SECURITY DI CAMORRA. Uno per uno, gli istituti di vigilanza, con annessi prestanome. Il cognato del “puffo” era sbarcato a Roma
13 Luglio 2019 - 17:53
PARETE – Nella ordinanza, non iper-dimensionata, ma ugualmente interessante, sul gruppo criminale creatosi attorno ad Enrico Verso, fratello dell amoglie, dunque cognato del neo pentito Raffaele Bidognetti, detto puffo, figlio di primo letto di Francesco Bidognetti, Cicciott e mezzanotte, viene messa a fuoco, come fatto estorsivo, un’imposizione per l’installazione di un allarme con il pagamento mensile di 120 euro, all’imprenditore Zhang Chufeng detto Luigi, titolare di Sim Technology srl, sita a Teverola, via Bernini, zona Asi.
Questo episodio estorsivo è intimamente legato a quella che è stata l’attività principale di Enrico Verso: la gestione di istituti di vigilanza, attraverso l’uso di “adeguati” prestanome. E così ci proiettiamo negli ultimi tre capi di imputazione provvisoria, i capi 3, 4 e 5 e ognuno dei quali riguarda un distinto istituto e ognuno dei quali esplicita il medesimo reato: l’intestazione fittizia di beni finalizzata a eludere le norme antiriciclaggio e più in generale la normativa in tema di riciclaggio antimafia.
La prima di queste aziende è la Roma Security srl. Gli intestatari fittizi sono Antonio D’Abbronzo e l’omonimo del famoso attore, Carlo Verdone. Anche lui, cioè l’omonimo, nato a Roma e dunque facente parte di un meccanismo che ha scollegato all’ambizione del clan dei casalesi di occupare seriamente anche il mercato della security romana.
Il secondo istituto è l’N.S.P. Security sas. Stavolta i prestanome sono i napoletani Vincenzo Rega e Vincenzo Siano. L’ultimo istituto della “holding” di Enrico Verso è la Service & Security sas, con i prestanome sono Vincenzo Siano e di nuovo Antonio D’Abbronzo.
Il resto lo leggete nello stralcio che pubblichiamo in calce.
QUI SOTTO LO STRALCIO INTEGRALE DELL’ORDINANZA