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COMUNE DI CASERTA TRA MONNEZZA & QUATTRINI. Gli intrecci tra Gesia, Sorgeko e Lea. E quei 100 mila euro…

18 Novembre 2018 - 12:09

CASERTA (luigi vincenzo repola) – Se gli occhi degli inquirenti e di buona parte dell’opinione pubblica sono puntati sull’appalto da 116 milioni di euro del comune di Caserta per la gestione del servizio rifiuti, una gara bloccata da tempo e che è finita nel mirino della Dda, con perquisizione ai danni del sindaco Carlo Marino e dell’ex dirigente del settore Ambiente (ormai anche ex consulente del comune) Marcello Iovino, resta poco chiara anche l’attuale situazione del servizio di smaltimento dei rifiuti urbani, di cui lo stesso Iovino si è occupato. Una questione che potremmo definire caotica, soprattutto dopo la pubblicazione di due determine del dirigente del 23 e del 24 luglio.

Bisogna fare un passo indietro per poter avere una comprensione più chiara di ciò che è stato deciso nei caldi giorni di luglio. Il 25 maggio di quest’anno alla Gesia dei fratelli Sorbo viene affidato il servizio di smaltimento dei rifiuti urbani fino all’aggiudicazione della gara per l’affidamento “Servizi di gestione dei rifiuti urbani e assimilati avviati al recupero/trattamento/smaltimento nel comune di Caserta” (forse la più importante delle gare tenute sotto osservazione dalla Dda e che hanno provocato le perquisizioni di questo inizio settimana). Un affidamento in proroga proprio a chi stava terminando il proprio contratto con il comune.

Il 25 giugno il Nucleo operativo ecologico dei Carabinieri impone ai titolari della società Gesia alcuni interventi immediati che hanno provocato la sospensione del servizio, un blocco alla sede che già era stato attuato nei primi giorni di giugno. Visto il protrarsi della chiusura dell’impianto dei Sorbo, il comune di Caserta chiede la disponibilità ad accettare i rifiuti a diverse ditte: SEP, Italambiente, Ecologia Italiana, LeaA, Sele Ambiente, L3Ambiente.

A dar risposta positiva è la Lea di Marcianise, proprio la ditta che poche settimane fa ha subito il terribile rogo dell’impianto, chiuso il 12 luglio e sequestrato dalla Guardia di Finanza di Marcianise il 13 ottobre. L’azienda che si trova nella zona Asi propone al comune il prezzo di €165,00/t. chiedendo il pagamento anticipato per il servizio. Alla richiesta di un diverso metodo di pagamento, la società non risponde ed è qui che interviene un’altra ditta. Il 2 luglio, la Sorgeko Spa, propone il prezzo di 170 euro/t, il comune, vista la chiusura di un’ulteriore settimana dell’impianto Gesia (avviso ricevuto a palazzo Castropignano sempre il 2 luglio), accetta la proposta.

La Sorgeko però avrebbe conferito i rifiuti proprio nell’impianto Lea, la ditta che non aveva più dato sue notizie al comune di Caserta. Il 12 luglio accade qualcosa che modifica la situazione, la Sorgeko comunica la chiusura dell’impianto di Marcianise, rendendo quindi impossibile l’affidamento del servizio e il pagamento dell’impegno di spesa già approvato dal dirigente Iovino (120 mila euro fino al 30 luglio.).

Una situazione che appare a dir poco ingarbugliata e che si complica ulteriormente con l’arriva di un’altra azienda ad aumentare, non per sua responsabilità, il caos di quei giorni. Il comune di Caserta inoltra richiesta di conferimento dei rifiuti urbani alla Gesco, una società consortile a totale capitale pubblico, partecipata dei Consorzi di Bacino Sa1, Sa2, Sa3 e Sa4, che dà risposta positiva. Il 23 luglio si affida quindi il servizio alla società salernitana, al costo di 400.778, 80 euro fino al prossimo 31 dicembre.

Sembrerebbe finita qui e invece no. Il giorno dopo, il dirigente Marcello Iovino firma l’affidamento del servizio di smaltimento dei rifiuti urbani anche presso l’impianto Gesia fino all’aggiudicazione della gara da 116 milioni. Altri 200 mila euro verranno pagati all’azienda dei fratelli Sorbo. Nella determina viene specificato che il servizio di smaltimento, oltre che alla Gesco, debba andare “anche” all’impianto della famiglia Sorbo.

Volendo partire, per questa, volta dalla fine e non dal principio, ci stiamo chiedendo se, considerato che la Gesia, tramite Pec del 20 luglio, aveva già annunciato al comune la disponibilità a ricevere i rifiuti urbani dal 30 luglio, se ci fosse il bisogno di continuare l’affidamento alla Gesco, che fornirà il servizio fino al 31/12, al costo di 400 mila euro. Un avvocato amministrativista può sicuramente far luce sulla questione e potrà spiegarci il tutto. Inoltre, come se non bastasse, il costo delle due operazioni (oltre 600 mila euro), supera ampiamente quanto il comune aveva impegnato come spesa nei confronti della Gesia (quei 500 mila euro del maggio scorso), sempre per lo stesso servizio che è stato affidato nel luglio insieme alla Gesco.

Un’altro punto della vicenda appare allarmante. La Sorgeko Spa, società che si era proposta a inizio luglio, proponendo come sede dei conferimenti la Lea, detiene oltre un milione di euro di quote della stessa Gesia, circa il 49%, su un totale di 2 milioni (dati 2016). Entrambe le società, Gesia e Sorgeko, hanno nominato come amministratore unico Francesco Passaro, almeno fino alla fine del 2016. Passaro ha detenuto lo stesso ruolo in entrambe le aziende, collegate quindi da uomini e quote. Per sostituire la Gesia, dopo la sospensione dell’impianto dei Sorbo, sono arrivate le proposte degli uomini della Lea, scomparsi, per poi riapparire come sede del conferimento per la Sorgeko, la società con il 49% delle quote Gesia.

Non possiamo affermare che ci sia una proprietà unica o quanto meno legata tra queste tre aziende, ma non possiamo notare una commistione evidente tra Sorgeko, la grande azienda con sede a Roma, legata alla Gesia, l’azienda sospesa per manutenzione, e la Lea che, dopo essersi proposta per il servizio di smaltimento, “scappa” dall’affidamento per rientrare “dalla finestra” come sede scelta dalla Sorgeko solo pochi giorni dopo.

Quei giorni di luglio sicuramente sono stati concitati, tra sospensioni, chiusure al pubblico e le offerte per la continuazione del servizio di smaltimento, atto necessario. Nella confusione soltanto una cosa appare chiara: nel dubbio, il comune ha sprecato almeno 100 mila euro.

QUI SOTTO LE DETERMINE DIRIGENZIALI DEL 23 E 24 LUGLIO:

Determina del 23 luglio

Determina del 24 luglio