LE ACCUSE DI CORRUZIONE al principino delle nomine Filippo Virno. Salta fuori anche la società di somministrazione che ha assunto la cognata e l’abusivo oggi assessore di Marcianise
11 Luglio 2025 - 16:31

Con una certa emozione ritorna davanti ai nostri occhi nientepopodimeno che Pietro Roviello. Un importante player della monnezza durante il secondo decennio degli anni 2000, prima di essere colpito da interdittiva antimafia. Ora piazza personale al servizio di Virno. A Teverola, la cognata di quest’ultimo e Mimmo Tartaglione, oggi zanniniano e protagonista del clamoroso caso dei chioschi e delle attrezzature abusive che solo il commissario, nonché viceprefetto Michele Lastella, e Fulvio Tartaglione furono capaci di sanzionare, costringendolo a demolirli in zona mercato
TEVEROLA (g.g.) – Quando, in passato, qualche sindaco ci chiedeva cosa ne pensassimo di Filippo Virno, noi rispondevamo con un’alzata di spalle. Un modo elegante per dire che, dal punto di vista personale, non lo conoscevamo e dunque non potevamo permetterci di formulare nessun giudizio; ma che, dal punto di vista professionale, non solo pensavamo tutto il male del mondo, ma molto di quel male l’avevamo esposto in decine e decine di nostri articoli che raccontavano di vicende amministrative poco chiare che avevano coinvolto questo professionista di Santa Maria Capua Vetere.
D’altronde, basta scrivere “Filippo Virno CasertaCe” in Google e vi troverete una lunga teoria di racconti che partono già da diversi anni orsono.
Naturalmente, chi si era formato un punto di vista laico, frutto dell’analisi di tantissimi documenti e non certo scaturito da simpatie o antipatie personali che non devono appartenere al corredo del comportamento di un giornalista, e che, per giunta, nel caso specifico non potevano esistere proprio perché nella nostra vita non avevamo mai avuto un contatto diretto con Filippo Virno – non avevamo mai avuto un contatto indiretto con lui pur avendolo invitato più volte a replicare, a esprimere il suo punto di vista rispetto ai nostri articoli – non si è stupito affatto nel leggere il contenuto del decreto di perquisizione, firmato dai pubblici ministeri della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, che lo erge a principale indagato in un presunto meccanismo corruttivo che ha affascinato altre 10 persone, tra cui vanno annoverati anche la sorella Fabiola Virno, il solito e inossidabile Raffaele De Rosa, detto Lello, ex vicesindaco di Casapesenna nella giunta Cosentino-Diana sciolta per camorra, poi dirigente in diversi Comuni, tra cui quello di Teverola, e oggi seduto dietro a una scrivania nelle stanze degli orrori del municipio di Caserta capoluogo come responsabile della ripartizione dei rifiuti e dell’ecologia. Gli altri indagati sono imprenditori. Sono quelli, in sostanza, che avrebbero elargito favori a Filippo Virno in cambio di affidamenti, di aggiudicazioni di gare, avvenuti in maniera illegale, e in cambio di una velocizzazione, anch’essa illegale, dei tempi di liquidazione dei pagamenti.
Quindi, non solo monnezza, non solo ISVEC, ma anche lavori pubblici sull’asse popolato da tre comuni: il già citato Teverola, il napoletano-nolano Camposano e San Tammaro.
Tra le imprese coinvolte, la CM COSTRUZIONI E RESTAURI SRL di Antonio Della Medaglia di Marcianise avrebbe svolto lavori privati presso l’abitazione di Filippo Virno e di sua sorella Fabiola, entrambi residenti a Santa Maria Capua Vetere. Secondo la prospettazione accusatoria, lo scorso 31 marzo a questa impresa Filippo Virno, quale responsabile del settore dei lavori pubblici del Comune di Camposano, ha affidato i lavori di riqualificazione di una mensa scolastica per la cospicua somma di 263mila euro. Sempre alla stessa CM Costruzioni e Restauri, circa due mesi dopo, al Comune di Teverola – dove pure Virno esercita la funzione di responsabile dei lavori pubblici – è stato prodotto un impegno di spesa per diverse attività di adeguamento strutturale in occasione della consultazione referendaria dei giorni 8 e 9 giugno, per circa 6mila euro.
Veniamo alla seconda impresa: M. & M. Impiantistica di Mario Mottola, alla quale il 20 gennaio 2025 il Comune di San Tammaro affida un intervento di manutenzione straordinaria urgente all’impianto di riscaldamento presso la scuola materna, per un importo di 1.830 euro. Successivamente, ad appena un mese di distanza, il 20 febbraio 2025, sempre il Comune di San Tammaro affida alla M. & M. Impiantistica l’intervento di sostituzione di un vaso dei servizi igienici presso la scuola media, per un importo di 488 euro. Si arriva poi al Comune di Camposano, dove il 24 febbraio 2025 la società M. & M. Impiantistica ottiene un doppio affidamento: il primo riguardante la manutenzione ordinaria dei servizi igienici al Comune per un importo di 1.320 euro e il secondo per la fornitura di un condizionatore installato presso l’ufficio tributi del Comune e la manutenzione ordinaria dell’espurgo delle fogne della scuola materna, per un importo di 1.320 euro.
