TRUFFE MILIONARIE ALLE ASSICURAZIONI. Ecco chi comandava l’associazione criminale, chi erano i medici, gli infermieri, il falso fisioterapista, i falsi incidentati, i mediatori e gli avvocati
4 Dicembre 2024 - 20:08
Come spesso capita, il primo capo di imputazione provvisoria è illuminante per comprendere la struttura fondante di un’organizzazione che ha operato dal 2013 in poi, per ben 11 anni. Potete immaginare quanti milioni hanno fregato con falsi certificati, falsi referti del Pronto Soccorso di Marcianise, architettati dal caposala e chi più ne ha più ne metta
MARCIANISE/MADDALONI – 52 richieste di arresto in carcere, 2 richieste per l’adozione di misure cautelari meno afflittive del carcere, più altri 473 indagati a piede libero per un numero complessivo di indagati pari a 527.
Numeri da record che fanno della indagine curata certosinamente dalla Procura della Repubblica di S.Maria C.V. attraverso il sostituto Gerardina Cozzolino, l’iniziativa giudiziaria di gran lunga più importante della storia della provincia di Caserta sul fronte truffe alle assicurazioni, vera e propria eccellenza territoriale di queste aree in cui l’attitudine alla corruzione, all’imbroglio, alla trastola, è conficcata nei cervelli del 50% e forse ancora più della popolazione residente.
Una frase, questa, tutt’altro che roboante ed esagerata, visti i numeri dell’indagine di cui abbiamo cominciato ad occuparci qualche giorno fa.
Sono in corso gli interrogatori di garanzia delle 54 persone le quali il Pm ha chiesto l’arresto in carcere (per 52 di loro), da parte del Gip Daniela Vecchiarelli che, in applicazione del cosiddetto e recente decreto Nordio, dovrà decidere, alla fine di questi interrogatori, se assecondare in toto o in parte l’istanza della Procura o se ridimensionarla o addirittura azzerarla.
Quello di cui non si può dubitare è che 52 tra medici, infermieri, figuranti farlocchi di falsi incidenti stradali, mediatori, faccendieri e chi più ne ha più ne metta, rischiano l’arresto, rischiano di entrare in cella.
Ma il dato spaventoso è quello degli altri 473 indagati a piede libero. Tutta gente che avendo capito bene come funzionano le cose in provincia di Caserta ha cercato di approfittare facendosi rimborsare soldi dall’assicurazione compiendo un reato in quanto gli incidenti dichiarati erano inesistenti.
Il primo capo di imputazione provvisorio è anche quello principale. Come spesso capita in ordinanze del genere, il Pm costruisce l’accusa imperniandola sull’esistenza di una vera e propria associazione a delinquere dotata di una sua organizzazione, di sue regole criminali, di ruoli e di attività. Insomma, una grande cabina di regia in cui ognuno, e non per una sola volta, deve fare la sua parte.
Gli indagati del capo 1 per il reato di associazione a delinquere ai sensi dell’articolo 416 del Codice Penale sono Guglielmo e Gianluca Di Sarno, Antonio Labatiello, Alfredo Taliento, Emilio Acunzo, Emilio Baldascino, Raffaele Biello, Vincenzo Campanile, Antonio Paolo Caterino, Fortunata Caterino, Giovanni Cimmino, Andrea Cipullo, Olimpio Costantino, Luciano Cremona, Mario D’Angelo, Carmine D’Aniello, Raffaella D’Aniello, Giuseppe De Santis, Carmine De Simone, Flavia Davide, Antonio Del Vecchio, Michele Del Vecchio, Antonietta Dello Margio, Mario Di Puorto, Luigi Fantarella, Domenico Fiorito, Paolo Franco, Giovanni Goglia, Patrizia Intorto, Francesca Iodice, Antimo Iuliano, Francescantonio Landolfi, Antonio Letizia, Raffaele Marrandino, Mariangela Masella, Francesco Mercadante, Adriana Mottola, Angelo Palmiero, Gianluca Piazza, Fabio Pirozzi, Giulio Puzzi, Gennaro Rondinone, Patrizia Rubino, Antonio e Francesco Russo, Gianni Russo, Salvatore Salvemini, Raffaele Santangelo, Esterina Tavoletta, Elio Trombetti D’Orta, Massimo Vaio e Luigi Varone.
Sono esattamente i 52 indagati per i quali la Procura ha chiesto l’arresto in carcere. Ora, nell’elenco dei 54 abbiamo annunciato i nomi di Angelo Ferraro e Massimiliano Pagano, il primo di Casal di Principe e il secondo di San Cipriano d’Aversa, per i quali, non essendoci la contestazione di associazione a delinquere, non è stato chiesto l’arresto in carcere ma un’altra misura cautelare.
