinanza sindacale, sindaco Del Gaudio, che vieta di introdursi, fermarsi e svolgere qualsiasi tipo di attività sull’area a verde dei campetti, consentendo esclusivamente il passeggio tra i viali pavimentati. Per noi, più che correttamente, in conformità alla natura del luogo. Ma in tempo di sbracato populismo, figurarsi se qualcuno non pensa di farne una sorta di parco giochi e di mercato delle bancarelle, mentre il tema del Macrico parco verde si lascia languire in attesa di tempi di lottizzazione migliori. D’altro canto, quello che sta accadendo sul piano edilizio in città – con le tante pseudo ristrutturazioni autorizzate come non mai e con volumi abnormi che stanno stravolgendo il suo tessuto urbanistico  – fa immaginare proprio questo.

Al dunque, l’amministrazione comunale, nonostante gli uomini, le strutture ed i soldi che impegna, è incapace persino della gestione minima del suo massimo monumento, come quella di tenere finalmente lontani gli abusivi, di impedire l’occupazione delle macchine almeno nelle aree circostanti, di tenere aperto un semplice sportello di informazione per i visitatori.

Se questo è per palazzo reale, oltre che – va da sé – per San Leucio, la Vaccheria e Casertavecchia, figurarsi per tutto quanto il resto che è nelle mani del comune.

Ma occorre comprensione, ci suggeriva qualcuno: con i milioni di euro che stanno arrivando, dove c’è il tempo di occuparsi di queste amenità?