COVID. Ristoratori, titolari di bar di MARCIANISE E MACERATA rifiutatevi di chiudere alle 14. E se il sindaco manda i vigili, chiamate i carabinieri e la Prefettura

22 Marzo 2021 - 16:52

Ci siamo lambiccati il cervello una mattinata intera per capire da dove diavolo venisse fuori questa cosa della chiusura alle 14. Compiendo per l’ennesima volta l’insano gesto della lettura della narrativa di un atto amministrativo, ci siamo accorti che Stefano Antonio Cioffi ha preso spunto da una nota illegale nella sua concezione, ma che è una semplice raccomandazione – seppur senza senso – del direttore generale dell’Asl Ferdinando Russo

CASERTA (g.g.) – La filiera della stupidità e della dabbenaggine amministrativa è lunga e altamente corrosiva per gli interessi, ma in questo caso sarebbe meglio parlare di diritti, dei cittadini, i quali, già provati da un anno di pene inenarrabili, devono sorbirsi un direttore generale dell’ASL che di nome fa Ferdinando Russo e che lo scorso 2 marzo si è inventato un elenco di 27 comuni a cui lui – da numero uno dell’ASL Caserta – appiccica il marchio di zona rossa. Per essere precisi: ventisette zone rosse e due arancioni.

Come potete leggere nell’articolo che pubblicammo ipso facto a pochi minuti di distanza dall’emersione di quella farneticante not

a, spiegammo come le ASL non avevano alcun potere di determinare una condizione strutturata giuridicamente attraverso un sistema di obblighi e di divieti, selezionando, per giunta, comuni più virtuosi e altri meno virtuosi con la mera invenzione che le progressioni aritmetiche del contagio, calcolate dentro ad una temporalità a dir poco estemporanea, rappresentassero
l’unico parametro per dichiarare 27 comuni della provincia di Caserta zona rossa.
O meglio, per dare ai sindaci degli stessi una facoltà che nessuna legge, nessun decreto di tipo costituzionale o di tipo amministrativo (i famosi Dpcm) riconosce ad autorità diverse dal governo e dal parlamento, benché meno ai dg delle Asl, ancor “più di meno” al signor Ferdinando Russo da Casoria, vero esemplare della lottizzazione al ribasso che ha trasformato le ASL italiane e quelle meridionali in particolare in un vero e proprio sinedrio di ignoranti.

Qualche ora dopo l’uscita del nostro articolo, Russo fece una parziale marcia indietro. Ma poi con quale criterio si affidava al sindaco la possibilità di decretare una zona rossa nel proprio comune?

Tra l’altro, riveliamo che ad avvertirci, con una reazione a dir poco sbigottita, dell’invio di questa nota ai primi cittadini fu Andrea De Filippo, fascia tricolore in quel di Maddaloni, che concordò con noi sul dato di fatto dell’inesistenza di una nulla potestà di questo tipo da parte sua e dei suoi colleghi. Scusate se ci auto-incensiamo ancora: ci può anche stare, dopo tutto quello che vi abbiamo raccontato in questi anni, una puttanata simile la faccia il sindaco di Marcianise Antonello Velardi che, come potete leggere da un articolo scritto ad hoc sulla vicenda specifica, ha annunciato un’ordinanza con la quale chiude ristoranti, bar, pizzerie e altri locali a partire dalle 14, in deroga alle codificazioni che il governo nazionale ha, questa volta, varato con la copertura costituzionale di un decreto legge che, essendo tale, dovrà essere – pena la sua decadenza – convertito in legge, eventualmente anche con modifiche, dal Parlamento entro sessanta giorni.

Ora, se in questo decreto esiste una classificazione delle restrizioni discriminata attraverso i colori e attraverso dei veri e propri cluster contenenti regole, obblighi e divieti specifici e differenti per ognuno dei citati colori, è mai possibile che arriva un sindaco e in base ad una nota del direttore generale dell’ASL decide di chiudere alle due di pomeriggio ristoranti, bar e negozi vari, ipotizzando addirittura di mettere mano ai supermercati, cosa veramente incredibile, con l’idea di impedirne l’apertura delle saracinesche proprio di sabato, cioè quando molte famiglie usano quella giornata, quel pomeriggio essendo l’unico a disposizione per fare la spesa?

Qualcuno potrebbe dire: ma Velardi non l’ha fatto, l’ha solo preannunciato. Purtroppo a prestar bordone a questa follia normativa ci sono suoi colleghi i quali, se non ci fossero, bisognerebbe inventarli e che valgono, in base a capacità e competenza, come chi tiene in mano il pallino del potere nell’ASL. Si chiama Stefano Antonio Cioffi ed è il sindaco di Macerata Campania. In calce a questo articolo pubblichiamo integralmente la sua ordinanza attraverso la quale ha già decretato la chiusura dei locali summenzionati a partire dalle 14. Noi che siamo abituati – in splendida solitudine – a goderci la perversione della lettura delle cosiddette narrative degli atti amministrativi, abbiamo preso visione di una serie di citazioni normative o riguardanti la decretazione amministrativa, senza che nessuna di queste contenesse la norma oppure la direttiva che attribuisce ai sindaci la possibilità dell’impostazione di ulteriori restringimenti, opportunità che invece è stata messa nero su bianco ad appannaggio dei presidenti delle regioni i quali possono assumere iniziative e provvedimenti più restrittivi rispetto ai format delle zone colorate di varo nazionale.

Alla terz’ultima premessa di narrativa contenuta nell’ordinanza del sindaco di Macerata Campania è scritto testualmente: “considerato che la previsione di una riduzione di orario di papertura die sercizi commerciali non essenziali è espressamente raccomandata nella nota prot.160515/DS16 del 2 marzo 2021 dell’Asl Caserta – Distretto Sanitario 16“. Quindi, il premier Ferdinando Russo, con i poteri assoluti assegnatigli dal presidente della Repubblica Mattarella, ha delegato, però attraverso una semplice raccomandazione, i sindaci di 27 comuni della provincia di Caserta a mettere le mani nella struttura di restrizioni, obblighi e divieti di una zona rossa messa nero su bianco da un decreto legge, cioè da uno strumento legislativo riconosciuto, previsto e protetto dalla Costituzione Italiana.

Guardate, vi manderemmo a cagare volentieri. Ma purtroppo, avendo scelto di vivere e lavorare in questo territorio, dobbiamo continuare incrollabilmente (perché altro da fare non c’è) a denunciare cose simili. Nell’altro articolo su Marcianise e Velardi, leggerete quello che a nostro avviso i singoli sindaci potrebbero fare, muovendosi verso la presidenza della regione, unica autorità unica istituzione autorizzata dalla legge in vigore a modificare le previsioni e i contenuti delle zone rosse, arancioni e bianche. Finanche De Luca non ha osato tanto, limitandosi anche ieri a confermare il divieto di circolazione per i lungomare, per le piazze e per le villette comunali.

CLICCA QUI PER LEGGERE L’ORDINANZA DEL SINDACO CIOFFI