Brevemente i ruoli descritti dal capo 1. I capo dell’associazione erano Guglielmo e Gianluca Di Sarno, il primo detto Mino o Mimmo, nato 48 anni fa a Lusciano e domiciliato a Casavatore, il secondo nato ad Aversa 40 anni fa e residente a San Marcellino.
Dell’associazione facevano parte Carmine e Raffaella D’Aniello, Alfredo Taliento, Emilia Baldascino, Mario Di Puorto, Antonio Paolo Caterino, Antonietta Dello Margio, Patrizia Rubino. Erano loro che presso i vari Pronto Soccorso si muovevano con le diagnosi e le certificazioni false.
Giovanni Goglia e Adriana Mottola erano specializzati nel farsi diagnosticare fratture pregresse, dunque dobbiamo ritenere fratture realmente subite in passato ma non più esistenti. Per farlo usavano false generalità con documenti contraffatti consegnati da soggetti compiacenti quali Michele Del VVecchio ed Esterina Tavoletta.
Il tutto per farsi consegnare referti medici attestanti lesioni da utilizzare poi per chiedere i risarcimenti danni alle varie compagnie di assicurazioni.
I Pronti Soccorso più attivi erano quelli dei presidi ospedalieri di Marcianise e Maddaloni. Lì agivano medici e infermieri a disposizione. I medici, secondo il Pm, erano Domenico Fiorito, Salvatore Salvemini e Gennaro Rondinone; gli infermieri Antonio Letizia, addetto allo strategico Archivio Sanitario, e Angelo Palmiero, caposala del Pronto Soccorso dell’ospedale di Marcianise.
Al gruppo dei figuranti, cioè i soggetti sani che ottenevano diagnosi di seri infortuni, appartenevano invece Fabio Pirozzi, Raffaele Marrandino, Flavia Davide, Patrizia Intorto e Fortunata Caterino.
Questi, unitamente ad altri soggetti, incassavano falsi referti di Pronto Soccorso che attestavano lesioni personali.
A quel punto entrava in scena Antonio Letizia che questi referti dichiarava conformi al fine di superare il controllo ad opera delle agenzie investigative, per poi ottenere il risarcimento.
Che questa fosse un’organizzazione ad alto e diffuso impatto criminale, è dimostrato dal concorso reso disponibile da altri professionisti che redigevano ulteriore documentazione medica. Tra questi vi era Andrea Cipullo, dipendente della clinica Santa Maria della Salute di S.Maria C.V., Raffaele Biello, medico presso la clinica Grimaldi di San Giorgio a Cremano, Luciano Cremona, in servizio presso l’ambulatorio di Ortopedia del Cardarelli di Napoli, Francesco Mercadante, titolare di uno studio medico a San Nicola la Strada.
Fioccavano, inoltre, esami diagnostici redatti sulla carta intestata di quelli che il Om definisce testualmente “centri fantasma” quali Omnia, Albatros, Socrate, Athena, Salus, Euro Medic, Sme, Aelios, Dioscoride.
Questi esami erano firmati dal medico Giuseppe De Santis e dal tecnico di radiologia Mario D’Angelo. Tutti questi sedicenti centri risultavano privi di qualsiasi autorizzazione sanitaria e fiscale.
In più, risultavano intestati a dei prestanome quali Mariangela Masella, Vincenzo Campanile e Francesca Iodice, ma di fatto riconducibili a Raffaele Santangelo, Paolo Franco, Antonio Russo, Elio Tombetti D’Orta.
Per rendere tutto più credibile, Francesco Russo, pur non essendo stato mai un fisioterapista emetteva, ponendole a disposizione del gruppo criminale, false fatture attestanti l’esecuzione di cicli di fisioterapia. Ciò serviva a corredare la richiesta risarcitoria fornendole maggiore valenza e, conseguentemente, facendo lievitare il rimborso assicurativo.
In conclusione, il grippo criminale riunito in associazione a delinquere grazie al tramite dei medici Domenico Fiorito, Salvatore Salvemini, Gennaro Rondinone e degli infermieri Antonio Letizia e Angelo Palmiero costruiva rapporti con diversi procacciatori di falsi incidenti, precisamente con Giovanni Cimmino, Olimpio Costantino, Carmine De Simone, Giulio Puzzi, Gianluca Piazza, Gianni Russo, Massimo Vaio, Luigi Fantarella, Francescantonio Landolfi. Nell’organizzazione anche gli avvocati, naturalmente incaricati di inoltrare le richieste risarcitorie e gestire la dialettica formale con le assicurazioni, Luigi Varone, Antimo Iuliano e Antonio Del Vecchio, che lavoravano con i referti falsi rilasciati dai Pronto Soccorso degli ospedali di Marcianise e Maddaloni.
Tutta questa attività è iniziata del 2013, 11 anni fa, e durava ancora attualmente.