S.MARIA C.V. Condanna definitiva a 3 anni di carcere (assorbiti dal’indulto) per l’ex tenente dei Carabinieri Andrea Policastro
6 Ottobre 2018 - 14:00
S.MARIA C.V. – Se il tenente dei Carabinieri Andrea Policastro, lo chiamiamo ancora tenente perchè al tempo, con due stellette, guidava a compagnia di Santa Maria Capua Vetere, non è in carcere per reati gravissimi, dalla corruzione al falso ideologico, e molto altro ancora, questo è dovuto al ricorso pressoché contemporaneo di due istituti della clemenza e della misericordia degli uomini: la prescrizione e l’indulto.
Il gip Picardi aveva, infatti, condannato a 8 anni e 1 mese il tenente, rifilando 12 anni e 6 mesi al maresciallo Pietro Gesmundo.
La prescrizione intervenne felpata durante il giudizio di secondo grado, consentendo la riduzione della condanna a Policastro a soli 3 anni di reclusione.
E qui intervenne il secondo istituto giuridico: l’indulto. Con quello del 2006 la pena fu interamente condonata.
Ciò significava che Policastro rimaneva colpevole non definitivo in secondo grado per i reati di falso ideologico e di falso materiale (le cronache di quel tempo ci raccontano del famoso orologio di acciaio e oro che gli fu regalato da Tommaso Moretta, al tempo colorito patron del Gold Hotel di Marcianise, a sua volta condannato in primo grado a 2 anni e 2 mesi).
Nonostante questo l’Arma dei Carabinieri, che di solito con i sottufficiali è più severa, si limitò a sospendere Policastro, poi rientrato in servizio e parcheggiato da tempo al Battaglione in quel di Roma con conservazione totale dello stipendio e di tutti gli altri diritti professionali, cresciuti, tra le altre cose, dato che riteniamo che Policastro, proveniente dai marescialli e non dall’accademia, sia diventato quantomeno capitano.
L’ufficiale ha presentato ricorso il Cassazione, perchè una cosa è cavarsela grazie alla prescrizione e all’indulto, altra cosa è essere dichiarato innocente da un tribunale.
Non a caso, Policastro ha chiesto l’annullamento della sentenza di appello che lo condannò a 3 anni e anche quella che sanciva la prescrizione per il reato di corruzione, per il quale in primo grado era stato condannato.
Ebbene, la Cassazione ha rigettato il suo ricorso, come quello presentato da Gesmundo e dall’altro imputato Ferraro.
Il primo di questi cacciato dall’Arma senza tanti complimenti, a differenza di quello che è capitato al suo superiore in grado. Per cui, oggi Policastro, che nessuno rimpiange nè a Santa Maria, nè a Marcianise, il cui territorio, al tempo, dipendeva dalla Compagnia della città del Foro, è un ufficiale dei Carabinieri in servizio condannato in via definitiva a 3 anni di reclusione, cancellati dall’indulto, per reati seri a partire dal falso ideologico.