Giallo sulla morte della soldatessa, trovata una lettera d’addio di 15 pagine. La Procura apre un fascicolo per istigazione al suicidio

18 Dicembre 2019 - 10:39

VITULAZIO – Si è chiusa la porta del bagno alle spalle e si è uccisa con un colpo di pistola al petto. Erano le 8,47 di ieri, martedì 17, e il caporal maggiore Caterina Glorioso in servizio presso la Stazione della metropolitana Flaminio di Roma aveva appena detto alla collega: “Devo andare in bagno, ora torno”. Invece ha esploso un colpo, mortale, subito sentito dalla militare che era poco distante. È corsa in bagno ma non c’era più niente da fare, inutili i tentativi di soccorso. La soldatessa, 30 anni, originaria di Vitulazio, aveva preso servizio alle 7. Tra pochi giorni, dopo 6 mesi, avrebbe lasciato la capitale dove era stata distaccata per l’operazione Strade sicure insieme ai commilitoni del Reggimento Genio Pontieri di Piacenza. Era una volontaria dell’Esercito in ferma prefissata, si era arruolata 5 anni fa.

La soldatessa ha lasciato una lettera di 15 pagine, trovata in un cassetto nel suo alloggio alla Cecchignola, in cui preannunciava il suicidio e spiegava i motivi che l’hanno spinta al gesto più estremo. Potrebbero essere personali, legati alla recente fine della relazione sentimentale con il fidanzato di sempre, nell’ultimo periodo diventata burrascosa. Un’azione meditata da chissà quanto tempo e ben studiata. La Procura ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio, la lettera, raccolta dai carabinieri della Compagnia Trionfale, è sotto sequestro. Il corpo della giovane soldatessa è rimasto nella stazione (chiusa per permettere i rilievi della Scientifica) fino a poco dopo le 14. Ora sarà sottoposta ad autopsia.

Intanto, questa mattina, alcuni uomini dell’Esercito hanno accompagnato a Roma i genitori di Caterina presso l’obitorio dell’ospedale Gemelli dove, al momento, giace la salma della ragazza.