Tra Caserta e provincia “scompariranno” 25 scuole e altrettanti dirigenti scolastici. Ecco COSA SUCCEDERA’ A BIDELLI E IMPIEGATI

28 Maggio 2023 - 12:17

L’ accorpamento con altri istituti sarà sancito a giugno. De Luca , il quale non ha il problema di far quadrare i conti da decenni fuori controllo della scuola, monta il suo solito show e annuncia ricorso alla Corte Costituzionale

CASERTA – 150 scuole della Campania saranno, con ogni probabilità, accorpati a partire da settembre cioè dal prossimo anno scolastico, anche se l’operazione sarà realizzata in larga parte nell’anno scolastico successivo, cioè quello 2024-25. Questo emerge dal non facile confronto tra il governo e le Regioni, in atto in questi giorni. Tutti i nodi vengono al pettine e l’Italia, a prescindere dal colore politico dei suoi governi, dovrà necessariamente mettere mano ai fondamentali del Bilancio dello Stato, tagliando e razionalizzando quelle aree di autentico spreco, che è tale in quanto il Paese spende spesso dieci volte in più di quanto non gli venga restituito in termini di efficienza e, per rendere ancora più serio il discorso, in termini di produttività econometrica. E se la scuola italiana riesce ancora a stento, molto a stento, a elevare il livello della sua offerta culturale dentro si processi di sostituzione generazionale del corpo docente, è anche vero che non ci vuole un Cottarelli per affermare che il problema non è rappresentato dalla necessità di stabilire se sia giusto o sbagliato, logico e illogico avere due scuole con corsi di studio simili con due dirigenti scolastici, due strutture amministrative totalmente distinte, due centri di spesa, due contabilità, ma dalla capacità, purtroppo, ormai, obbligatoriamente, coattivamente ragione di etica, di stabilire se sistema dei conti pubblici, dentro al quale non abitano solo i diritti dei garantiti, dei posti fissi, ma anche quelli dei non garantiti, del sistema di impresa creatrice di nuovi posti di lavoro. Il Bilancio pubblici italiano è costato connotato da uno sbilanciamento che è scritto nei suoi numeri e non nelle opinioni politiche. In sede di conferenza Stato Regioni si sta trattando. De

Luca, che spreca soldi ogni giorno, fa il demagogo e dice che lui non è d’accordo, che ci sta già preparando un ricordo alla Corte Costituzionale insieme ad altre Regioni governare dalla sinistra. Lo fa perché, da politico di professione quale è sempre stato, sa bene che non toccherà certo a lui far quadrare i conti della scuola italiana e campana. Il Ministero della Pubblica Istruzione detta i suoi tempi e ha invitato le Regioni a un confronto intendi con il governo in questi ultimi giorni del mese in modo di arrivare a un compromesso. Naturalmente i giornali delle corporazioni della scuola (si, corporazioni l, termine che usiamo in scienza e coscienza) spargono allarme e pubblicano articoli che restituiscono a chi li legge solo il 50% della realtà L’accorpamento degli istituti, scrive infatti orizzontescuola.itcomporterà la riduzione di almeno altrettanti dirigenti scolastici e 150 direttori amministrativi, nonché di circa 500 unità di personale Ata, tra bidelli e impiegati di segreteria. Questa notizia è stata annunciata durante l’evento OrientaLife a Palazzo Reale, al quale hanno partecipato oltre 400 studenti provenienti da scuole della Campania.” Ovviamente nessuno nei dirigenti scolastici in questione perderà il suo posto di lavoro, il suo stipendio e il livello professionale raggiunto. Stesso discorso vale per il personale Ata ma questo non viene scritto perché nel nostro Paese anche le questioni più serie, quelle che dovrebbero essere affrontate disarmati da ogni steccato ideologico, rappresentano cinico strumento di lotta politica.