REGGIA. Ovvero non è tutto oro quello che luccica
19 Giugno 2025 - 19:11

Caserta (pm) – E’ sorprendente la piega sempre più mondana ed elitaria che sta prendendo la Reggia, che pare abbia smarrito la sua natura, che è di istituto culturale e non già di intrattenimento. E questo mentre diversi aspetti della sua gestione languono, per quanto essenziali.
Peccando forse di ingenuità, pensavamo che i tempi delle cene di gala nella saladel trono o i matrimoni sopra le righe fossero definitivamente passati. Così, quando abbiamo visto le foto ed i video della manifestazione – dell’evento addirittura, come viene definito nei commenti vari – di Max Mara dell’altra sera ci è preso un colpo. Passi per la sfilata degli abiti della casa di moda lungo il “cannocchiale”, va bene – seppure con molta riserva – la discesa delle modelle dallo scalone d’onore, ma l’aperitivo di benvenuto alla fontana di Diana ed Atteone, ma soprattutto la cena di gala imbandita nel vestibolo, luogo tra i più superbi della Reggia, per il nostro modo di vedere sono assolutamente ingiustificati. E’ vero che pagando, in un’economia liberistica nella quale pure fermamente crediamo, si può tutto.

Ma fino ad un certo punto, almeno per i luoghi culturali pubblici, che non possono essere considerati la scenografia del facoltoso di turno. Ospitando la manifestazione nel modo largo in cui è avvenuto – in cui ha potuto evidentemente più l’allure, la seduzione della casa di moda internazionalmente famosa che la dignità del monumento – si è dato un colpo forte alla funzione egualitaria a cui devono assolvere i luoghi della cultura. I quali, a nostro modo di vedere, devono essere templi dell’eguaglianza e non altro. E se qualcosa si vuole metter a reddito, non siano certo i luoghi di pregio intrinseco, storico e della memoria. E persino i commenti, provincialissimi, della serata che abbiamo letto depongono per la nostra opinione. Con toni compiaciuti e leziosi si è parlato di “parterre
Il punto è che, mentre tutto questo diversivo accade, i tanti e seri problemi della Reggia perdurano e ne condizionano l’andamento normale, nonostante la ricchezza del bilancio museale e la continuità della direzione degli ultimi anni, che sono le condizioni dell’efficienza. Procedendo all’ingrosso nelle questioni, siamo ancora alle prese con la carenza d’acqua del parco reale, con l’effetto del ristagno di quelle delle vasche, la sofferenza delle colonie di pesci e l’essiccazione dei tappeti erbosi. Non si è in grado persino di sapere quali opere tecniche di compensazione della carenza idrica siano state eseguite nel corso degli ultimi anni, per quanto si diano per certe. C’è poi il tema dell’organico. La carenza di personale ha costretto alla chiusura di parti rilevanti del museo. Ma l’evenienza, per quanto prevedibile e risaputa, è letteralmente caduta addosso, senza che evidentemente si sia fatto qualcosa anzitempo. Viene poi in rilievo il tema dei lavori in notevole ritardo e di quelli eseguiti male, con la ciliegina della macchina operatrice finita su una balaustra del parco abbattuta assieme ad un vaso. Su tutti tali fatti, singolarmente, non si riesce a sapere mai nulla. La direzione della Reggia pensa, evidentemente, che la informazione istituzionale consista nella sola pubblicità enfatica delle proprie iniziative e non nel dare chiarimenti di quanto di irregolare si possa registrare al museo. Tanto che la direttrice Maffei non esita a polemizzare puntualmente con chi contesta tale metodica comunicativa parlando spesso di incomprensione e banalizzazione della complessità della Reggia. Al momento, inoltre, pende una ultima interrogazione parlamentare sul funzionamento del monumento da parte del deputato Zinzi e Italia Nostra cittadina ha appena lamentato che presso le serre del giardino inglese e presso l’ex casa di guardia di Ercole, assieme a semi e piante, si vendano anche chincaglierie. In aggiunta ha chiesto spiegazioni dell’eliminazione di un roseto storico. E da qualche giorno è attiva una raccolta firme cittadina per una petizione al ministro della cultura perché venga attivata la procedura per la nomina del nuovo direttore della Reggia, incarico in scadenza nel giugno 2026,onde scongiurare vacanze e proroghe ritenute pregiudizievoli per la istituzione.
Ma il disservizio che più ci preme è quello segnalatoci da un lettore. In visita al parco reale il 2 giugno, dovendo andare al bagno ha scoperto che i servizi igienici era inagibili perché in manutenzione. Francamente, se non si risolvono queste cose elementari quanto essenziali, che Max Mara scelga di sfilare alla Reggia non ci consola molto.