S. CIPRIANO D’AVERSA. Aiutò il clan dei Casalesi a Modena. Cioffo condannato a 7 anni di carcere

29 Aprile 2021 - 19:07

SAN CIPRIANO D’AVERSA – Sette anni di carcere, confisca dei beni e un anno di libertà vigilata per associazione mafiosa è la pena inflitta a Giuseppe Cioffo, 53 anni di San Cipriano d’Aversa, uomo del clan dei Casalesi,  che una dozzina di anni fa spadroneggiava a Modena, e che, all’epoca dei fatti, era residente a Nonantola, appunto in provincia di Modena.

La Suprema Corte ha riconosciuto del tutto regolari le identiche sentenze di primo grado (2014) e della corte d’appello di Napoli (2017) che hanno riconosciuto la sua pericolosità sociale. Nel 2008 Cioffo era insomma un uomo di fiducia a Modena che, anche se non ha mai compiuto azioni criminali col clan né ha partecipato a riunioni strategiche, ha comunque dato un importante sostegno accompagnando e favorendo i due nuovi emissari del boss latitante Raffaele Diana, detto Rafilotto, quando i due uomini di fiducia precedenti erano stati arrestati dopo la gambizzazione dell’imprenditore Giuseppe Pagano, titolare di Costruzioni Italia, avvenuta nel marzo 2000 a Castelfranco.

Cioffo, da giugno ad agosto 2008, si impegnò per i Casalesi per tre mesi in tutto, in diverse circostanze.

Ha dato il suo supporto per favorire e aiutare i due nuovi emissari mandati dal Casertano a Modena proprio da Rafilotto, all’epoca ricercato dalla Dda. Si tratta di Alessandro De Rosa (figlio di una parente di Cioffo) e Paolo Di Caterino, membri a tutti gli effetti dell’organizzazione. È accertato che Cioffo è andato a prenderli in stazione a Modena e a Bologna, li ha caricati sulla sua auto, li ha accompagnati alle loro destinazioni a Modena e poi ai due ha lasciato a disposizione la sua auto. Si era poi anche detto disponibile a trovare un appartamento per nascondere il boss, anche se poi non l’ha mai realmente cercato.