Arriviamo poi alla ditta Impianti Tecnologici di Angelo Antonio Piccirillo, alla quale il 23 gennaio 2025 il Comune di San Tammaro affida la realizzazione di un impianto citofonico presso la scuola primaria comunale. L’importo di questo intervento è stato di 646 euro.
Successivamente, l’11 e il 27 febbraio 2025, il Comune di Teverola firma due determine di liquidazione a favore della società Impianti Tecnologici Piccirillo, entrambe per lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti elettrici delle strutture comunali di Teverola. La prima per un importo di 17.000 euro, la seconda per l’importo di 13.500 euro.
TOH, CHI SI RIVEDE: PIETRO ROVIELLO, DALLA MONNEZZA ALLA SOMMINISTRAZIONE – Di Pietro Roviello non sentivamo parlare da diversi anni, cioè da quando la sua ditta individuale, a cui dette il nome della madre Alba Paciello, fu colpita da un’interdittiva antimafia che lo costrinse a lasciare quell’autentico luogo di perdizione costituito dall’associazione temporanea di imprese che nel 2012, auspice l’allora vicesindaco Enzo Ferraro, si aggiudicò la gara per la raccolta e il primo trattamento dei rifiuti solidi urbani della città di Caserta.
Su quell’Ati abbiamo veramente scritto centinaia di articoli e ribadiamo che si è trattato di un’occasione perduta per l’autorità giudiziaria, dal momento che, sull’asse dei superdirigenti del Comune di Caserta Carmine Sorbo e Franco Biondi, è successo letteralmente di tutto, addirittura la sostituzione dell’impresa sopravvissuta alla prima aggiudicazione, ossia il Consorzio Ecocar, con un’altra impresa di diversa forma, diversa partita Iva, denominata Ecocar Srl, in una vera e propria orgia di proroghe e illegalità che evidentemente, al tempo, le autorità non sono riuscite a percepire, nonostante la vasta documentazione pubblicata da CasertaCe.
Oggi, all’improvviso, il nome di Pietro Roviello, imprenditore di Casagiove che oggi abita nella vicina Casapulla, balza di nuovo agli onori (si fa per dire) delle cronache.
Intanto, diciamo che lui resta un appassionato delle ditte individuali. Oggi non esiste più la Alba Paciello, ma, come indica il decreto di perquisizione della Procura di S. Maria C.V., esiste la ditta Pietro Roviello. Ma il suo nome si va a saldare con quello di una cooperativa di cui CasertaCe si è occupata moltissimo, soprattutto negli ultimi mesi dello scorso inverno: la Nuova Splendente, società che somministra agli enti pubblici, e ai comuni in particolare, sedicente personale specializzato attraverso un rapporto di convenzione.
Notiamo, sempre dal decreto di perquisizione, che la Nuova Splendente è stata identificata, nel suo rapporto con Filippo Virno, solo al Comune di Camposano, dove la ditta di Pietro Roviello ha stipulato una convenzione per somministrare personale dell’area tecnica a supporto del responsabile di settore Filippo Virno. Ma i nostri articoli non si sono occupati di Camposano, ma hanno raccontato le molte polemiche, suscitate a Teverola, dall’avvento, negli uffici di questo Comune, di personale somministrato dalla Nuova Splendente.
Non gente sconosciuta, presa a caso, ma Carmen Santillo, cognata di Filippo Virno, ma soprattutto Mimmo Tartaglione, un vero e proprio ospite fisso di CasertaCe negli anni dei suoi impianti conclamatamente abusivi, con tanto di verdetti pronunciati dal TAR e non appellati al Consiglio di Stato, nella zona del mercato di Marcianise.
Chiosco con il quale ha incassato quattrini, fino a quando, durante la parentesi del commissario prefettizio, nonché vice-prefetto vicario di Caserta, oggi prefetto di Pordenone, Michele Lastella, un Fulvio Tartaglione recuperato dal girone dantesco in cui lo confinò Vleardi e in cui, di fatto, lo ha confinato oggi Pasquale Salzillo, che ha facilmente condizionato le mosse di Antonio Trombetta, sindaco senza spina dorsale, attivò la procedura, costringendo con atto coattivo, appellato — ripetiamo — senza successo al Tar, Mimmo Tartaglione a demolire tutto quell’ambaradan abusivo impiantato, contro il quale CasertaCe aveva ingaggiato una battaglia durissima.
Va da sé che un tipo così, approdato nelle fila di Giovanni Zannini, sia diventato oggi assessore al Comune di Marcianise con una delega ai Servizi Sociali che pare gli stia anche stretta. Riteniamo, dunque, la somministrazione da parte della Nuova Splendente della Santillo e di Mimmo Tartaglione, se non trova ancora spazio nel decreto di perquisizione che, vi confessiamo, per motivi di tempo stiamo leggendo a puntate, non potrà che fare il paio con la somministrazione avvenuta al Comune di Camposano, nell’ambito di un rapporto tra Filippo Virno e Pietro Roviello, nato probabilmente quando il primo è stato responsabile del settore rifiuti al Comune di Casagiove.
Un rapporto in cui il PM vede anche connotazioni corruttive.
Come capita sempre in indagini di questo tipo, le presunte attività produttrici di corruzione vengono definite attraverso la redazione di atti amministrativi che dichiarano il falso, per cui a Virno vengono contestati sempre, rispetto a ogni specifico episodio, i reati previsti dagli articoli 476 e 479 del Codice Penale, ossia falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici e falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici.