S. MARIA C. V. Il sindaco Antonio Mirra “fa fuori” a sangue freddo l’assessore Carlo Russo “Caccavella” che non ha obbedito a Nicola Leone sull’appalto per la pista ciclabile
17 Aprile 2024 - 21:03
Qui sotto il sinistro post dell’assessore defenestrato, in calce all’articolo il decreto firmato dal primo cittadino. In mezzo qualche nostra nota di ricostruzione storica e di riflessione
SANTA MARIA CAPUA VETERE (g.g.) “Pure ‘e pullece tenene ‘a tosse” Questo antico detto napoletano sarà passato più volte per la testa, in quest’ultimo periodo, a Nicola Leone uno che non fa né l’assessore comunale, né il consigliere a Santa Maria Capua Vetere, in verità nel suo stralcio di vita corrente neppure l’avvocato più di tanto se non per cause più o meno bagattellari, ma comunque comanda al Comune forse addirittura allo stesso livello di comando espresso dal primo cittadino. Il pullece in questione si chiama Carlo
Al tempo dell’amministrazione di Biagio Di Muro, Carlo Russo era stato indicato per l’aggiunta comunale dalla professoressa Marialuisa Chirico in quota Socialisti. Dopo circa un anno la stessa Chirico aveva chiesto a Di Muro di revocarlo. Ma il buon Biagione che tutto è eccetto che un uomo a sangue freddo, altrimenti non avrebbe attraversato immeritatamente così come hanno dimostrato le sentenze giudiziarie, i guai che ha passato, non revocò Russo in modo da difendere la sua reputazione politica di sindaco e quella dei suoi immediati collaboratori
Il motivo dell’intervento della professoressa universitaria della facoltà di Lettere della Vanvitelli aveva un nome e un cognome precisi, quelli di Nicola Leone, anche lui sulla carta, molto sulla carta, Socialista.
Il Leone aveva affascinato Carlo Russo al punto da arruolarlo tra i suoi. E questo non stava bene alla professoressa. Da allora ad oggi è passato più di un decennio e Carlo Russo è rimasto un fedelissimo di Nicola Leone che non ha mai debordato di un metro dalla linea dettata dal suo leader.
Leone, da parte sua, ha sempre considerato Russo un suo sottoposto, uno che alle elezioni veniva eletto grazie ai voti che lui, cioè Leone, gli garantiva. Tutto è andato bene fino a qualche mese fa quando Carlo Russo, il quale era stato gratificato da Antonio Mirra della super delega ai lavori pubblici, deve aver pensato “cavolo, ma la mia vita sarà sempre questa? Io sarò sempre il maggiordomo di Nicola Leone? “ In effetti Russo è il titolare di tutti i segreti del Leone soprattutto per come questi si è mosso nel settore tutt’altro che limpido dei parcheggi e dei parcheggiatori.
Si è mosso, eccome se si è mosso, visto che addirittura una Sepolvere, ossia la figlia di un sindacalista che con i parcheggiatori di Santa Maria Capua Vetere ci ha sempre saputo fare, è diventata presidente del consiglio comunale della città del foro
Insomma, Carlo Russo, una vita da servitore e per di più, nella percezione di molti sammaritani, di servitore sciocco? E no, o pullece inizia a tossire. Sui lavori per la pista ciclabile si fa a modo mio e se questo modo mio diverge dagli ordini datimi da Nicola Leone, stavolta non me ne frega.
Risultato: Antonio Mirra, sindaco che parla poco e pensa molto, anzi pensa anche troppo, ribadendo il patto di ferro, troppo di ferro per appartenere solo alla politica, con Nicola Leone, ha messo nero su bianco oggi un decreto di revoca dell’assessore Carlo Russo facendo quello che al tempo non volle fare Biagio Di Muro rivendicando l’autonomia delle sue funzioni e la reputazione della giunta comunale di fronte ad un “ordine” arrivato da un capo partito.
Ma Antonio Mirra non è Biagio Di Muro. Un’ affermazione, questa, che strapperebbe il sorriso dell’ovvietà sul viso quasi sempre un po’ torvo del sindaco di Santa Maria Capua Vetere. Come dire: è chiaro che io sono meglio di Biagio Di Muro, e ci state anche a pensare?
Noi invece, lo scriviamo alla luce di quello che abbiamo raccontato, senza far sconti a nessuno negli ultimi 11, 12 anni
Antonio Mirra ha navigato con tranquillità in quanto, più o meno in controluce, ha sempre fatto balenare l’esistenza al suo fianco di poteri giudiziari, di amici di vecchia data che avrebbero potuto rappresentare un fastidio per chi gli si fosse messo contro.
Al netto di tutto ciò, se non ci fosse stato questo alone, tutti si sarebbero accorti e direbbero oggi che Biagio Di Muro sia stato un sindaco migliore di Antonio Mirra, perché come fai a considerare peggiore uno costretto a giocare la sua partita con un pallone di 4 chili quando il suo avversario la disputa con un pallone di 400 grammi.
Comunque, il pomeriggio è stato complicato a Santa Maria Capua Vetere. Se non siamo ancora al lirico “vendetta, tremenda vendetta” poco ci manca così come si può ben constatare dal post su sfondo nero in stile lutto strettissimo pubblicato da Carlo Russo con una scritta che appare tutto in programma.
E se dopo tanti anni, anche a Santa Maria come accadde per il famoso mugnaio tedesco, c’è un giudice come c’era a Berlino, magari prossimamente racconteremo un’altra città.