S.MARIA C.V. Contrada S.Erasmo, L’ODISSEA. Strada chiusa del tutto, ma i lavori del palazzo dei vip non sono ancora cominciati

27 Giugno 2019 - 17:07

SANTA MARIA CAPUA VETERE – (g.g.) Da tre settimane l’ormai famigerata strada di via San Michele, rione Sant’Erasmo, antistante a piazza Milbitz, è completamente chiusa perché dopo oltre due anni,finalmente sarebbero dovuti iniziare i lavori di ristrutturazione dell’ormai famoso palazzo di cui, come abbiamo scritto in diverse occasioni, è comproprietaria anche l’avvocato Ornella Califano, moglie del sindaco Antonio Mirra.

I residenti e i commercianti oramai stremati per la situazione in cui versa il quartiere hanno deciso di protestare con un manifesto. Delle questioni tecniche legate al citato palazzo che affaccia proprio su via San Michele, abbiamo scritto tanto e spesso negli ultimi due anni, ma a dispetto dei numerosi articoli e delle interrogazioni presentate dai consiglieri comunali del PD, fondamentalmente da Umberto Pappadia, l’Amministrazione comunale non ha mai sollecitato i proprietari ad intervenire con solerzia per risolvere il problema.

Un comportamento che ha consentito a chi magari non ha grandi simpatie per questa amministrazione e per chi la presiede, di confezionare ovvie dietrologie sull’occhio di riguardo che Mirra avrebbe avuto nei confronti dei comproprietari di quel palazzo, tra cui, come detto, c’è anche la sua consorte.

A pensarci bene, negli ultimi due anni, non solo i commercianti e i residenti hanno dovuto sopportare il disagio del restringimento della carreggiata utilizzata dal traffico veicolare in un punto nodale della città, ma sembra che il condominio di via De Michele non abbia pagato neanche l’occupazione del suolo pubblico. In definitiva,

sembra che nonostante la chiusura della strada per lavori, ancora non si sia visto neanche un operaio sul cantiere.

Il temporeggiamento da parte del condominio pare sia legato al tentativo di addebitare al Comune i danni subiti dal palazzo, a causa di una non meglio precisata e per qualcuno addirittura fantomatica, perdita d’acqua dal sottosuolo. Secondo il funzionario del Comune, geometra Papale, non ci sarebbe invece alcuna perdita e il crollo dell’edificio sarebbe stato causato dalla sopraelevazione di un muro senza il supporto di adeguate fondamenta.

Se la posizione del geometra Papale e dunque del comune dovesse essere quella giusta, sia i danni al palazzo che alla comunità, non potrebbero non essere addebitati ai proprietari. Poi ci sarebbe da valutare l’entità dei danni economici subiti dai commercianti. Per non parlare di quelli legati ad una vivibilità letteralmente stravolta e ad un tasso di inquinamento esponenzialmente aumentato.

 

QUI SOTTO L’ORDINANZA CON LA QUALE IL COMUNE ATTESTA, IN PRATICA, CHE IL CROLLO E’ DOVUTO AD UN MURO LESIONATO DI RECENTE COSTRUZIONE

 

QUI SOTTO LA LETTERA CON CUI L’AMMINISTRATORE DEL CONDOMINIO GAROFALO DI VIA DE MICHELE CHIEDE INVECE I DANNI AL COMUNE