Stalking e diffamazione contro l’ex moglie: il sindaco Enzo Guida condannato a due anni. Lui ribadisce: “Non ho mai mandato lettere anonime, presenteremo appello”

17 Giugno 2022 - 15:55

Si chiude il primo capitolo giudiziario di una vicenda che nel 2016 fece molto rumore, allorquando un Gip del Tribunale di Aversa Napoli Nord, lo stesso tribunale che ha pronunciato ieri la sentenza, firmò un’ordinanza con cui si faceva divieto all’allora già primo cittadino di transitare nelle zone frequentate abitualmente dall’ex consorte, dunque in zone ricadenti nel perimetro del Comune di sindaco che dunque, neppure nella veste di sindaco, avrebbe potuto raggiungere

 

 

CESA – Il tribunale di Aversa-Napoli Nord ha condannato a due anni di reclusione per i reati di stalking e diffamazione, consumati ai danni della ex moglie, l’attuale sindaco di Cesa Enzo Guida.
I fatti risalgono a cinque anni or sono e furono resi pubblici da un’ordinanza, emessa da un Gip del tribunale appena citato, di applicazione di misura cautelare, a carico del sindaco, del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati abitualmente dall’ex moglie.
Gli atti persecutori sarebbero stati compiuti insieme ad un’altra persona, precisamente al padre del sindaco Guido, che se l’è cavata con una condanna più lieve a 1 mese e 10 giorni.
Gli episodi incriminati sarebbero accaduti dopo la separazione fra Enzo Guida e sua moglie risalente al luglio 2016. Un addio tormentato e come capita in tantissimi matrimoni finiti male, attraversato da mille tensioni e ovviamente da una consegna delle competenze ad un giudice dopo aver imboccato il percorso della cosiddetta separazione giudiziale.
Tornando al capo di imputazione, Enzo Guida era stato accusato dalla ex moglie di aver scritto una serie di lettere anonime, di aver pubblicato alcuni post su Facebook utilizzando falsi profili, il tutto per armare una campagna diffamatoria contro di lei e contro il suo presunto nuovo compagno.
A sua volta Guida aveva denunciato la sua ex moglie e anche la madre, sua ex suocera, la sorella, sua ex cognata, per alcuni commenti che lo avrebbero riguardato pubblicati sempre sui social network.
Nessun commento, subito dopo la sentenza, da parte della donna, che ha fatto sapere che oggi l’unico obiettivo è quello di tutelare la privacy dei due figli.
Diverso il discorso per quanto riguarda Enzo Guida, difeso dall’avvocato Vittorio Giaquinto, che qualche dichiarazione invece l’ha rilasciata.
Guida, durante il dibattimento, ha ribadito di non aver inviato mai alcuna lettera. Ovviamente il sindaco e il suo difensore hanno preannunciato il ricorso in Corte d’Appello, che sarà preparato subito dopo aver preso visione delle motivazioni della sentenza.